IPTV per vedere cosa?

Michele Favara Pedarsi (troppi cognomi per un uomo solo) affronta su Punto Informatico il tema dell’IPTV, cioè la televisione su internet. Mi pare però che sbagli l’approccio, poiché affronta il problema solamente dal punto di vista tecnico, mentre a me sembra che la questione centrale sia invece “la IPTV per trasmettere COSA“? Una tv, specialmente su internet dove basta un frazione di secondo per andare atrove, non può prescindere dai contenuti.

Se si vuole riciclare contenuti altrui, magari il solito pattume televisivo, la vedo grigia, anche perché altri con le spalle molto piu larghe lo fanno già con risultati tutt’altro che esaltanti. Dovrei guardarmi il varietà della Carlucci o l’Isola dei Famosi su internet? E perché?

L’unica strada realmente praticabile in un mondo televisivo che ormai è tutto uguale, è l’autoproduzione. Ma produrre tv costa idee, tempo, fatica, intelligenza e anche soldi.

La via maestra è quindi, secondo me, quella dell’autoproduzione a basso costo: visto che sarebbe impossibile produrre un varietà o un reality, bisogna puntare evidentemente su una tv basata sulle idee.

Per dire, oggi basta una telecamerina e un microfono (oggi perfino un videofonino) per fare un’inchiesta che poi si monta sul pc di casa. La “soglia di ingresso” per produrre video è diventata abbordabilissima da chiunque, e chi se ne frega della risoluzione! Su internet voglio vedere cose interessanti, non contare i pixel dell’immagine.

La IPTV secondo me dovrà essere per forza di cose una tv aggregata, poiché è impensabile produrre l’intero palinsesto senza mega strutture.

E’ il principio dell’aggregazione dei blog: ciascuno contribuisce all’IPTV con qualcosa di valido. Non servono mega strutture e investimenti spaventosi, solo idee e coordinamento tra chi ha qualcosa di veramente interessante da dire. E’ troppo difficile?