Il dolcificante che provoca il cancro

Già venticinque anni fa esistevano documentazioni che parlavano di tumori al cervello, ovaie, utero, mammelle, testicoli, tiroide e pancreas provocate dall’aspartame, un noto dolcificante. Nonostante tutti i rischi conosciuti, il prodotto fu commercializzato e gli “insider” dell’industria hanno fatto tutto il possibile per non far giungere questo tipo di notizie al grosso pubblico.

L’utilizzo di aspartame negli alimenti fu vietato fino al 1981. Per oltre otto anni la FDA (Food and Drug Administration – Amministrazione degli Alimenti e dei Medicinali) rifiutò di approvare l’uso dell’aspartame a causa delle convulsioni e dei tumori al cervello che questa sostanza provoca negli animali da laboratorio. L’FDA continuò a rifiutare di approvarlo fino a quando il commissario della FDA che aveva negato l’approvazione dell’aspartame non fu rimosso.

Un nuovo studio del Centro di Ricerca sul Cancro Cesare Maltoni della European Ramazzini Foundation non solo ha confermato ma ha anche rinforzato un precedente studio dello stesso istituto che aveva dimostrato come il dolcificante naturale aspartame causasse leucemie e cancri nei topi. Questa nuova ricerca italiana mostra come l’aspartame, in dosi simili a quelle utilizzate nelle moderne diete, se somministrato durante tutta la vita dei topi causa un aumento dell’incidenza del cancro. Il ricercatore italiano responsabile, il dr. Morando Soffritti, ha ricevuto il Selikoff Award per le sue ricerche sul cancro.

Le accuse all’asparatame di causare il cancro non sono nuove: nel 1985 il dr. Adrian Gross, tossicologo alla FDA, ammonì il Congresso sottolineando come l’aspartame violasse l’Emendamento Delaney che proibisce la presenza negli alimenti di sostanze chimiche responsabili di cancro negli animali. Il dr. Betty Martini, che da anni si batte contro l’aspartame, ha documentato i cambiamenti di giudizio della FDA e l’approvazione finale dell’agenzia sul dolcificante attraverso ciò che sembra essere stata una potente pressione politica. Betty ha sottolineato come questo nuovo studio conferma i rischi derivati dall’uso del dolcificante.

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