Dopo Italia.it, un altro webmostro da 37 milioni di euro
marzo 2, 2007
Ormai è chiaro a tutti, il portale “italia.it” fa ultraschifo. Il problema è che questo sito-patacca rifilato agli italiani al modico costo di 45 milioni di euro è una foglia di fico dell’ennesima mangiatoia per gli amici degli amici, come si evince abbastanza chiaramente dalle confessioni di un insider pubblicate sul sito scandaloitaliano.it.
Le “grandi opere”, digitali stavolta, sono il nuovo eldorado per succhiare soldi e appalti pubblici. Con l’indubbio vantaggio che, a differenza delle grandi opere vere, danno molto meno nell’occhio.
Il portale www.internetculturale.it pare sia costato la bellezza di 37 milioni di euro.
Certamente è fatto molto meglio di Italia.it (ma non ci voleva molto), ma 37 milioni di euro per un sito sembrano davvero una cifra esagerata. Ma quanto costano siti simili all’estero? Non sarà che da noi, come al solito, tutto ciò che è appalto pubblico costa sempre il doppio, il triplo o il qudruplo di quanto dovrebbe costare?
Il portale internetculturale.it è il risultato del progetto “La Biblioteca Digitale Italiana e il Network Turistico Culturale (BDI&NTC) ”, approvato e cofinanziato dal Comitato dei Ministri per la Società dell’Informazione (CMSI) nel marzo del 2003 (governo Berlusconi). Il software è stato realizzato da RTI, ovvero Finsiel (ex Telecom Italia), IBM, Società Servizi Bancari.
Qui saltano fuori strane coincidenze e concomitanze che cercheremo di approfondire in un futuro post: il Gruppo Finsiel comunque era controllato da Telecom Italia, poi è passato di mano ad Almaviva di Alberto Tripi, ex manager IBM (daje) e presidente del gruppo Cos-Almaviva-Finsiel-Atesia (la cajenna dei call center cococo).
Tripi il 31 gennaio 2006 era invitato ad un convegno di propaganda elettorale del partito della “Margherita” sulle nuove tecnologie e forme di comunicazione, duramente contestato dai lavoratori di Xcos e Atesia.
Riassumendo: a pensar male si fa peccato ma spesso ci si indovina, diceva qualcuno. 37 milioni di internetcultura.it + 45 milioni di italia.it fanno 82 milioni di euro, equivalenti alla maxi tangente Enimont e superiore a quella di Telekom Serbia.
Ne vogliamo parlare?
marzo 2, 2007 at 9:50 am
tra l’altro lo sviluppo del portale italia.it è andato avanti secondo il progetto originario dell’ex ministro per l’Innovazione e le Tecnologie nel secondo e terzo Governo Berlusconi, Lucio Stanca, che in quel momento ricopriva un ruolo attivo nell’amministrazione di IBM Italia, guarda caso azienda che ha goduto dell’ appaltato all’ Aggregazione Temporanea d’Impresa.
Che coincidenze eh?
marzo 2, 2007 at 11:08 am
Aghost, qui siamo ben oltre il doppio, quadruplo, etc
Qui si tratta di siti che costano almeno 200-300 volte quanto dovrebbero.
marzo 2, 2007 at 12:17 PM
ancora peggio allora :)
marzo 2, 2007 at 5:26 PM
biografia di Alberto Tripi, presidente AlmavivA:
Presidente di AlmavivA, nuova realtà italiana dell’ICT nata dall’integrazione del Gruppo Cos – di cui è stato fondatore, maggior azionista e Presidente – con il Gruppo Finsiel. A gennaio 2006 è stato nominato Presidente della Commissione Servizi, con il compito di coordinare e valorizzare i servizi alle imprese, il turismo, la sanità.
È Presidente di Federcomin e, da maggio 2005, anche della FITA, la Federazione del terziario avanzato aderente a Confindustria.
È inoltre Vice Presidente dell’OPCE (Organizzazione di rappresentanza delle Imprese delle Capitali Europee), della Commissione per i Servizi dell’UNICE (Confindustria Europea) e componente del Gruppo e-Europe della Commissione Europea.
Per cinque anni ha ricoperto la carica di Consigliere di Amministrazione dell’IRI. Nel sistema Confindustria è presente con incarichi rappresentativi dal 1977, nelle Giunte della UIR e della Confindustria da oltre 15 anni.
Laureato in Ingegneria, ha iniziato la sua carriera in IBM, dove ha operato per 17 anni ricoprendo importanti ruoli manageriali. Nel 1983 lascia IBM Europa e fonda Cos Communication Services S.p.A., oggi capogruppo di una serie di Società controllate operanti nel campo dei servizi di ICT, in particolare Business Process Outsourcing e Customer Relationship Management.
marzo 3, 2007 at 4:39 PM
anche all’università fanno così, spendono almeno 10 volte quanto sarebbe il massimo per un sito..
e pe ri computer e i programmi.
E lo sanno pure!
marzo 3, 2007 at 6:40 PM
per tutto è cosi: leggevo tempo fa che 1 km di autostrada, di ferrovia tav o di metropolitana, da noi costa anche 4 volte quello che costa all’estero.
Non è un po’ curioso? Gonfiare il costo dei siti in fondo è la cosa pià facile: tanto chi riesce a “guardarci” dentro veramente?
Chi si prende la briga di smantellare e analizzare il costo di italia.it, 45 milioni di euro, o quello di internetculturale, da 37 milioni di euro?
marzo 4, 2007 at 1:57 PM
Eccoli…
http://scandaloitaliano.wordpress.com/
(dal blog di Dario Bonacina)
marzo 5, 2007 at 8:30 PM
grazie a tutti per averci segnalato!
La protesta continua!
http://scandaloitaliano.wordpress.com/
marzo 8, 2007 at 11:25 am
> Il software è stato realizzato da RTI
attenzione che RTI non è una ragione sociale (a parte la SpA del gruppo Mediaset, ma non è questo il caso): semplicemente è l’abbreviazione di “raggruppamento temporaneo di imprese”, sigla che troverai nel 90% delle gare pubbliche.
marzo 8, 2007 at 2:46 PM
grazie vic per la precisione, più che giusta :)
luglio 23, 2013 at 12:10 PM
Parliamone…..telecom il web non sono estranei a queste spartizioni….ti riferisci alla mxi tangente intascata da Stanca quando era ministro per realizzare un sito-cacca, poi rimaneggiato e resto almeno guardabile ma del tutto inutile rispetto a quello che si prefiggevano dovesse servire, il sito non è stato realizzato i soldi sono stati consegnati invece, in mezzo ci sta la mancanza di controlli e di capacità di revoca e pagamenti di penali.
la realizzazione di siti web oggi è una pratica neanche tanto complicata, se si frequentano i siti commerciali (auto, vendite on line, internet banking) si vede quando siano funzionali e utili quindi lo strumento sito web è funzionante
Ma in ambito politico ogni meccanismo si ferma ogni regola non funziona, credo stìa li l’inghippo
luglio 30, 2013 at 11:51 am
At this time I am going away to do my breakfast, when having my breakfast coming again
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