Promesse elettorali

Marco Montemagno lancia un appello, o meglio una lettera aperta ai leader politici, con la seguente domanda:

“Ci indicate gentilmente, con precisione quale è la vostra strategia, il Vostro  programma Internet per l’Italia?”

E’ una richiesta legittima, ma destinata a cadere nel vuoto. Ho appena sentito Veltroni: più banda larga per tutti, però subito dopo diceva di volere “una televisione di qualità”. E dàje. La televisione non la mollano.

Le promesse in periodo elettorale sono sempre tante e (quasi) tutte condivisibili, salvo che sono talmente vaghe o fumose che si può dire e promettere praticamente tutto e il contrario di tutto: tanto che gli frega, passate le elezioni gabbato lo santo.

Sarebbe bello se qualche candidato si impegnasse per obiettivi certi, misurabili. Dicendo ad esempio: entro la data x mi impegno ad ottenere y, sennò mi dimetto. Avete mai sentito qualcuno dire qualcosa di simile? Io no. Del resto, non sono mica scemi. E poi c’è sempre qualcun altro su cui scaricare la colpa degli obiettivi mancati, la congiuntura internazionale sfavorevole, la guerra in Iraq, il petrolio impazzito o l’alleato traditore.

Del resto, qualcuno ha mai letto seriamente il programma di un qualsiasi partito? Quello ultimo del centrosinistra era di quasi 300 pagine, figuriamoci. C’era dentro l’universo mondo. E abbiamo visto com’è finita. Solo sulla farsa del “tesoretto“, che appariva e spariva un giorno sì e uno no, c’era da mandarli tutti a buttarsi a fiume.