Multe ridicole ai gestori telefonici, ora basta

giugno 21, 2007

Telecom Italia è da sempre in testa nell’ingloriosa classifica dei condannati per pubblicità ingannevole. Nonostante le condanne però continua imperterrita, come se nulla fosse. Il motivo è chiaro ed è sempre il solito: le multe sono talmente ridicole che Telecom se ne frega della condanne dell’Authority.

Se con una pubblicità ingannevole guadagno 100, rischiando praticamente zero, lo capisce anche un bambino della terza elementare che le sanzioni non serviranno mai a niente. Ma anche l’Authority continua imperterrita a multare sapendo benissimo di pestare l’acqua nel mortaio. Ma allora a chi serve questa farsa?

Stefano Quintarelli in occasione dell’ennesima multa a Telecom e Vodafone di 124 mila euro, ha provato a calcolare l’incidenza delle sanzioni in rapporto al fatturato:

Tim e Vodafone fatturano oltre 14 miliardi di Euro all’anno. Una sanzione di 124mila euro pesa come se a uno che guadagnasse 14 mila euro all’anno gli facessero una sanzione di 12 centesimi (o 28.000 euro all’anno, 25 centesimi; o 42.000 euro all’anno 37 centesimi; o 113.000 euro all’anno, 1 euro).

Una delle condanne più recenti per pubblicità ingannevole riguarda Tim e il suo piano “Maxxi TIM Web Time” (finalmente!), per il quale un consumatore ha protestato per  l’ingannevolezza del messaggio in quanto si ometteva di specificare che, alla scadenza mensile dell’offerta e in caso di mancato riacquisto, la connessione internet rimaneva attiva ad una tariffa nettamente più elevata (6 euro a mb!) rispetto a quella applicata durante il periodo di validità dell’offerta.

La multa stabilita dall’Authority, considerate anche “le circostanze aggravanti in quanto l’operatore pubblicitario risulta destinatario di numerosi provvedimenti di ingannevolezza o di illiceità in violazione del Decreto Legislativo n. 206/05” è stata di 37.100 euro (trentasettemila e cento).

Un importo che fa ridere. A me Tim ha ciulato almeno 220 euro con lo stesso sistema, e certamente sono migliaia gli “altri polli” che sono caduti nell’infame trabocchetto. Costoro chi li ripaga? Se la pubblicità è ingannevole, come ha riconosciuto l’Authority, non avrebbero diritto ad un rimborso?

Ovviamente i milioni di euro scippati agli utenti con questi espedienti truffaldini finiscono in cavalleria o, meglio, nelle capienti casse della Tim, che se la cava elegantemente con una multa che non le fa né caldo né freddo.

Eppure, come ho scritto in precedenza, sarebbe così semplice stroncare queste furberie e scorrettezze dei gestori, basterebbe stabilire:

1) dure sanzioni ai trasgressori

2) l’obbligo di ripetere l’esatto numero di uscite pubblicitarie (radio, stampa e tv eccetera) col messaggio di condanna dell’Agcom, con gli stessi identici spazi della pubblicità ingannevole (e non col solito trafiletto di 5 righe riportato nei giornali)

Sono (sarebbero) misure di buon senso che però nessuno si preoccupa di adottare, nonostante la pubblicità ingannevole generi guadagni indebiti di molto milioni di euro, letteralmente scippati ai consumatori.

