Italia.it, i documenti restano “segreti”
luglio 10, 2007
La famosa commissione che doveva rispondere “no” riguardo l’accesso ai documenti dell’appalto per il mega portale italia.it da 45 milioni di euro si è pronunciata: “no”, per l’appunto :) I cittadini non devono metter becco, punto.
La motivazione è scritta nel miglior burocratese:
“La giuriprudenza maggioritaria e l’opinione ormai stabilizzata dalla stessa Commissione si sono consolidati nel senso che il diritto di accesso, riconosciuto dall’art.22 L.241/90 non configura una sorta di azione popolare diretta a consentire un generalizzato controllo dell’attività della Pubblica Amministrazione, ma deve correlarsi ad un interesse qualificato che giustifichi la cognizione di determinati documenti.Nel caso di specie, non si è rilevato un interesse diretto, concreto, attuale, corrispondente ad una situazione giuridicamente tutelata e collegata ai documenti ai quali è chiesto l’accesso, così come previsto dal nuovo art.22 della L.241/1990, novellato dalla L. n.15/2005.
La posizione legittimante l’accesso è costituita da una posizione giuridicamente rilevante e dal collegamento qualificato tra questa posizione sostanziale e la documentazione di cui si pretende la conoscenza (Consiglio di Stato, sez. V, 16 gennaio 2004, n.127), posizione sostanziale non individuabile nell’aggregazione spontanea “Scandaloitaliano”, dal momento che la semplice riunione di soggetti non legittimati all’accesso non può creare ex se la prescritta legittimazione in capo alla riunione stessa”
In un paese serio tutti i documenti dell’amministrazione pubblica dovrebbero essere pubblici e non dovrebbe esistere nessuna necessità di chiedere l’autorizzazione a grottesche e inutili commissioni per leggerli.
Ma l’Italia è l’unico paese al mondo dove bisogna pagare per consultare le leggi dello Stato sulla Gazzetta Ufficiale, figuriamoci se permettono al cittadino di ficcanasare negli atti ufficiali.
Powered by ScribeFire.
luglio 10, 2007 at 10:39 PM
La cosa migliore da fare a questo punto è non visitare per niente lo schifo di sito creato con i nostri soldi.
Chissà che generando di conseguenza un flop clamoroso, non si arrivi a “tirare le orecchie” definitivamente a chi se lo merita.
luglio 11, 2007 at 12:49 am
Non sono d’accordo, secondo me la cosa migliore da fare è di creare un’alternativa e mettersi tutti ad usare quella… se vogliamo fare a braccio di ferro in modo elegante.
Se invece vogliamo andare a fare a botte, bisogna trovare la procedura legale corretta per tirare fuori la merda… ricorso al tar?
Occorrono in definitiva dei webmaster per fare un sito alternativo documentandone i costi, e degli avvocati che vogliono patrocinare la causa.
luglio 11, 2007 at 7:41 am
i documenti devono tirarli fuori, punto. Non sono d’accordo per nulla sul sito “alternativo”: sarebbe come se, dopo aver costruito il ponte sullo Stretto di Messina con costi e sprechi pazzeschi, i cittadini si mettessero a costruirne un altro parallelo :)
Anche il “boicottaggio” non avrebbe senso, perché il sito verrebbe visto soprattutto da stranieri che nulla sanno di questa storia
luglio 11, 2007 at 9:35 am
Questa è la persona “adatta” cui scrivere. :-)
http://www.antoniopalmieri.it/
Ha già proposto un’interrogazione parlamentare in proposito, è tra i fautori della legge Stanca e sul suo sito personale tra I MIEI LINK annovera
scandaloitaliano
http://scandaloitaliano.wordpress.com
e
webaccessibile
http://www.webaccessibile.org/
Scrivere tutti ad Antonio Palmieri perchè faccia un’interrogazione parlamentare urgente chiedendo esplicitamente se sul contratto con IBM & C. sono effettivamente esplicitate le prescrizioni in materia di accessibilità. Senza queste, secondo la legge, il contratto con IBM è nullo e non emendabile.
