Report, Feltri querela la Gabanelli

Maggio 30, 2007

Milena Gabanelli è praticamente l’unica giornalista italiana che fa giornalismo d’inchiesta in Rai. Anche stavolta le donne dimostrano di avere molto più coraggio di tanti maschietti.

Report fa inchieste scomode, che non guardano in faccia a nessuno e che vanno a toccare spesso i poteri forti. E infatti fioccano le querele. L’ultima in ordine di tempo è quella di Vittorio Feltri, direttore del quotidiano “Libero” (sic!), che ha denunciato la Gabanelli e l’autore del servizio andato in onda domenica 27 maggio, Bernardo Jovene, per l’aggiornamento dell’inchiesta sul finanziamento pubblico della stampa.

Il problema è noto da tempo e riguarda il finanziamento pubblico dei giornali, che nel 2006 ha toccato la cifra record di 667 milioni di euro. Tra i giornali finanziati spiccano ovviamente i giornali di partito. Nel 1987 si fece una legge per cui bastavano due soli deputati che dichiarassero che il tal giornale è organo di un movimento politico per attingere ai contributi pubblici. Il giornale di Feltri, dichiaratosi organo politico del Movimento Monarchico (?), ha incassato 5 milioni di euro di contributi. Feltri ha uno stipendio come direttore di 15 mila euro al mese.

Ovviamente non è l’unico caso. Uno dei quotidiani più finanziati dal contribuente è, da sempre, “L’Unità”: nel 2006 ha ottenuto 6 milioni e mezzo di euro. C’è una miriade di giornali che incassa cospicui finanziamenti anche se le tirature sono di poche migliaia di copie. Infatti la vecchia legge che finanziava i giornali in proporzione alla tiratura è stata modificata nel 2001: ora si prevedono contributi pubblici solo ai giornali che diventano cooperativa. Ovviamente tutti si sono adeguati.

Qualche esempio dei giornali finanziati: “Europa” prende 3 milioni e 700 mila euro, idem “Liberazione”, “La Padania” 4 milioni di euro, “Il Secolo” 3 milioni di euro pur avendo una tiratura dichiarata di appena 2-3000 (tremila) copie al giorno. Il direttore di un giornale fantasma come “Il Riformista”, Antonio Polito, prende oltre 9000 euro al mese di stipendio per dirigere un giornale praticamente introvabile nelle edicole.

Il direttore Feltri si è dunque inalberato perché Report ha sostenuto che la tiratura di Libero sarebbe gonfiata dal fatto che si spacciano le copie regalate come se fossero vendute.

Ma non sembra questo francamente il problema, che invece è: perché dobbiamo essere noi contribuenti a pagare i giornali di Feltri o Polito, coi relativi ricchi stipendi? Feltri poi è un esempio tra i più fastidiosi, perché a parole fa l’alfiere del liberismo, del mercato e della concorrenza, ma poi anche lui, come Ferrara, si becca fior di contributi statali senza i quali non potrebbe fare nessun giornale. Ovviamente è molto imbarazzante che la gente lo sappia dalla televisione, e così parte la querela.

Per quel che può valere, Gabanelli ha tutta la mia solidarietà. Forza Milena! :)

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34 Responses to “Report, Feltri querela la Gabanelli”

  1. Cristian Says:

    Finchè si continuerà a vivere in uno stato di stampo socialista, il cittadino dovrà necessariamente far fronte (leggi “mantenere”) a realtà come queste, anche se trattasi di organismi privati.

    Verrà mai un giorno in cui i contribuenti finanzieranno la mia attività? Sarei interessato…


  2. stato di stampo socialista??????
    Il nostro sarebbe uno stato socialista????
    Non è per niente socialista, anzi è l’esatto contrario, perché i soldi se li beccano solo i furbi. Agli altri le briciole quando va bene (assegni familiari ridicoli, bonus figli una tantum elettorali…)


  3. … Ha anche tutta la mia solidarietà!!

    Speriamo che le sue inchieste non smettano mai!

  4. Alessio Says:

    effettivamente durante l’intervista Feltri si è infervorato troppo, e ai malpensanti può far venire in mente che abbia la coscienza sporca
    per dire “Quelle copie sono comunque comprate” non c’era bisogno di alzare la voce, gesticolare e fare retorica
    ————
    VITTORIO FELTRI-DIRETTORE “LIBERO”
    Perché non si può mettere in dubbio la mia parola, se non si ha una prova contraria.

