IXem straccia il Wi-max con un collegamento wireless da 300 chilometri!
Maggio 28, 2007
E’ un risultato che ha quasi dell’incredibile: il Politecnico di Torino ha messo a punto un sistema di trasmissione a 20 megabit al secondo in grado di coprire una distanza di 300 km! E senza ponti intermedi. Altro che Wi-max!
Daniele Trinchero è il professore a capo del progetto: “Grazie a questa nuova tecnologia siamo riusciti a collegare il rifugio più alto d’Europa, Capanna Margherita a 4556 m di altezza sul Monte Rosa, con Pian Cavallaro sull’Appennino Tosco-Emiliano: sono 295 chilometri di distanza”. Un record reso ancora più impressionante dal fatto che è stato ottenuto con budget a coso zero, senza ricorrere a costose tecnologie futuristiche e utilizzando vecchi computer 386 e software open source.
Il progetto è nato dalla partecipazione ad una competizione internazionale autogestita tra università e laboratori di ricerca, che aveva come scopo finale la creazione di una tecnologia a basso costo e su misura per i paesi del terzo mondo. “Siamo convinti” spiega Trinchero “che l’unico modo per battere il digital-divide sia usare tecnologie a costi contenuti, soprattutto nell’ambito delle comunicazioni che dovrebbero essere per definizione di massa, ovvero alla portata di tutti”.
Le prestazioni di questo nuovo sistema di comunicazione wireless, definito Ixem, sono davvero impressionanti se confrontate con i normali sistemi Wi-fi che hanno un raggio di copertura di poche centinaia di metri, e soprattutto col nuovo protocollo Wi-max che però raggiunge a malapena i 50 km di distanza. Il team del Politecnico capeggiato da Trinchero non ha intenzione di fermarsi e si prepara ad una nuova sfida: arrivare, entro l’estate, a trasmettere fino a 340 chilometri.
Maggio 29, 2007 at 11:46 am
Non per essere tedioso,ma la velocità e la copertura non sono gli unici fattori determinanti per stabilire la qualità della connessione,ci sono infatti punti,che come mi immaginavo,non sono affatto chiariti!
Domanda 1 – Qual’è il Ping per una distanza di 300 Km??
Domanda 2 – Qual’è la sensibilità alle varie interferenze di questo segnale?
Domanda 3 – Qual’è la penetrabilità di questo segnale?(Può passare attraverso gli edifici o ha bisogno di spazi aperti?)
Domanda 4 – Che frequenza usa?,questa frequenza è già usata da altre applicazioni o istituzioni?(Come nel caso del WiMax,dove le frequenze erano usate dal ministero della difesa)
Domanda 5 – Quanti lotti di frequenza si possono usare?,quanti diversi ISP contemporaneamente possono fornire un servizio attraverso questo segnale?(Il WiMax ad esempio è stato suddivoso in soli 3 lotti per garantire una qualità decente).
Domanda 6 – Qual’è la VERA velocità di questa connessione per area?,una singola appplicazione si può collegare ad una velocità di 20 Mb al secondo,ok,ma cosa succederebbe se fossero 100 utenti in un’area di 1000 metri quadri?,qual’è l’effetiva capacità di trasmissione massima?
Se qualcuno ne sa qualcosa….mi faccia sapere
Byez
Maggio 29, 2007 at 7:35 PM
Ragazzi, si parla di una tecnologia sperimentale. Non è qualcosa di immediatamente utile…
Ad esempio non è un caso che sia stato collegato il rifugio “più alto”; infatti se non si mettessero gli apparati “in alto” a circa 160km la curvatura terrestre entrerebbe nell’ellissoide di Fresnel decretando gradualmente dei grossi problemi di interferenza. Poi ci sono anche certamente problemi di latenza, forse di interferenza, bisogna anche capire quali potenze sono state usate (se hanno usato più di 300mW gli apparati iniziano ad essere fuori norma per questioni di salute)…
I 300Km sono un risultato enorme, ma ha valore puramente sperimentale a meno che sopra il vostro tetto non avete un palo di “4556 metri meno l’altitudine s.l.m. di casa vostra” :P
Una cosa è certa, questo non fa che aumentare la certezza che per comunicare non abbiamo più bisogno degli operatori come “proprietari della rete”; e anzi, visto che loro al momento sono il più grosso ostacolo allo sviluppo del paese…beh… iniziate a parlarne pure dentro ai bar e le osterie!
Maggio 29, 2007 at 8:06 PM
mfp, non dubito che sia una tecnologia sperimentale tuttavia mi pare comunque un risultato clamoroso. La potenza in gioco, secondo quanto dichiarato dai responsabili, è molto bassa.
Dal link anzi citato nel post
“Abbiamo attrezzato dei vecchi computer dismessi con schede di trasmissione e li abbiamo fatti girare con una versione “ad hoc” di Linux, scaricabile gratuitamente. Lavorano con potenza bassissima (-2 dBm), trascurabile rispetto a quella di un comune telefono cellulare, nel pieno rispetto della normativa nazionale ed internazionale”.
