E poi tutti correvano
gennaio 26, 2008
“Parlano di progresso: io fino a un certo punto lo vedo anche, però passato quel punto vedo regresso. E’ una cosa che non sono capace di comprendere… Non ho mai saputo quel che vuol dire fame. Sono nato in una famiglia di contadini: carne, latte, burro, formaggio ne abbiamo sempre avuto; patate anche in tempo di guerra se ne faceva in più e si cercava di vendere.
Vivevamo noi, fino a vent’anni che sono stato in casa dei genitori, non voglio esagerare, ma vivevamo al 95% in maniera autonoma, si viveva del nostro. I vestiti, lì poi non se ne parla: calzetti, maglie, canottiere, tutto si faceva in casa, dalla pecora. Coltivavano anche il lino le nostre mamme, un bel campo grande di lino. Da lì si facevano la biancheria, le lenzuola, tutto in casa. Avevamo un telaio vecchio lì vicino a casa: facevamo i pantaloni di mezzalana, mista col lino, pantaloni che duravano una vita, che mettevamo da ottobre ad aprile: non si vedevano più consumati.
Facevano anche dei bei vestiti per la festa, con diverse tinte, e tinte sempre naturali che si facevano con radici e con fiori. […]. Le nostre mamme ricordo che compravano qualche chilo di zucchero, qualche etto di caffè buono, che lo adoperavano proprio per il mal di pancia, qualche litro di olio e basta, non si comprava altro, il resto si faceva tutto in casa. Sono arrivato a vent’anni che non si sapeva neanche com’erano i soldi, le lire.
Dopo sì, dopo c’era la ricostruzione della guerra, dopo è cambiato un po’, si cominciava a lavorare anche fuori casa: un po’ il contadino, un po’ a tagliare nei boschi, si è cominciato a metter su qualche cosa, ma fino a vent’anni io non sapevo neanche com’erano fatti i soldi; non che non abbia lavorato, perché si è cominciato ancora con undici anni a lavorare in campagna, ma lire… si lavorava per il vitto: niente da fare, non ce n’era. Eravamo più contenti che i nostri figli oggi, che hanno tutto: questa è una cosa che a me pesa tanto.
A me sembrava una bella vita, e ci si trovava in piazza finché non è cominciato a subentrare al posto del carro il trattore, al posto della falce la falciatrice. Dopo non c’è stato più niente da fare, perché tutti correvano“.
Dal libro di Marco Romano “Quella era la vita allora – I racconti degli anziani di Fondo, Tret e Vasio – Storia, tradizioni e cultura in una comunità alpina” edito dal comune di Fondo (V di Non, Trentino) nel 1996 e ristampato da Nitida Immagine nel 1997. (la foto è mia)
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gennaio 26, 2008 at 11:29 PM
Quando mi hanno detto che una blogstar del calibro di aghost non solo legge il mio blog, ma lo copia pure, un post intero compresi gli omissis, e un pezzettino di un altro, mi sono riempita di giusta soddisfazione.
Ma quando ho iniziato a pavoneggiarmi mostrandolo in giro mi hanno fatto notare che non mi ha citata da nessuna parte, e queste cose i blogger non le fanno. Inoltre il post non e’ proprio identico, i grassetti infatti sono in posti diversi. Probabilmente è un caso, una stranissima combinazione: ci ha colpiti la stessa pagina di un libro peraltro raro che ne ha ben 450, a due giorni di distanza.
Peccato, i miei genitori sarebbero stati giustamente orgogliosi di me, dopo tutti i sacrifici che hanno fatto per farmi studiare.
riferimento:
http://terrealte.blogspot.com/2008/01/val-de-non.html
gennaio 27, 2008 at 2:41 PM
Lo dicevo io che ti stavi mantellinizzando… :D:P:P
gennaio 27, 2008 at 2:43 PM
Però questa foto è più bella… ;-)
gennaio 27, 2008 at 5:32 PM
suggestivo… ma quando i suoi figli/nipoti/posteri avrebbero ridotto la terra pro capite ad un fazzoletto come pensava di andare avanti?
chi si ammala muore o almeno prima provano a togliergli il malocchio?
si difenderanno dai nemici invasori con i forconi?
ok, il ricordo abbellisce tutto, ma non credo che oggi stiamo peggio di 50 anni fa
il problema di sfruttare al meglio le risorse ancora non è stato risolto, ma con una società arcaica staremmo anche peggio
gennaio 28, 2008 at 9:14 am
francesca ha ragione: ho copiato le citazioni del libro in questione (non il suo post comunque), chiedo venia, sarebbe stato più corretto da parte mia citare il suo post. Spero di rimediare segnalando il bellissimo blog di francesca, “Terre Alte”, che parla delle tematiche legate alla montagna
http://terrealte.blogspot.com/
gennaio 28, 2008 at 7:58 PM
eh no, eh. ora per rimediare la citazione deve essere in bella evidenza in un post, mica così di straliccio nei commenti. ah, queste blogstar se se la tirano!:) alessandro nuovo pratellesi! aghost blog come corriere.it! :)))