    BERNARDO IOVENE
    Vabbè. Noi ce l’abbiamo la prova contraria… perché li abbiamo filmati.

    VITTORIO FELTRI-DIRETTORE “LIBERO”
    Ah sì me la dica, la prova contraria, la esibisca!!! La esibisca la prova contraria.

    BERNARDO IOVENE
    Io le ho filmate!!!

    VITTORIO FELTRI-DIRETTORE “LIBERO”
    Che ha filmato? Ha filmato delle copie…

    BERNARDO IOVENE
    Di Libero gratis…

    VITTORIO FELTRI-DIRETTORE “LIBERO”
    Che sono state poste in pubblico e che qualcuno sicuramente ha comprato.

    BERNARDO IOVENE
    Certo.

    VITTORIO FELTRI-DIRETTORE “LIBERO”
    Per cui lei non può dire che regaliamo le copie perché dice il falso!!! E il falso non si può dire se non si ha la prova per confermarlo.

    BERNARDO IOVENE
    Io dico che Libero viene distribuito gratis, poi non lo so chi è…

    VITTORIO FELTRI – DIRETTORE “LIBERO”
    No, lei sbaglia.

    BERNARDO IOVENE
    Io non ho detto che lei li distribuisce gratis

    VITTORIO FELTRI – DIRETTORE “LIBERO”
    No, non viene distribuito gratis, viene distribuito a pagamento le ripeto se qualcuno, se un’azienda acquista 50 ,100, 1000 copie da Libero e poi le regala, non siamo noi a regalarle ma l’azienda che le ha acquistate. E’ così difficile il concetto? Solo la Rai non è in grado di comprendere ciò.

    BERNARDO IOVENE – Fuori campo
    Le copie che vi esibiamo non sono le 5 copie giornaliere fatturate, ma sono 670, tante quanto sono i sedili dell’Eurostar. Qualcuno, non si sa chi, li distribuisce gratis. Lo sanno anche i commessi e i controllori.

  5. Daniele Says:

    Avranno sicuramente studiato e applicato qualche giochetto per non farle risultare “gratis”. Magari qualche società li compra in maniera fittizia, scarica e distribuisce. Così hanno “copie vendute” che finiscono nei dati di vendita e che a loro volta alzano il prezzo per le centrali media. Fin qui.. non si potrebbe nemmeno fare grandi critiche, ma il movimento monarchico.. quello no dai! :)

  6. aghost Says:

    a me non importa che le copie siano regalate o vendute, da sempre i giornali gonfiano le tirature: quello che non sopporto è che io debba pagare lo stipendio a gente come Feltri o Polito, che poi ci fanno pure la predica straparlando di mercato. La stampa che vive solo perché finanziata dallo Stato è una stortura assurda, i giornali devono campare se vendono, se sanno stare sul mercato, altrimenti chiudano. Questo assistenzialismo è non solo senza senso ma anche indecente. Se Feltri vuole fare un giornale dei monarchici, si faccia dare i soldi da loro


  7. figurati dobbiamo pure pagare quello spione di farina!

  8. Daniele Says:

    @aghost,

    condivido in parte quello che dici ma ho qualche dubbio sulla “mano invisibile”, sul fatto che il mercato possa sostenere gli editori più bravi e meritevoli. Se ora è uno scempio la gestione dei finanziamenti, toglierli totalmente potrebbe comportare la chiusura totale di moltissime redazioni perché in questo bel paese si legge già poco, se poi bisogna pagare ancora meno.

    Penso che l’idea suggerita durante la trasmissione da una persona intervistata (la sindacalista?) sia forse la migliore. Se lo stato vuole sostenere l’editoria (ribadisco il SE), dia un contributo minimo per-dipendente, magari estendendo la cosa anche alle pubblicazioni svincolate da movimenti politici.

    Chissà che così non si accontenti anche l’albo e i problemi della categoria in merito alla colossale precarietà che esiste nel settore.