11 Responses to “Multe ridicole ai gestori telefonici, ora basta”

  1. Luca Rosso Says:

    Mi pare di aver letto un post su una certa legge numero 8 del 48 che se un giornale scrive notizie diffamatorie è obbligato a correggersi usando lo stesso spazio ed entro due giorni penna la multa di 5 milioni di allora. Sarebbe interessante una legge analoga ma applicata alla pubblicità ma con sanzioni interessanti confrontate al fatturato. Tanto in ogni caso sanno quello che fanno: sarebbero obbligati perlomeno ad essere onesti dicendo: guai a me se mi viene la tentazione di confondermi o confondere. Utopia?! Buon lavoro ;-)

  2. aghost Says:

    anche in questo caso quello che manca è la politica, che imponga regole e le faccia rispettare. Invece la politica che abbiamo spalleggia gli interessi economici dei soliti noti


  3. Aghost come riportato anche nel nostro ultimo comunicato di Generazione Attiva riguardo la multa che abbiamo fatto avere a TIM di 64mila Euro per lo spot “tim tribu azzera i costi di ricarica” ci stiamo attivando affinché venga modificato il Codice del Consumo nella parte in cui prevede un tetto massimo di 100mila Euro per sanzioni riguardo la pubblicità ingannevole.
    Stiamo analizzando la situazione a livello internazionale e devo dire che ne escono cose molto interessanti: da paesi dove i soldi vanno ai consumatori ad altri in cui la sanzione è proporzionata al budget utilizzato per la campagna pubblicitaria oggetto di ingannevolezza ad altri in cui è anche prevista la pubblicazione su un quotidiano della sentenza di condanna.
    Speriamo che Catricalà ascolti le nostre osservazioni e le faccia proprie (perché no anche in occasione della prossima relazione annuale dell’Antitrust il 26 giugno prossimo).
    Noi ci stiamo lavorando ;-)

  4. aghost Says:

    bravo d’ambra, ma sperare una cosa simile da Catricalà (e da chiunque altro nominato per via politica) è come aspettare l’arrivo dei marziani :)

    I provvedimenti per stroncare i messaggi ingannevoli, come ho scritto, sono molto semplici e di buon senso, e passano inevitabilmente per l’inasprimento delle sanzioni. Tutti capiscono che se la multa per eccesso di velocità fosse di 50 centesimi o anche meno, nessuno rispetterebbe i limiti. Il problema è che manca la volontà politica di andare a toccare certi interessi economici. ciao :)


  5. bravo d’ambra, ma sperare una cosa simile da Catricalà (e da chiunque altro nominato per via politica) è come aspettare l’arrivo dei marziani :)

    Aspettiamo martedì…. ;-)

  6. aghost Says:

    va bene, tienici informati :)


  7. Eccomi appena tornato da Roma ;-) Missione compiuta:

    PUBBLICITA’: ANTITRUST, SE E’ INGANNEVOLE SANZIONI COMMISURATE A FATTURATO =
    O IN PROPORZIONE A COSTO CAMPAGNA Roma, 26 giu. (Adnkronos) – Per arginare il fenomeno della pubblicita’ ingannevole, l’Antitrust chiede che le sanzioni nei confronti delle imprese siano commisurate al fatturato o siano determinate in proporzione al costo della campagna pubblicitaria. E’ il presidente Antonio Catricala’ a sottolineare infatti come “nei mercati piu’ ricchi la sanzione pecuniaria non si dimostra efficace”. Altra misura che potrebbe rivelarsi utile e’ la rettifica pubblica del messaggio ingannevole ”con maggiore deterrenza nei confronti delle imprese attente all’effetto reputazionale”.

  8. aghost Says:

    bravo d’ambra molto bene. Ora bisogna vedere se le richieste di Catricalà vengono accolte. Io scommetto di no :)))

    E se si lo saranno solo in parte, si farà il solito aggiustamento all’italiana


  9. Beh sono arrivati i marziani quindi tutto è possibile :-P

    “bravo d’ambra, ma sperare una cosa simile da Catricalà (e da chiunque altro nominato per via politica) è come aspettare l’arrivo dei marziani :)”

  10. Luca Rosso Says:

    Allora W i marziani, ma son come Tommaso…

  11. aghost Says:

    ok d’ambra, 1 a 0 per te :)

    Ora pero, oltre alle buone intenzioni, aspetto le decisioni concrete ;)


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