Resta da capire se riusciranno a soffocare nella culla la nuova tecnologia con qualche scusa delle solite… :)
Maggio 30, 2007 at 9:56 am
Scusate se mi intrometto in una discussione così dotta, ma faccio notare che probabilmente hanno usato una parabola ben fatta, la difficoltà credo sia stata quella di allineare i due assi, impresa comunque non da poco ma attuabile con un buon sistema gps ed inerziale contemporaneamente. Chiaro che una tecnologia come mi immagino io serva con la visibilità fra le antenne, la frequenza è quella del wi-fi secondo logica in quanto si parla di wi-fi. Sempre secondo me, con questa tecnologia si collegano fra loro due punti, per esempio due router con le relative reti. Credo che la stessa cosa o qualcosa di analogo avvenga ora fra i ripetitori gsm per propagare le telefonate. Ciao! ;-)
Maggio 30, 2007 at 10:46 am
luca tu non pensi sia una tecnologia da approfondire IMMEDIATAMENTE? :)
Il politecnico l’ha messa a punto proprio per eliminare il digital divide e con una tecnologia a bassissimo costo….
Maggio 30, 2007 at 3:00 PM
Io penserei di più al discorso “bassissimo costo”.
Chi ha detto che il Wi-Max ha costi esorbitanti? Infatti tecnicamente non lo è. I costi lievitano perchè il caro stato vende le licenze a prezzi folli, costi (a volte ulteriormente maggiorati per creare “margine”) che poi ricadono sull’utente finale.
Se domani l’Ixem dovesse funzionare per un uso di massa, lo stesso stato di cui sopra, pretenderebbe costi altissimi per le licenze, che cadendo anche in questo caso sull’utente finale, sfaterebbero il “bassissimo costo”.
Inventati quello che vuoi, ma se trasmetti via etere, devi pagare, l’aria è dello stato.
giugno 1, 2007 at 8:40 am
mm mi domando se poi il poli non faccia brevettare il tutto, magari sotto licenza microslot impendendo il libero utilizzo della tecnologia … sarebbe un bel guadagno … considerato che la ricerca in italia e’ vista utile solo quando “sponsorizzata” da aziende tipo quelle di ziobill.
giugno 2, 2007 at 4:12 PM
A volte mi chiedo come si possa capire da 2 righe lette l’autorevolezza di chi scrive, se ha senso fermarsi a pensare a quello che c’è scritto oppure no. Credo che tutti hanno comprato un laser dai marocchini, dai senegalesi o dai sordmuti che girano i locali il sabato sera commerciando in nero. Con le mie scarse conoscenze e la mia modesta fantasia, mi immagino la tecnologia del Poli di Torino come una specie di laser che arriva a grandi distanze se non ci sono ostacoli frapposti, e che lavora a frequenze diverse da quelle ottiche. A frequenze del wi-fi appunto. Il Wi-Max costa circa 30 euro per apparato ho letto da qualche parte come punto-informatico per esempio. La mia utopia è sentire un discorso chiaro e ragionato su come si arrivi a far pagare tanto delle licenze se non i profitti presunti. Io se devo mungere una vacca non pretendo a priori che mi renda tot litri di latte, mi adeguo a ciò che può, non fantastico a priori sulla resa. Aggiungo poi che certe scelte sembrano fatte solo per parare il c..o a scelte passate sbagliate. Così facendo si finisce solo per innescare spirali soffocanti, soffocanti finché qualcuno dirà basta. Per ricominciare daccapo? Si spera sempre di no, in ogni caso si può sempre e comunque ricominciare daccapo. Dico io: se in passato hai sbagliato, chiedi scusa, cerca di riparare, ma convergi in fretta in difesa del cittadino…in fin dei conti è lui che paga! Poi una altra cosa-caos è come spiegano le cose, la trasparenza, l’italiano usato per confondere le notizie. Un giorno senti una cosa ed il giorno dopo il contrario. Per esempio mi pare che certe licenze costano care perché pochi anni fa dei vecchi hanno fatto delle previsioni di rendita e le licenze le hanno vendute care. Così non è stato, ma per tutelare quei concessionari, nonostante il miglioramento delle tecnologie, le nuove licenze costano di nuovo care e con limitazioni sulle applicazioni. Io piuttosto rendere i soldi in una certa misura ai vecchi concessionari dell’altro ambito ma non porrei limitazioni alle concessioni nuove. Chiedo scusa per la confusione, ma forse non sono ben ferrato neppure io e l’avevo scritto pure nell’introduzione di questo ultimo discorso. Buon lavoro ;-)
novembre 12, 2007 at 12:39 PM
Un grande plauso a chi ha fatto questa sperimantazione sopratutto perchè italiana!!! Due considerazioni: sperimentare non è operare ed a livello pratico ci sono le limitazioni fisiche che conosciamo oltre che bisognerebbe vedere latenza, protocollo ed altre cosette; 2°- fatta una scoperta dopo 6 mesi eccone un’altra: non si finirà mai di avere l’ultima o la definitiva!!!! Ma pensate che non sono riusciti a fare una legge per lo Wimax, altro che sperimentazioni. SIAMO IN ITALIA. Comunque questi ricercatori dovrebbero essere strafinanziati per affinare e competere. Antonello Pes.