  9. frap1964 Says:

    Compro Libero ogni giorno insieme a Repubblica.
    Ieri Oscar Giannino, ora direttore di Libero Mercato, il supplemento economico che Libero pubblica ogni giorno (a parte sabato e domenica) ha spiegato nel dettaglio i motivi della querela. Peraltro, per la stessa puntata, la Milena si è presa querela pure da ENI (ora sotto inchiesta per i “misuratori di gas” non metrici).
    Secondo Libero il servizio di Report sarebbe stato montato “ad arte”, peraltro evitando di dire con chiarezza quali sono i contributi percepiti dai grandi gruppi editoriali per il famoso “contributo carta”.
    Sul sito del governo italiano, QUI, si leggono i dati relativi a tutti i contributi erogati nel campo dell’editoria (anno 2004). Ancora più scandalose, secondo me, sono le cifre erogate a Poste Italiane per compensazione della tariffa agevolata di spedizione (vedere dossier 2003). Esempio: la spedizione della rivista del WWF-onlus ai soli suoi abbonati (Panda) è “costata” al contribuente 579.176,09 euro per 2.540.733 copie. Meno male che sono ecologisti e almeno riciclano la carta. :-)
    Vergognoso, ad esempio, che la VORWERK CONTEMPORA SRL (azienda commerciale, quelli del Folletto) abbia usufruito di contributi per 209.710,79 euro per 1.824.323 copie della prestigiosa testata VOI… NOI… BIMBY. Il Bimby, per chi non lo conosce, sarebbe questo.
    Molto triste anche il fatto che le associazioni di consumatori (non tutte, per fortuna) percepiscano identicamente contributi per le loro attività editoriali riservate agli associati (circa 500.000 euro annui complessivi). A queste cifre si aggiungono, naturalmente anche per loro, i contributi per la spedizione agevolata (soldi che finiscono direttamente nelle tasche di Poste Italiane). Comunque la querela di Libero è davvero molto triste…(sic!)

  10. aghost Says:

    daniele, io non sono uno sfegatato del libero mercato a tutti i costi, ma qualcuno mi dovrebbe spiegare perché ci dovrevbbero essere dei lavoratori, in questo caso quelli della stampa, più tutelati ed assistiti di altri.

    Perché lo Stato dovrebbe tutelate (finanziare) l’editoria e non, per dire, i taxisti?

  11. frap1964 Says:

    Su Libero di ieri Oscar Giannino, attuale direttore dell’inserto economico (Libero Mercato) del quotidiano, ha spiegato nel dettaglio i motivi della querela in “Perchè Libero denuncia Report”.
    Secondo Libero Report avrebbe montato il servizio “ad arte” in modo da colpire il quotidiano in particolare, sorvolando un po’ sui milioni di euro percepiti dai grandi gruppi editoriali (citano: 23,5 mln Corsera, +di 19 a Sole24ore, +di 16 a Repubblica-L’Espresso, +di 10 ad Avvenire e circa 30 a Mondadori ). Si ribadisce che le accuse sono false e si snocciolano tutte le cifre del venduto. Si ribadisce che la storia della partita IVA della fondazione ONLUS cui è legato Libero (e che gli consente di accedere ai contributi) uguale a quella di una società a fini di lucro di Angelucci (l’editore) è una balla.
    Per la stessa puntata la Milena si è presa una querela anche da ENI (peraltro sotto inchiesta per i misuratori del gas non metrici).
    Sul sito del governo (dipartimento informazione ed editoria) è possibile accedere ai dati consolidati del 2004 e del 2003 in tema di contributi all’editoria. Ancora più scandalose, secondo me, sono le cifre che riguardano la compensazione delle tariffe postali agevolate di cui anche Report ha accennato.Quattro esempi dal 2003: la rivista Panda degli abbonati al WWF-onlus è costata 579.176,09 euro per 2.540.733 copie spedite (meno male che almeno sono su carta riciclata:-)). Una riga sopra, e questo è davvero vergognoso, 209.710,79 euro per spedizione di 1.323.824 copie della prestigiosa testata NOI… VOI… BIMBY di Vorwerk Contempora Srl, un’azienda commerciale (è una controllata di Vorwerk, quelli dell’aspirapolvere Folletto). Per chi non lo sapesse, il Bimby sarebbe questo oggetto qui (si vende solo porta a porta, e lo conosco bene, perchè una precedente versione è tutt’ora presente a casa dei miei genitori). Un “frullatore evoluto” che cuoce e ora anche pesa. Qualche pagina sopra, Sole24Ore S.p.A – Guida pratica fiscale 331.410,67 euro per 465.328 copie e poi… Frate Indovino, 1.854.773,02 per 8.244.700 copie. Ah, notare che nel documento manca il totale generale…
    Deprimente anche che molte associazioni di consumatori (per fortuna non tutte) usufruiscano di analoghi contributi per le attività editoriali riservate ai loro associati. Nel complesso, per il 2004, 496.459,77 euro. A cui si aggiungono, anche in questo caso, i costi per spedizione “agevolata” (es: solo Unionconsumatori nel 2003 – 137.985,72 euro per 626.401 spedizioni). Insomma è tutto un contribuire a pioggia.
    Sia come sia, devo dire che la querela di Libero è comunque veramente molto ma molto triste…(sic!)