Sono davvero curioso di vedere se questo “onorevole” è così onorevole da fare lo sgambetto al suo capo primo (a cui si deve ‘sto bel progettone).
luglio 11, 2007 at 10:41 am
Generazione Attiva attende ancora la risposta dal Governo…. vediamo cosa risponderà ad un’associazione di consumatori…
luglio 11, 2007 at 11:38 am
Roba da non credere… proprio oggi.
http://www.innovazionepa.gov.it/ministro/salastampa/notizie/587.htm
“Ascoltare per innovare”
OST… (Open Space Technology)
http://www.cantieripa.it/inside.asp?id=2328
La customer satisfaction…
http://www.cantieripa.it/inside.asp?id=1916
Ma nemmeno il senso del ridicolo ha questa gente !!
luglio 12, 2007 at 9:19 PM
frap, ci prendono per il culo… se la cavano perchè prendono noi che ce ne rendiamo conto (quelli connessi alla rete) siamo meno del 25% della popolazione… inutile prendersela a male, scendere per strada e aggregarsi a qualsiasi manifestazione, firmare le petizioni (che non richiedono neanche di spenderci tempo)… fare, fare, fare… inutile che stiamo ancora a scandalizzarci. Ue’, ma ti pare normale che dei documenti con cui vengono spesi 45 milioni di euro pubblici (miei, tuoi, di Aghost, di tutti), per fare un sito web (neanche a dire che stiamo parlando di sviluppare un’arma tattica ultrasegreta), non siano accessibili pubblicamente? Non è possibile, non è ammissibile, non è democratico. Se con Berlusconi ne avevamo il sentore, ora è chiaro: siamo in un regime, un’oligarchia che manipola le masse e non cura gli interessi dello stato italiano.
luglio 13, 2007 at 1:45 PM
Anche Beppe Grillo “scopre oggi” lo scandaloitaliano degli appalti informatici nella PA italiana…
luglio 22, 2007 at 10:54 am
E’ in atto un ricorso alla commissione governativa di accesso ai documenti. La legge lo consente, a tutela del cittadino. Questo interrompe il periodo di 30 gg. entro i quali è possibile ricorrere al TAR dopo la risposta negativa del DIT.
La commissione si riunirà, la prossima volta, a settembre. Le riunioni della commissione sono valide se sono presenti almeno 7 dei 13 membri. La commissione è presieduta di diritto dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio. Attualmente è Enrico Letta ( letta_e@camera.it ).
Era una possibilità ulteriore ed aggiuntiva: perchè non sfruttarla ?
Il testo del ricorso è leggibile qui:
http://millionportalbay.wordpress.com/2007/07/22/italiait-corsi-e-ricorsi/
Poichè scandaloitaliano è una spontanea aggregazione di cittadini, ma senza “tutela giuridica”, ciascun firmatario della petizione originale ha pieno titolo a presentare un ricorso individuale e motivato contro la decisione del DIT.
Il ricorso può essere presentato anche solo per via telematica, la legge lo consente.
In pratica basta inviare un’ e-mail a questo indirizzo:
commissione.accesso@governo.it
e motivare il ricorso.
La commissione ha l’obbligo giuridico di esaminarlo e di rispondere al ricorrente.
Inondare la commissione di ricorsi individuali contro questa decisione del DIT potrebbe non essere una cattiva idea, tanto per far capire che sulla trasparenza… non scherziamo affatto. :-) :-) Il testo pubblicato qui:
http://millionportalbay.wordpress.com/2007/07/22/italiait-corsi-e-ricorsi/
anche con opportune modifiche, variazioni e sintesi è liberamente utilizzabile.
luglio 22, 2007 at 12:31 PM
quindi è sufficiente che 7 membri non si presentino per creare ulteriori ritardi?
luglio 22, 2007 at 6:29 PM
@Alessio
La risposta è SI’, se vai qui:
http://www.governo.it/Presidenza/ACCESSO/sedute.html
vedi la cronologia delle sedute e come puoi constatare non è esattamente di 30gg in 30 gg.
Il parere non è comunque obbligatorio e non è vincolante. Certo, trovare un’ amministrazione che dopo che ha chiesto un parere che tarda da qualche mese, si assuma la responsabilità di decidere comunque in proprio credo sia un po’ difficile (perchè farlo?). In effetti potrebbe anche farlo, perchè in ogni caso esiste la possibilità di ricorso. Come è stato fatto in questo caso … dove l’assenza del verbale originale allegato della commissione, ha fatto anche insorgere il dubbio che in realtà la risposta “formale” della commissione, pur non vincolante, non sia mai arrivata.
Non a caso nel ricorso è stato chiesto “cortesemente” di produrre copia del verbale… :-)
luglio 23, 2007 at 9:45 am
[…] ad una commissione apposita: nella risposta in perfetto burocratese si afferma i cittadini non sono soggetti legittimati ad una richiesta del genere. Ma il popolo non doveva essere sovrano? Ma allora che stiamo a fare, […]
ottobre 19, 2007 at 5:46 am
[…] serviva al turismo ma a far mangiare un po’ di gente. Il governo che nasconde i documenti, ancora segreti, dell’appalto, è […]