Aforismi sul matrimonio
novembre 28, 2007
Un bel post di aforismi sul matrimonio dal blog di Placida Signora.
Si dice che il primo sonno tranquillo di Adamo sia stato anche l’ultimo, perché quando si svegliò aveva moglie; e già il primo matrimonio della storia non fu del tutto facile, visto la cacciata dall’Eden, il fratricidio, e tutte quelle belle cosine che ne seguirono.
Forse è per questo il matrimonio è da sempre uno dei grandi ispiratori -in negativo- di saggezza popolare e motti vari; quel misoginone di Disraeli affermava “sono convinto che tutte le donne dovrebbero sposarsi, ma non l’uomo“; per quel cinicone di Dumas figlio “la catena del matrimonio pesa tanto, che bisogna essere in due a portarla, e a volte anche in tre” e per quel mugugnone di Roberto Gervaso “ai matrimoni gli uomini ridono e le donne piangono perché i primi non sanno che cosa li aspetta, le seconde sì“.
Per il poeta Heine “colui che si ammoglia è come il Doge che sposa il mare Adriatico. Egli non sa che cosa ci sia dentro quella che sposa: tesori, perle, mostri, tempeste ignote“.
A questo proposito a Bologna dicono “ch’is marida, zuga un térn al lòt“, chi si sposa gioca un terno al lotto, perché effettivamente non si è mai del tutto certi di azzeccarlo.
Se per i tedeschi “matrimonio fatto solo per amore fa viver con dolore“, perché l’infatuazione può passare in fretta e cadono le fette di prosciutto dagli occhi innamorati, per Maurice Donnay “certe donne, il giorno dopo il matrimonio sono già vedove del marito che avevano immaginato” ma la frase, maschietti miei, è perfettamente ribaltabile.
D’altronde “il matrimonio è come la morte, pochi ci arrivano preparati“, e così può accadere di dover dare ragione a chi giura ” nel matrimonio,un mese di miele ed il resto di fiele“.
Il sarcasmo spesso si spreca; la bellissima attrice Kim Novak a chi le chiedeva perché non si fosse mai sposata rispondeva “a casa ho già tre bestiole che assolvono la funzione di un marito: un cane che brontola, un pappagallo che impreca e un gatto che rincasa sempre tardi la sera“.
Karl Kraus, alla stessa domanda: “Poiché la legge proibisce di tenere in casa animali selvaggi e gli animali domestici mi annoiano, preferisco non sposarmi“: forse è per questo che Ceronetti scrisse “dopo l’abolizione delle lotte dei gladiatori, i cristiani istituirono il matrimonio“.
Ma nonostante tutte le lagne, la gente continua lo stesso a voler vivere in due.
“Nel matrimonio non si finisce mai d’imparare e questo non è male” dicono gli spagnoli; infatti siamo tutti coscienti che non esistano regole precise per far ben funzionare una convivenza sentimentale.
Gli olandesi dicono “per un buon matrimonio ci vuol altro che quattro gambe nude dentro un letto“, perché anche la passione può svanire; servono raziocinio e consapevolezza ( “il matrimonio non è uno scherzo, pensaci almeno cento volte prima di farlo” raccomandano gli ungheresi).
Ci vorrebbero affinità di abitudini, parità d’educazione, somiglianza d’abitudini e sintonia di pensiero: “moglie e buoi dei paesi tuoi” significa solo questo.
Infine per i veneti la ricetta vincente sarebbe “per far un bon matrimonio, ghe vol’omo sordo e la dona orba“: perché in fondo, per certe piccole cose, glissare facendo finta di non sentire e di non vedere, non è la base di ogni buon quieto vivere che si rispetti? ;-)
Aggiungerei un aforisma, piuttosto fondamentale, del nostro meraviglioso Achille Campanile:
“Matrimonio: paroloni prima, paroline durante, parolacce dopo” :)
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novembre 28, 2007 at 11:55 PM
:-***, felice ti sia piaciuto
novembre 30, 2007 at 12:23 am
M dopo il matrimonio c´è solo l´estrema unzione o c´è qualcos´altro in mezzo?
aprile 28, 2008 at 8:10 PM
Meglio mammoni e bamboccioni…sicuramente…
dicembre 1, 2008 at 3:52 PM
Un mio collega saggio (E con un matrimonio alle spalle) dice:
il matrimonio è come un enorme barile dall’imbocco di miele, ma leccato quel sottile primo strato ne rimane solo materiale fecale.