  12. frap1964 Says:

    @aghost
    Ho postato due commenti (il secondo è quello il + aggiornato) e “non passano”. Che fa ora wordpress ? Presume che se un commento contiene un href sia automaticamente spam ? 10q se lo pubblichi (il secondo)… e cancelli questo “avviso”. Ci sono alcuni dati che credo interessanti… bye frap1964

  13. frap1964 Says:

    @aghost
    Ho postato due commenti (il secondo è quello + aggiornato) e “non passano”. Che fa ora wordpress ? Presume che se un commento contiene un href sia automaticamente spam ? 10q se lo pubblichi (il secondo)… e cancelli questo “avviso”. Ci sono alcuni dati che credo interessanti… bye frap1964

  14. Daniele Says:

    @aghost,

    opinione personale, lo Stato dovrebbe tutelare l’editoria in quanto questa è manifestazione di cultura o idee di una nazione e di un popolo. C’era chi bruciava i libri in piazza per tale motivo. Se poi vogliamo discutere sulla validità delle pubblicazioni in questione è un altro discorso :)

  15. aghost Says:

    “libero” di feltri è manifestazione di cultura? Forse “Il riformista” di Polito? Ma chi l’ha detto? :)))
    Lo stato che “finanzia” la cultura è un’idea mostruosa, da unione sovietica :)
    Con questo principio vale per gli show televisivi di stato, le mostre di pittura, il teatro, la poesia, la letteratura…
    Vogliamo prendere la legge che finanzia il cinema?
    Non è mai stato prodotto nulla di decente, e si sono buttati soldi per finanziare i film di D’Agostino e Ripa di Meana!
    Lo stato deve garantire la libertà di espressione di tutti, e i mezzi per farlo, non finanziare la cultura in quanto tale a sua discrezione, cosi si generano mostri… :)

  16. frap1964 Says:

    Dimenticavo… c’è pure il famoso credito d’imposta per ciascun anno fiscale pari al 10% della spesa complessiva per l’acquisto della carta
    Per il 2003 QUI si leggono i numeri. Di fatto sono contributi a tutti gli effetti (credo che ora, almeno questi siano stati aboliti…). Altri milioni di euro a pioggia per anni… oramai andati.

    Es:

    Mondadori 10.054.784,62 €
    Cairo editore 1.092.155,81 €
    DeAgostini 943.272,40 €
    LaStampa 2.589.519,04 €
    Ed. Espresso 8.072.246,05 €
    Hach. Rusconi 1.994.627,23 €
    Il Messagero 1.214.356,20 €
    Sole24Ore 3.108.670,19 €
    SanPaolo 1.263.069,46 €
    Poligrafici 2.270.930,07 €
    Rcs (varie) 13.351.668,98 €
    Europea Ediz. 1.656.506,70 €

    In totale sono 495 editori ad aver avuto questo credito d’imposta (minori tasse pagate). Il totale in €… non c’è. Che dire?

    Il prezzo della cultura! ;-)


  17. Mi viene da ridere:
    Libero, il gironale fondato da Farina, in arte l’agente betulla…
    senza parole.

    La Gabbanelli è una giornalista degna di tale qualifica… gli altri si passassero una mano sulla coscienza.

  18. aghost Says:

    purtroppo in italia il giornalismo d’inchiesta ormai lo fanno i comici, il che è tutto dire

  19. aghost Says:

    frap grazie dell’aggiunta, come vedi soldi a tutti come se piovesse. Ma mi pare che, nonostante le generose prebende, il giornalsmo italiano sia tutt’altro che entusiasmante. Forse non gli danno abbastanza soldi? :)

  20. frap1964 Says:

    In effetti il fondo per la riqualificazione e la mobilità dei giornalisti ha erogato solo 6.898.547,61 € tra il 2001 ed il 2005 per 172 giornalisti (in media 40.108 € per giornalista). Si può daaaare di più… !! :-)

