Il denaro: un’affascinante scommessa sul nulla

giugno 3, 2007

A chi si interessa delle tematiche legate al denaro consiglio caldamente il bellissimo libro di Massimo Fini. Cos’è il denaro? Quando e perché è nato? Il denaro è una logica affascinante ma tremendamente insidiosa che ha finito per soggiogarci e determinare gli stili, i ritmi, le modalità e gli scopi della nostra vita, disegnando prospettive inquietanti.

Se dal punto di vista individuale il denaro è un credito, preso globalmente è un debito sempre più colossale che stiamo accumulando col futuro. È una scommessa continua su se stessa, cioè sul vuoto. Fino a quando potrà durare il gioco? Il libro di Massimo Fini è da un lato una storia del denaro, rigorosamente documentata, dall’altro è un attacco radicale alla società contemporanea di cui il denaro, col suo abnorme sviluppo, è insieme metafora e concretissimo strumento.

ll DENARO “STERCO del DEMONIO”
Storia di un’affascinante scommessa sul nulla”

Da utile mezzo è diventato fine, da servo si è fatto padrone, crediamo di maneggiarlo ed invece ci manipola, crediamo di usarlo ed invece ci usa, crediamo di muoverlo ed invece ci fa muovere, anzi trottare, crediamo di possederlo ed invece ci possiede.

Inoltre, considerato globalmente, il denaro ha raggiunto un tale stratosferico volume e lo abbiamo caricato di tali aspettative che, prima o poi, gonfiato a dimensioni oniriche, imploderà con conseguenze devastanti.

I teologi, cristiani e mussulmani, sono sempre rimasti impressionati dalla capacità di possessione del denaro e dalle devastazioni che può compiere nell’animo umano.

Più laicamente i marxisti più ortodossi l’hanno dannato perché sarebbe lo strumento per appropriarsi del lavoro altrui. Gli psicoanalisti lo apparentano allo sterco, per il piacere che se ne trae sia nell’espellerlo che nel ritenerlo. Ma se è sterco è uno sterco molto speciale, trascendente e metafisico: è, per dirla con Lutero, lo sterco del Demonio.

CHE COS’È IL DENARO
Tradizionalmente le funzioni del denaro sono quattro:

1. Misura del valore;
2. Intermediario nello scambio;
3. Mezzo di pagamento;
4. Deposito di ricchezza.

Niente da dire sulle prime tre. Ma togliamoci dalla testa che il denaro sia ricchezza o che la rappresenti (nel 1600 gli spagnoli ricchi dell’oro e argento rapinato agli indios si ritrovarono più poveri di prima, e nel 1929 le ricchezze in denaro divennero carta straccia). Il valore di una mucca invece, per quanto possa variare, non può essere ridotto a zero, ci ricaverò sempre del latte o, alla mala parata, ne farò bistecche. Io posso essere certamente disposto a scambiare la mia mucca per denaro, ma non cambierei mai tutti i beni del mondo con tutto il denaro del mondo. Perché non saprei cosa farmene.

Il denaro non aumenta di nulla la ricchezza del mondo, perché può acquistare unicamente ciò che c’è già, può trasferire solo la titolarità della proprietà delle cose. Può spostare ricchezza, non è esso stesso ricchezza.

Il denaro raggiunge la sua perfezione e la sua purezza quanto più si smaterializza, perché il denaro in quanto tale non esiste in natura: è un’astrazione. Infatti in qualsiasi forma si presenti (moneta-merce, oro, monete metalliche, cartamoneta, banconote, azioni, obbligazioni, registrazioni in conto corrente, impulsi elettronici, tacca con cui il barista segna che gli devo un caffè) il denaro è una promessa.

Funziona da intermediario nello scambio non perché è un valore materiale ma in quanto è una promessa. Altrimenti si tratterebbe di un baratto, di un semplice scambio di cosa contro cosa. Chi detiene il denaro è in possesso di una promessa che qualcuno, per il momento indefinito, farà qualche cosa per lui (gli fornirà una merce, un servizio, eccetera). La moneta invece è il segno dell’esistenza di questa promessa.

Se il denaro è una promessa la moneta è una convenzione con la quale si concorda che un determinato oggetto funziona come garanzia di tale promessa, come titolo di credito. Infatti il denaro, quale che sia la sua forma, è sempre un credito. La promessa (cioè il denaro, oltre a essere di per sé aleatoria, non regge all’infinito. È un fatto che i debiti, alla lunga, non sono pagati. Se così non fosse, qualunque piccolo gruzzolo, depositato in banca, nel giro di qualche decennio diventerebbe, con gli interessi composti, enorme. Invece, nel giro di qualche decennio, e anche molto prima, quel gruzzolo scompare. Ma poiché il denaro non esiste, è un credo, una fede, un’illusione, può sparire anche di colpo o in pochissimi giorni.

