Prodi indagato? Si, no, forse. Della serie: il più pulito c’ha la rogna

aprile 18, 2007

La Procura di Bolzano sta indagando sulla vendita di Italtel, gioiello delle telecomunicazioni del gruppo Stet- IRI, che nel 1994 fu ceduta alla tedesca Siemens. All’epoca presidente dell’IRI era Romano Prodi, l’advisor dell’operazione fu la banca d’affari Goldman Sachs.

Il nome di Prodi come indagato è circolato per alcune ore, strillato come sicuro dal “solito” Belpietro: domani uscirà la seconda parte dell’inchiesta de Il Giornale.

La procura di Bolzano intanto si è affrettata a smentire: Prodi (al momento) non è indagato. Si capisce bene la prudenza dei magistrati: un avviso di garanzia sarebbe la fine di Prodi e del suo governo. Le ipotesi di reato su cui si indaga sono corruzione, concussione e riciclaggio. Gli inquirenti altoatesini avrebbero avviato numerose verifiche sugli affari compiuti dai Prodi, sulle compravendite immobiliari della moglie, Flavia Franzoni e, soprattutto, sulla loro attività professionale, a iniziare dalle consulenze ricevute negli anni ’90 da Goldman Sachs.

Il nome della Goldman Sachs ricorre spesso nelle privatizzazioni delle aziende statali: Mario Draghi, il futuro governatore della Banca d’Italia, è stato vicepresidente di Goldman Sachs Europa. Mario Monti, ex commissario UE e oggi ministro, fece per anni il consulente. Anche lo stesso Prodi ebbe solidi rapporti economici con la Goldman Sachs.

Tra il 1990 e il 1995, sostiene il Giornale, la banca d’ affari pagò alla società dei Prodi, la Analisi e Studi Economici srl, oltre 2 miliardi e 622 milioni, rivelandosi così il committente privilegiato di Prodi. Proprio in quegli anni si sviluppò la battaglia su Italtel e Prodi, nel maggio ’93, approdò all’ Iri. La banca – prosegue il quotidiano – fu talmente soddisfatta di Prodi per i prime cinque mesi del 1993 da assegnargli un bonus speciale da 910 milioni. Un bonus che corrispondeva a oltre un anno di compensi medi finora percepiti. Coincidenza vuole che Goldman Sachs, pochi mesi dopo nell’ inverno del 1993, riuscì a scalzare Schroeders come banca d’ affari che per Siemens seguiva Italtel. Un affare da 2.500 miliardi.

Qualche maligno poi ha messo in giro la voce che uno dei finanziatori della campagna elettorale di Prodi sarebbe Linda Costamagna, una privata signora che, per caso, sarebbe anche moglie di Claudio Costamagna gran capo della Goldman Sachs per l’Europa.

Vale la pena di ricordare che Goldman Sachs fu tra le capofila delle banche riunite a bordo del Britannia, lo yacht della regina d’Inghilterra, per stabilire i metodi per la privatizzazione dei gioielli dell’IRI. Su quello yacht all’epoca c’era anche Mario Draghi.

15 Responses to “Prodi indagato? Si, no, forse. Della serie: il più pulito c’ha la rogna”


  1. la ricostruzione mi sembra corretta e palusibile, peccato che la notizia sia stata data dal giornale :-)

  2. akab Says:

    corre voce che il conte Igor dalla memoria….mirandolana sia il teste più attendibile,assieme a Trantino e P.(sta per patacca)Guzzanti:garantisce P2gelli.

  3. aghost Says:

    ennò, qui ci sono fatti piuttosto inquietanti: cioè il fatto che una banca d’affari come la goldaman sachs abbia piazzato suoi “dipendenti” un po’ ovunque…

    A me non pare tanto normale, non so a voi…

  4. Cristian Says:

    Ma non era Berlusconi che faceva le porcacciate per intascare dindini?
    aghost ti sei sbagliato di sicuro…

  5. aghost Says:

    ho sempre pensato che prodi sembra un pacioccone ma uno come lui, democristiano di lungo corso da sempre nei posti giusti, è uno scafato, un mastino, un marpionissimo.

    Non ti mettono a capo dell’IRI per caso. E chiunque faccia il premier, specialmente in italia, devo fare i conti (anche in senso letterale) con chi conta.

    Certo c’è una commistione inquietante tra politica e interessi economici, ma forse sono io ad essere il solito ingenuo.

