Provaci ancora Nando
marzo 4, 2008
Nando Dalla Chiesa è fuori dalla candidature del PD. Ne dà notizia egli stesso sul suo blog:
“Sono stato escluso dalle liste per il nuovo parlamento. La deroga non mi è stata concessa (chi vuole si informi su coloro a cui è stata concessa; e chi vuole si rilegga sul post di una decina di giorni fa i motivi per cui l’avevo chiesta…). Non so se, come ipotizzava una gentile blogghista, l’abbiano fatto perché “sono tutti pazzi”. So che l’hanno fatto. Mentre non so se l’avrebbero fatto se ci fossero state le preferenze. Così si conclude un ciclo di impegno nelle istituzioni in cui mi sono dato senza risparmio. E’ notte e, desiderando evitare ipocrisie, ammetto di essere amareggiato. A domani. Buona notte a tutti”.
Piero Ricca, il rompicoglioni col megafono che fa le piazzate ai potenti, si chiede le ragioni dell’esclusione di Dalla Chiesa. Ufficialmente si deve alla “necessità di ricambio”, ma è una motivazione che appare poco credibile.
“Sarebbe credibile se il limite dei tre mandati parlamentari fissato dallo statuto del partito di Veltroni valesse per TUTTI. Invece non è così. Molti hanno ottenuto la deroga, anche con cinque, sei o sette mandati alle spalle. Per esempio Fassino e D’Alema. La lista completa la conosceremo a breve. Molti presunti big sono riusciti a inserire in posti sicuri i propri galoppini, gente di belle speranze e sicura devozione, ma senza alcuna esperienza.
Viene il dubbio che, a fronte di tante belle parole su trasparenza e moralità, sia prevalsa la voglia di normalizzazione, la necessità di far fuori i reprobi, i rompiballe, quei singoli personaggi che ancora si battono sui fronti della legalità, della giustizia, della libera informazione, dell’antimafia.
Nessun posto in lista anche per Beppe Lumia, impegnato con coraggio contro la mafia. Stessa sorte per Beppe Giulietti, che ha dovuto trovare un posto altrove, ospite della lista Di Pietro. Ed è uno dei pochi che in questi anni hanno dato battaglia in materia televisiva e sul conflitto d’interessi. A pensarci bene non è un dubbio, ma una certezza. Che chiude il quadro: in assenza di primarie aperte di collegio, il criterio di entrata è la cooptazione dei portaborse, il criterio di uscita è l’epurazione dei non allineati. La cultura berlusconiana ha vinto: lo si capisce anche da queste scelte”.
Tutto tristemente vero: questo centrosinistra ormai fa schifo come il centrodestra. Anzi di più, perché certa politica dai berlusconidi te l’aspetti, dal (pseudo) centrosinistra no.
marzo 4, 2008 at 9:16 PM
Io spezzo una lancia. Ho stima per Nando Dalla Chiesa, Lumia, Giulietti, ma penso che possano fare le battaglie anche fuori dal parlamento.
Siete sicuri che siano indispensabili?
marzo 4, 2008 at 10:53 PM
nessuno è probabilmente indispensabile, ma qui quello che conta il metodo. In questo il pd non è molto differente, come s’è visto, dallo schieramento opposto. Non credi?
marzo 4, 2008 at 11:34 PM
Non sono simpatici e forse non indispensabili.
Sono d’accordo col RompiCoglioni.
Stesso limite per tutti.
Ma poi perchè devo essere d’accordo col RompiCoglioni, il limite l’hanno posto loro del PD, non ci devono essere elucubrazioni sofisticate sopra: o è bianco o è nero.
Di qua non stiamo meglio:
http://marinfaliero.blogspot.com/2008/03/berlusconi-luomo-dei-grandi-valori.html
marzo 5, 2008 at 10:10 am
La palma del migliore va comunque assegnata a Salvatore Cardinale. Con grande dignità e senso di responsabilità ha rinunciato spontaneamente alla candidatura, lasciando spazio ai giovani (sua figlia di 26 anni)
marzo 5, 2008 at 10:12 am
I due “grandi schieramenti” sono identici. I-D-E-N-T-I-C-I. Comunque vadano le elezioni, il paese andrà nella direzione prestabilita: consolidamento dell’impunità, cristallizzazione dei conflitti di interesse, conferma del precariato, dilapidamento delle risorse pubbliche per grandi opere inutili e dannose, ecc.
Quello che dico io è: il PD non è un partito di sinistra, e nemmeno di centro-sinistra. Per me non è nemmeno un partito di centro. E’ un partito di destra moderata, all’americana. D’altra parte si ispira apertamente al Partito Democratico USA, e a quelle latitudini il concetto di sinistra è inconcepibile. Fra qualche anno pure qui.
marzo 5, 2008 at 3:44 PM
Confermo e quoto in pieno stargazer.
Delle berlusconate si sa bene e della gente del PD?
Dalema e le coop rosse, la faccenda visco-speciale-unipol, Prodi e la Cirio, dobbiamo andare avanti? Telecom? Ancora…?
Sono tutti uguali: guardano al proprio orticello e si fanno le leggi per rimanere impuniti (oltre a far fuori i rompicoglioni che hanno un minimo di visione, orientamento al futuro ed un pizzico di onestà).
Va bene che siamo uomini e non santi ma stanno esagerando.
Rimane il problema: quale via di uscita? Ci sono loro al potere e stanno crescendo una nuova generazione, compromessa come loro.
Una rivoluzione? Ma figuriamoci, nessuno la vuole, anche se di questo passo diventeremo l’Argentina d’europa e allora vedremo alla prima crisi finanziaria seria cosa succederà, quanti castelli di sabbia si sgretoleranno e la sofferenza che ne deriverà per tanti.
marzo 5, 2008 at 4:09 PM
Rispondo alla domanda retorica di Vogon:
quale via di uscita?
qualcuno propone questa, tutta da verificare, rifiutare la scheda al seggio e farlo verbalizzare
http://coltivazione.9skul.com/viewtopic.php?p=14605&sid=1e55b226864cf14a61153085b68e20e3