  21. Daniele Says:

    aghost, riprendo una tua frase

    “Lo stato deve garantire la libertà di espressione di tutti, e i mezzi per farlo”

    non voglio certo passare per quello che sostiene i finanziamenti scandalosi all’editoria considerati da Report, ma sono fortemente preoccupato dall’idea che il libero mercato possa risolvere ogni male. Anche negli stati uniti, l’esempio di massima, esistono strutture di controllo che vigilano sullo stesso perché “la mano invisbile” non riesce a risolverle da sola. Sui finanziamenti passati hai pienamente ragione nel momento in cui parli di cattiva gestione e accordi “tra amici” che non hanno portato grandi frutti, ma una soluzione è rivedere il meccanismo di gestione una cosa è toglierlo totalmente.

    Parlare di giornalismo italiano è una generalizzazione discutibile. A chi fai riferimento? Ai professionisti che fanno della propria attività il baricentro della propria vita professionale? Includi tutto il mondo (la maggior parte) dei pubblicisti che sono precari all’ennesima potenza? Le parole sono importanti, anche se si vuol fare una critica un po’ populista che falcia alla radice senza distinzione.

  22. aghost Says:

    daniele, io sono d’accordo con te. Ho precisato in un altro post che non sono un fanatico del liberismo, tutt’altro. Ma qui siamo di fornte a delle distorsioni inaccettabili: soldi a pioggia a tutti perché cosi si mantiene il consenso e il controllo. Il risultato però è che il giornalismo italiano nel suo complesso (devo per forza generalizzare) è considerato scadente e tra i meno credibili in europa. Se la gente non legge i giornali ci sarà pure una ragione che non sia solo quella “dell’analfabetismo di massa”.

    Buona parte dei giornali piu importanti sono praticamente in mano a gente che fa l’editore ma che ha interessi totalmente differenti dall’editoria. Es. i caltagirone, berlusconi, la famiglia agnelli eccetera.

    L’idea anglosassone che la stampa debba essere “il cane da guardia del cittadino” in italia fa semplicemente ridere, non è quasi mai stato cosi, i media sono sempre stati strumenti di propaganda della politica e dei gruppi economici. Non che all’estero siano tutte rose e fiori ma se da noi è cosi ci sarà una ragione o no?

  23. Daniele Says:

    aghost.. “o no” :)

    Più mi guardo attorno (fuori da questo paese) e più mi accorgo che NOI (italiani) abbiamo quello che ci meritiamo. Siamo talmente assuefatti dagli scandali e dalla cattiva gestione che oramai subiamo silenziosi senza muovere più un dito.

  24. Luca Rosso Says:

    Ci si dovrebbe mettere d’accordo fra i vari circuiti di blog a inondare gli uffici stampa di tutte le istituzioni e di tutti i giornali per insistere affinché ci siano giornali non finanziati dalla collettività. Il problema però sarebbe un altro: non è che ci troviamo poi con pochi magnati (magnacci) che influenzano l’informazione perché non è finanziata altrimenti? Qualcuno mi sa rispondere cosa ha già desunto a riguardo se non lui qualcun altro? Grazie, ciao e buon lavoro! ;-)

  25. aghost Says:

    luca, è chiaro che senza contributi statali il rischio è che possano fare “informazione” solo quelli che hanno i soldi. Ma è anche vero che il modo con cui si finanzia l’editoria oggi è a dir poco indecente. Quanto meno bisognerebbe ripensare il metodo

  26. Luca Rosso Says:

    mmm… per esempio usando internet e finanziando una rete pubblica decente? Perché l’intelligenza distribuita del web non comincia a pensare a delle risposte critiche, ascoltando cioè e ribattendo alle critiche in modo trasparente? Anziché finanziare i vari giornali e misurarne le quote di successo usando come parametro le vendite io potenzierei internet, che a livello mondiale è riconosciuto come i futuro dell’informazione. Buon lavoro ;-)

  27. aghost Says:

    ho scritto alla Gabanelli la mia solidarietà. Mi ha risposto:

    “Purtroppo Feltri non ci ha querelato, bensì ha annunciato una causa civile con richiesta di risarcimento danni. Ovvero, vista la lunghezza dei processi civili, mi terrà a bagno maria per una decina d’anni!
    Un caro saluto
    Milena


  28. feltri dimostra una partigianeria feroce, sa difendersi come tutti gli altri solo a colpi di querele. e la dignità mai?

    aboliamo la legge vergogna sul finanziamento all’editoria politica!!!