  6. Luca Rosso Says:

    Forse mi sbaglio ma Draghi scese dal panfilo Britannia un attimo prima che questi salpasse dal porto per rimanere pulito (non si sa fino a che punto). Se si fa qualche ricerca in rete si trova anche una bibliografia di riferimento cartacea fatta da giornalisti di inchiesta. Il panfilo Britannia è di proprietà della regina Elisabetta d’Inghilterra e dietro questi giri economici ci stanno società massoniche da paura, le quali legano a doppio filo i più loschi figuri del globo, se si leggono certi faccendieri in una certa chiave. Il mondo pare questo, prendere o lasciare. Sarà forse la teoria evoluzionistica che spiega una società di questo tipo o chissà, cosa importa. Aggiungo che qualcuno azzarda pure che il periodo delle stragi fu piazzato ad arte per far passare in secondo piano quello che succedeva a livello economico. La rete pare così intricata e pericolosa da non potersi fare altro che supposizioni. Attualmente non si conosce modo di sovvertire l’ordine delle cose se non che l’unione fa la forza, ma prova te a svegliare tutta la mandria di gente narcotizzata e bevuta e comprata da quest’ordine di cose…senza contare l’ignoranza volontaria ed involontaria. Addirittura si dice che ci sia un consiglio mondiale di pochi intimi per stabilire il prezzo della benzina (per far un esempio), ma sono leggende che si trovano in rete, basta solo la voglia di cercare, spulciare ed incazzarsi o imparare. Nemmeno la religione, qualunque essa sia ci riesce a far metter giudizio a certa gente….ed incazzarsi è pari a scoprire l’acqua calda, così come leggere di certe cronache andate, che poi persone come Craxi (che pure avrà dei meriti) e quelli che si nascondono/nascondevano sotto il suo profilo vengono riabilitate ecc cioè voglio dire che le regole di fondo andrebbero cambiate ma lo possono fare solo gli arbitri, i quali guarda caso combaciano con i giocatori. Per la cronaca, le vicende dell’IRI sono state accettate all’epoca tanto dalla destra quanto dalla sinistra senza distinguo pare. Poi capita come nei fumetti: chi vuole denunciare un trafficante di droga, viene drogato dal trafficante stesso entrando pure lui nel giro, facendogli perdere volontà e coscienza. Ciò che non si comprende è il clima caldo che si tende a creare ultimamente pur di coprire di fango l’avversario, di demolirlo, di soffocarlo. Così facendo se si esasperano sempre più i toni non si farebbe poi molta fatica a raggiungere livelli da guerra civile. Sarebbe interessante aprire un dibattito anche ristretto….io torno a far altro, và. Buon lavoro ;-)

  7. aghost Says:

    Un conto sono le leggende metropoliante o i si dice, un conto i fatti. Draghi, Prodi, Monti e chissà quanti altri, erano legati a filo doppio a Goldman Sachs. Perché? E non è un po’ strano che il dipendente di una banca d’affari privata diventi governatore della Banca D’Italia? E’ pensabile che di botto cambi radicalmente mentalità pensando all’interesse pubblico anzichè a quello privato?

    Credo siano interrogativi che non possono non inquietare…

  8. Luca Rosso Says:

    Non ho capito:”E’ pensabile che di botto cambi radicalmente mentalità pensando all’interesse pubblico anzichè a quello privato?”, a cosa ti riferisci? Se parli di Telecom, mi sembra stare al passo con i tempi, cosa perfettamente in linea con quanto succedeva prima. Per quanto riguarda il conflitto di interessi fra cosa pubblica e cosa privata, sono le leggi a consentirlo…e se uno rispetta la legge… diverso è quando uno la legge se la fa ad hoc. In tutto il mondo ci sono leggi che derivano da una necessità, per esempio in centro a New York non si può sparare alle lepri dal tram, evidentemente all’epoca dell’emanazione servivano leggi simili. Le nostre leggi sono vecchie, ma chi fa le leggi è pure gente che approfitta di quelle vecchie. Il conflitto di interesse è molto ben radicato. Quelle che io chiamo leggende infine paiono ben documentate, ma dipende poi da cosa intende uno per affidabile o meno, solo che non avendo voglia e tempo di fare inchieste, prendo certe documentazioni con le molle…e le chiamo leggende perché sicuramente c’è un fondo di verità. ;-)

  9. aghost Says:

    luca, io mi chiedo se uno che ha fatto per anni il vicepresidente di goldaman sachs europa, una banca d’affari privata, nel momento in cui diventa governatore della banca d’italia continua “a pensare” nello stesso modo.

  10. Luca Rosso Says:

    Cioè ai propri interessi? (per inciso non è detto che per propri interessi si debbano intendere sempre e solo affari)

  11. aghost Says:

    forse ai propri, forse agli interessi di goldamn sachs, o agli interessi della finanza internazionale.
    Del resto, che ci faceva draghi sul britannia?

    Voglio dire, se io faccio per una vita l’industriale e poi divento, metti caso, capo di un sindacato, farò gli interessi dell’industria o dell’operaio?

    E’ difficile pensare che uno possa, diciamo così, cambiare mentalità come si cambia una camicia

  12. Luca Rosso Says:

    Io continuerei a fare i miei di interessi sia che sia nel volgo sia che stia al comando. Se fossi Gesù i miei interessi sarebbero noti, se fossi Berlusconi i miei interessi idem. Fossi Prodi, vale uguale.

    Draghi sul Britannia fece una relazione ma scese subito prima della spartizione. Quasi quasi ti faccio io la ricerca in rete (non me ne voglia)… ;-D

    Io stesso ho visto e sentito accordi sottobanco far sindacalista ed amministratore delegato. Che interessi facevano? Quelli del terzo mondo? No! Ognuno pensava a casa sua.

    ;-)

  13. aghost Says:

    certo, la carica di governatore non è eterna, cosi come il premierato. Si draghi che prodi tengono famiglia in fondo :)

  14. Luca Rosso Says:

    Interessante sarebbe ora comprendere come mettere fine ad uno stato di cose che imbarazza ed infastidisce il popolo bue senza incornare o ammazzare nessuno scatenando rivoluzione. Quali mezzi si hanno? Sicuramente non si può chiamare il papi a difesa…

    Ciao, buon lavoro! ;-)


  15. […] ora Governatore della Banca D’Italia) erano ex consulenti d’oro (vedi Goldman Sachs 1 e Goldman Sachs2). Con questo sistema la gente è letteramente costretta a cambiare l’automobile ogni 4-5 anni […]


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