Calabrò è impazzito, ora vuol levare lo scatto alla risposta!

marzo 6, 2007

Dopo una letargìa a dir poco leggendaria, il giurista, avvocato, magistrato, presidente del Tar del Lazio ma soprattutto poeta e, last but not least, presidente dell’Agcom, il prof. Corrado Calabrò si è improvvisamente risvegliato dal suo lungo sonno ed ha minacciato, pensate un po’, di tagliare lo scatto alla risposta, suscitando lo sgomento nel mondo delle telecomunicazioni, giù mazzuolato duramente dal decreto Bersani col taglio dei costi di ricarica.

Lo scatto alla risposta è un’anomalia” ha sentenziato Calabrò, proponendone l’abolizione in tempi brevi e cioé inserendola direttamente del decreto Bersani sulle liberalizzazione.

Calabrò risponde con un’immagine visionaria di sé stesso. ‘‘Siamo come due gemelli siamesi, due emisferi cerebrali che convivono, da anni, ognuno con la propria autonomia: da una parte c’è la mia formazione classica, le mie radici teutoniche, i miei studi di logica concettuale, dall’altra il mio universo più nascosto, l’attività poetica. Tutto ciò che sfugge al quotidiano alla scoperta di un mondo altro”.

Calabrò ha già pubblicato 18 libri di poesie per le edizioni di Guanda, Scheiwiller, Franco Maria Ricci, Mondadori, Newton & Compton, con traduzioni in tredici lingue.

Non sappiamo cosa sia accaduto nel cervello di Calabrò e soprattutto cosa abbia risvegliato questo improvviso furore punitivo nei confronti dei gestori telefonici. Forse non lo sapremo mai. Tuttavia una cosa è sicura: teniamo occhi e orecchi aperti. Qui gatta ci cova :)

7 Responses to “Calabrò è impazzito, ora vuol levare lo scatto alla risposta!”

  1. Eagle Says:

    Ciao Aghost, ti ringrazio per avermi risposto nel post precedente sull’abolizione dei costi di ricarica.
    Io sono molto perplesso all’idea che lo “Stato” sia dalla parte dell’elettore, anche con queste iniziative.
    Tu in un qualche modo hai dato alito alla mia ipotesi che tutto fosse programmato, poichè come hai scritto, se la denuncia fosse partita dall’Autorhity, forse le compagnie telefoniche avrebbe dovuto pagare una penale, mentre con l’intervento dello stato la cosa non è accaduta.
    Adesso, da quello che scrivi qui sta spuntando l’ennesimo colpo di genio, ciò mi fa riflette e pensare a quello che ho letto i precedenza anche su altri blog, che se le compagnie telefoniche aboliscono lo scatto alla risposta, e con qualche aggiustamento in corsa delineano tariffe più trasparenti nei confronti degli utenti, dovremmo arrivare a pagare anche 50 centesimi al minuto per chiamare un numero telefonico.
    Utopia? Ci nascondono qualcosa di grosso?
    Purtroppo non conosco i sistemi di tariffazione esteri e che compagnie operano nei paesi europei, quindi non posso fare un paragone per stabilire se in Italia continuano a truffarci oppure no.
    Come sempre ci toccherà aspettare e subire l’ennesima angheria da parte di un paese arrivista, arrogante e sfruttatore come è oggi il nostro, purtroppo…
    Saluti, Eagle.


  2. […] di tanto zelo da parte dell’Authority, e forse questa è anche una risposta al post di  Aghost, è spiegato oggi dal Corriere: “Dopo essersi visto scavalcare dal governo sul terreno dei […]

  3. aghost Says:

    ma e lo scatto alla risposta del telefono fisso? Via anche quello?

  4. aghost Says:

    eagle, io ricordo sempre con orrore le manovre che gestori e authority chiamavano “riequilibrio tariffario”.

    La cosa grottesca, anzi indecente, era che l’Authority si prestasse a questi giochi di prestigio dei gestori, e cercasse di convincerci che ci avremmo guadagnato.

    Tipo aumentavano il canone fisso e, “in cambio”, abassavano un po’ le interurbane (che erano carissime).

    Addirittura Monti, il campione del liberismo nostrano, quando era commissario europeo impose all’italia di aumentare il canone telecom!!! Vi rendete conto in che mani siamo?


  5. Aghost, io una mezza idea su cosa ha risvegliato Calabrò ce l’avrei: la sentenza del TAR (cfr. blog Quintarelli) in cui si afferma che l’AGCOM ha evitato di fare il suo dovere per tutelare il povero monopolista dalla concorrenza. Senza contare l’articolo apparso sul Corriere dove un giornalista (non il caro Quintarelli, che mangia pane e tlc tutti i giorni da 20 anni; ma perfino un giornalista.. pensa tu) si chiede senza mezzi termini: “ma AGCOM che ci sta a fare?” (la citazione non è esatta, non mi va di andarla a cercare). Non da meno inoltre il fatto che gli operatori si rivolgono sempre di più alla giustizia ordinaria invece che ad AGCOM come dovrebbe essere se non fosse che rivolgersi ad AGCOM è inutile…
    Insomma, direi che tutto ciò mette il pepe sulle natiche di Calabrò; però a me non basta. Io voglio che vada a casa. Non su un’altra poltrona. A casa. E’ chiaro che non è stato in grado di svolgere la sua funzione; non è capace, a casa. Scrivere due righe per eliminare lo scatto alla risposta possiamo farcelo da soli; non ci serve un funzionario incapace.


  6. […] dopo mesi e mesi di letargìa, è stato nel marzo scorso quando, uscito dallo stato vegetativo, Calabrò voleva addirittura togliere lo lo scatto alla risposta ai gestori, dopo che Bersani gli aveva tolto i costi di ricarica. Ovviamente da allora non […]


  7. […] avvocato, magistrato, presidente del Tar del Lazio ma soprattutto poeta e, last but not least, presidente dell’Agcom, il prof. Corrado Calabrò, bacchetti Santoro ma non emetta un fiato contro l’occupazione abusiva […]


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