  29. angelo sgarra Says:

    Settimo 5-3-08
    Sono un lelespettatore che guarda sempre la sua trasmissione con molto interesse.
    Volevo chiedergli sig.ra Gabanelli,non puo’ fare una parte delle trasmissioni dedicata agli evasori fiscali? In particolare dedicata ai lavoratori autonomi e commercianti,che piangono sempre miseria?
    Questi individui mi risulta sono circa 4 milioni sono per l’Italia una palla al piede
    perche’,non pagano le tasse e sfruttano al massimo tutti i servizi sociali e non.
    Io conosco uno che ha dei problemini di cuore, che ogni volta che dovrebbe fare dei controlli,si presenta al pronto soccorso di sabato ovviamente perche’ gli altri giorni lavora ,e guadagna benone, dice che sta’ male e si fa fare tutti i controlli del caso. Sa’ quanto costa un’eco cardiogramma alla sanita’ pubblica? Questi signori non pagano niente.Dichiarano meno di 10.000 euro all’anno quando va bene.Mi dice un sindacalista che fa i modelli ISEE che c’e’ gente che dichiara 500 , -2000 -2500 euro all’anno.Quindi sono esenti da tutto, e poi le mogli che vanno a prendere i loro figli a scuola con vetture da 80.000 euro.
    Io sono un signore in pensione che ha versato 39 anni di contributi prendo 1200 euro al mese e pago ancora tutto,Irpef, ticket e quant’altro.
    I miei figli all’asilo e a scuola hanno sempre pagato le quote massime perche’ lavora anche mia moglie e si supera il reddito, il reddito di qelle persone chi lo controlla?
    Quegli individui hanno tutti la casa al mare ,la barca e la casa in montagna.
    Come si fa a sopportare un’indecenza cosi’.
    Io direi di trasmettere fino alla noia queste cose,in modo che qualcuno prenda provvedimenti,non’e’ possibile che questi parassiti la passano sempre liscia, e poi ridono alle nostre spalle, dicendo che solo i fessi pagano le tasse.

    Saluti SGARRA Angelo via Provana n.35/a
    antoniosgarra@yahoo.it

  30. Bruno Says:

    @ Aghost

    ( Se potessi postare un link, sarebbe tutto più semplice … )

    Aghost, “liberismo” significa proprio questo …
    privilegi per i potenti, monopolio contrapposto alla concorrenza, sovvenzioni ad ogni affare “privato” che venga in mente ai cinghiali, e via dicendo ( non farti ingannare dalla radice etimologica del termine …. E’ un po’ la stessa storia di chiamare “Banca d’ Italia” un’ accolita di ladri privati, ricordi ??? )

    Perchè, nonna, hai la bocca così grande ?
    “per poterti raccontare meglio le balle, quelle balle che servono a mangiarti senza che tu neanche te ne accorga …”

    … Ma come, tanto tempo sul blog, e ancora qualcuno crede all’ “informazione” tradizionale ….?
    Non è che propaganda, pagata dal contribuente come tutto il resto dell’ apparato … dove sta la stranezza ?

    Controllo monetario e Controllo mediatico sono le due basi d’ appoggio di tutto il sistema … tutto il resto viene da sè.

    Bruno

  31. aghost Says:

    bruno i link si possono postare.. se per caso akismet stoppa i messaggi coi link, io poi li ributto dentro :)

  32. Bruno Says:

    OK, allora ci provo:

    “Il Colosso dai Piedi di Merda” analizza per benino le basi ( e quello che fa più incazzare è che sono basi “virtuali” ) su cui poggia il sistema … ossia Controllo Monetario e Controllo Mediatico.

    Il resto viene da sè ….

    (Provare per credere:
    http://brunotto588.blog.espresso.repubblica.it/il_linguaggio_dimenticato/2008/02/il-colosso-dai.html

    Bruno

  33. baolros Says:

    Il tema sul finanziamento pubblico alla stampa, è molto delicato e controverso. Non puoi applicare le regole del mercato ad un giornale come se fosse un formaggino o un nuovo profumo. E’ vero che in Italia abbiamo il vizietto di approfittare di certe leggi. Ma penso ad un giornale come Il Manifesto che, comunque la pensiate, è un giornale libero e che non ha padroni. Se si tolgono questo fondi, solo chi ha i soldi avrà diritto di parola. Se vi sembra libertà di stampa questa.


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