Sismondi fa un divertente elenco di casi, a lui vicini nel tempo, in cui il denaro si volatilizzò: l’antica Banca di Copenaghen fu costretta a sospendere i pagamenti nel 1745; rifondata nel 1791 collassò nuovamente nel 1831; la Banca di Vienna sospese i pagamenti nel 1797; e la Banca di Stoccolma, la prima Banca centrale comparsa al mondo, nel 1762 pagava soltanto 1/96 dei suoi debiti originari.

Più recentemente si possono ricordare la grande inflazione che colpì gli Stati Uniti dopo la guerra di secessione (al Sud la moneta perse il 98,4% del suo valore) e quella, ancor più devastante, di Weimar che in pochi mesi cancellò l’intero risparmio tedesco, o il crollo di Wall Street del ’29.

Ripetiamo: è un fatto che i debiti, alla lunga, non sono pagati. La promessa non viene mantenuta. Il denaro scotta quindi fra le mani e bisogna liberarsene prima che cominci a bruciare le dita. Come il famoso cerino acceso. L’abilità consiste, come nel gioco, nel tenere il cerino in mano fino all’ultimo momento.

Per questo gli imprenditori e i finanzieri, che sono gli individui che meglio hanno capito la funzione del denaro, lo fanno girare vorticosamente
, cambiandogli di continuo impiego e trattenendo solo quel minimo di liquidità che è loro indispensabile, pronti a disfarsene del tutto. Il gran gioco del denaro è tutto qui: far ricadere, al momento opportuno, la sua inesistenza sui troppo creduloni.

Il modo più ragionevole di usare il denaro è quindi disfarsene. E anche piuttosto in fretta. Chi vende infatti per denaro è, in teoria, un fesso. Perché cede qualcosa che c’è (un bene, un lavoro) per qualcosa che non c’è ed è mera aspettativa di qualcosa che forse ci sarà. Scambia la certezza del presente con l’incertezza del futuro. Ed è inutile quindi mettere in discussione l’interesse o l’attività finanziaria se non si mette in discussione il denaro.

Perché tutto è cominciato lì. È una marcia partita migliaia di anni fa, lenta all’inizio, contrastata per molti secoli; durante il Medioevo, il denaro scomparve e riapparve come una profezia intorno all’anno Mille. Da allora la sua marcia è diventata una scorribanda trionfale che ha finito per travolgere tutto, uomini e cose.

[Selezione di brani dal libro di Massimo Fini]

Fini Massimo
Il denaro «Sterco del demonio»
pp. 288, 3a ed.
Euro 7,00
isbn: 8831782479

Massimo Fini è nato nel 1944. Scrittore e giornalista, scrive per “Il Giorno”, “La Nazione”, “Il Resto del Carlino” e “Il Gazzettino”. È autore di Il conformista (1990) e di due fortunate biografie storiche: Nerone, duemila anni di calunnie (1993), Catilina. Ritratto di un uomo in rivolta (1996). Per Marsilio ha pubblicato Di[zion]ario erotico. Manuale contro la donna a favore della femmina (2000, seconda edizione), Nietzsche. L’apolide dell’esistenza (2002, terza edizione), Il vizio oscuro dell’Occidente. Manifesto dell’Antimodernità (2002, quarta edizione) e la trilogia di saggi storico-filosofici La Ragione aveva Torto? (1985), L’elogio della guerra (1989), Il denaro “Sterco del demonio” (1998), che vengono riproposti in edizione tascabile.

Nel 2005 ha fondato il movimento politico Movimento Zero.

Il sito ufficiale di Massimo Fini
Il sito ufficiale di Movimento Zero

2 Responses to “Il denaro: un’affascinante scommessa sul nulla”

  1. MFP Says:

    Bravo Aghost, hai toccato un altro punto cardine. Oggi i danni creati dal denaro non si contano… il passaggio dall’economia (gestione delle risorse) alla finanza (gestione del denaro) è il corto circuito più grosso del mondo. A breve il tema diventerà scottante… perchè esistono gia’ le prime emanazioni virtuali del denaro… e in rete i corto circuiti esplodono.

  2. Luca Rosso Says:

    Credo che i denaro sia una specie di cortocircuito per il motivo che chi governa lo consente. Con dei paletti al posto giusto, anche il denaro riprende i suo posto. Il problema non credo sia il denaro ma l’uso che se ne fa, credo che a questo possa servire l’autorità, per impedire le derive. Per farlo occorrerebbe però credo in primis uno stato più snello, cioè agile e poi meno disinteressato. Buon lavoro ;-)


Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto Twitter

Stai commentando usando il tuo account Twitter. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: