Obama può, noi no
febbraio 3, 2008
In politica la promessa di un cambiamento, di un mondo migliore, di una società più giusta eccetera, di solito funziona. Per lo meno la prima volta. Funzionò anche con Berlusconi: gli italiani gli credettero, grazie anche al massiccio martellamento propagandistico multimediale a cui furono sottoposti.
Berlusconi era “uno nuovo”, o almeno così si presentava: perché non provare? Anche la parola d’ordine di Barack Obama è “change“. Cambiamento, rafforzato dall’altro slogan “Yes we can“, sì noi possiamo. Obama si fa ritrarre sui manifesti sorridente, mentre guarda fiducioso l’orizzonte lontano. Sì, gli americani possono credere di cambiare il disastro della politica di Bush, e Obama può permettersi simili promesse: ha appena 47 anni!
E noi invece? Noi abbiamo un “esploratore” di 75 anni, Franco Marini, che in questi giorni tenta di rappezzare l’ennesimo governicchio. Dal dopoguerra abbiamo avuto un nuovo governo quasi ogni anno. Possiamo credere, sperare in un cambiamento? Con dei dinosauri che sono da una vita in politica e con 70 anni e passa sul groppone?
Altro che “change”. Da noi lo slogan nazionale è soprattutto il “non possumus” vaticano, e in Italia il motto più adatto per chi si ostina a credere in un cambiamento è “chi vive di speranza muore disperato”.
febbraio 3, 2008 at 2:41 PM
cheddire?
che abbiamo un sistema bloccato: metà del paese (+ o -) vota contro il cavaliere, il restante contro i komunisti.
Uno 0,25% di scoglionati, inca…. ti contro l’ultimo governo in carica basta ed avanza ad attribuire la vittoria al”nuovo che avanza” (alternativamente prodi o berlusconi)
azz ……. :-(
Sono troppo pessimista?
febbraio 3, 2008 at 2:47 PM
comunque vediamo se Obama riesce a rompere il cerchio della “democrazia familiare” USA (altro che Ceppaloni ….)
il fatto è che la politica sta sempre più diventando questione per “chi può” e la “base” (la gente normale) sta scoppiando, anzi, negli USA è già scoppiata, priva di rappresentatività e di soldi ……
comincio a rimpiangere i partiti tradizionali, quelli con le sezioni di paese che mandavano i loro delegati all’assemblea nazionale, quando la politica si faceva anche dal basso e non solo in piazzetta del gesù-vaticano-botteghe oscure
ora basta un po’ di soldi (molti), un piano di marketing, un po’ di “communications” (molte) e il partito te lo crei …
scusate gli sfoghi
buona domenica! :-)
febbraio 3, 2008 at 10:35 PM
Detto fra noi, in un paese dove sono più i pensionati di quelli che lavorano, la cosa è più che normale
febbraio 4, 2008 at 12:43 am
Comunque vada a finire, votazioni o non votazioni , sinistra o destra l’economia del nostro paese andrà sempre peggio quindi perche’ vi preoccupate ?
Per quanto riguarda Obama due o tre giorni prima delle elezioni usciranno con uno scandalo e lo “falceranno”.
febbraio 4, 2008 at 3:44 PM
Come ottenere un candidato italiano? Prendere un candidato di qualsiasi Paese, moltiplica l’età x 2 e dividi la competenza per 10!
Aggiungere cetriolo qualto basta ;)