Il Garante di Mignottopoli
marzo 22, 2007
Abbiamo dunque visto a cosa serve il cosiddetto Garante della privacy. Abbiamo visto la sua improvvisa solerzia, la sua reazione fulminea, il suo scatto felino nell’accorrere alla chiamata col campanello dei politici.
Per ordinare, “con effetto immediato” addirittura, la censura a tutto quello che potrebbe dar fastidio a lorsignori. Con un’ordinanza semplicemente demenziale, che spara nel mucchio pur di coprire chi ha evidentemente la coda di paglia lunga un chilometro. Finché veniva sputtanata l’Aida Yespica di turno nessuno faceva una piega: ma è bastato che fosse coinvolto un politico per far scattare le cesoie.
“L’insigne giurista” Francesco Pizzetti, così almeno dicono, sarà dunque ricordato per essere il Garante di Mignottopoli. Complimenti!
marzo 22, 2007 at 4:25 PM
E perchè, l’inspiegabile censura sul servizio de Le Jene in cui hanno rilevato che il 30% dei parlamentari si droga? Non c’era relazione tra i dati raccolti e nomi e cognomi, pertanto non c’era rischio di privacy… però ha impedito che il servizio andasse in onda.
E le uscite sulle intercettazioni?
Garanti… pfui… Pizzetti… Calabrò… garantiscono che!?!?!
(e tu Aghost che ce l’hai tanto con Rodotà, possibile che non lo rimpiangi neanche un pochino?)
marzo 22, 2007 at 4:37 PM
no per nulla, sono tutti fatti della stessa pasta :)
Anche Rodotà che fioretta in punta di diritto, alla fine ha calato anche lui le brache davanti a Telecom. E questo non posso perdonarglielo proprio :)
marzo 22, 2007 at 4:54 PM
Andrebbe cambiato il nome, da Garante della Privacy a Garante dei Potenti.
Gli altri? Perchè ci sono altri?
marzo 23, 2007 at 3:08 PM
Cristian, i garanti servono… o meglio, c’è motivo per istituire i garanti. Il problema è che non “garantano” :P
Sono strutture politicizzate e questo li subordina al vortice del magna magna. Se fossero tecnici non nominati dai politici, avrebbero tutta un’altra pasta.