La rete che piange

marzo 27, 2008

Alcuni sindaci del Trentino si stanno opponendo al piano provinciale che prevede la copertura del territorio con la rete wiw-fi nelle zone non coperte da Adsl. Le motivazioni sono le più disparate ma emerge, implicitamente, un timore: il wi-fi farebbe male alla salute (L’Adige di oggi, pag. 39 e 43).

Il sindaco di Centa S. Nicolà lo afferma esplicitamente, citando gli studi di Lennart Hardell sugli effetti dell’uso prolungato del telefonino, che raddoppierebbe il rischio di contrarre tumori al cervello e alla testa.

7 Responses to “La rete che piange”

  1. ilcomizietto Says:

    Peccato che il wi-fi emette un centesimo rispetto alle antenne dei telefoni (se non ricordo male). Se non va bene il wi-fi, allora via anche le antenne per i telefoni. La realta’ e’ che basterebbe seguire la normativa sui limiti delle emissioni e.m., che gia’ c’e’ e garantisce tutti.

    ilcomiziante

  2. Maria Celano Says:

    Il problema è che la politica continua a trattare l’infrastruttura di rete come se non fosse quello su cui basare il futuro della nostra nazione.

    Mi sembra di essere la sola, in questa campagna, a portare avanti il discorso.

    Se ti interessa, il 4 Aprile ho organizzato un convegno per parlare di cosa la politica deve fare per lo sviluppo dell’infrastruttura di rete. Maggiori info le puoi trovare qui:

    http://mariacelano.blogspot.com/2008/03/dalla-condivisione-delle-ideologie-alla.html#links

  3. Liuk Says:

    Curioso che ai cellulari non si sono opposti.
    Potere delle compagnie telefoniche!

  4. Stella Says:

    Quando ci son di mezzo i soldoni, e tanti, a chi importa di altro? Si deve pur morire, no?

  5. Luca Rosso Says:

    Secondo me sarebbe opportuno cogliere l’occasione per sudiare il fenomeno su larga scala. Nel frattempo che si usa l’architettura senza fili si può installare un cablaggio in fibra ottica, studiando il miglior compromesso fra costi, rapidità, fattibilità e poi sostituire la rete wi-fi con l’altra ma senza far danni. Impressionante come all’estero lo stato e le amministrazioni costino un decimo che in Italia e i nove decimi di tasse rimanenti (anche se in realtà si pagano meno tasse) sono impiegate in servizi.

  6. MFP Says:

    No Luca, forse ti sei perso la questione fondamentale: a conti fatti ( http://www.pitelefonia.it/p.aspx?i=1982593 ) i cellulari sono “più pericolosi” del wifi (perchè di fatto non si sa QUANTO le onde “facciano male”). Allora se uno vuole farsi le pippe con la dannosità delle onde (e io personalmente, anche a mezzo stampa, me le faccio: le onde fanno male, ma la mia e’ una credenza) deve assolutamente eliminare i cellulari per sostituirli con il wifi. Non solo: se uno vuole farsi delle pippe gigantesche (e io mi faccio pure quelle, e pure quelle a mezzo stampa: http://www.pitelefonia.it/p.aspx?i=1659090 ) piuttosto che identificare Satana in una di queste tecnologie, dovrebbe spingere per cambiare il modello di gestione delle frequenze con cui si applicano TUTTE quelle tecnologie (e io personalmente “spingo”… sempre perchè mi piacciono le pippe gigantesche) affinchè il modello consenta un uso delle frequenze che agendo a livello architetturale (no ponti radio puri, ma ogni radio ponte e terminale) crea una situazione dove il campo elettromagnetico e’ SEMPRE il minimo possibile (ie: massimo dell’emissione senza però rinunciare alle trasmissioni radio).
    La fibra non e’ un’alternativa al wireless… se vai di fibra devi rinunciare alla mobilità e la nomadicità… niente connessione internet, e molto altro, quando sei in giro (niente cellulare, niente connessione alla stazione o al bar, niente telepass e niente televisione/radio). Voglio dire: ok, visto che sono un Gran Pipparolo, discutiamo anche dell’idea di rinunciare del tutto alle trasmissioni radio… però onestamente sono contrario… preferisco farmi un po’ di pippe e usare le trasmissioni radio minimizzando le emissioni (ie: wireless commons -> reti mesh + abolizione dei cellulari). E in tutto questo non si capisce perchè i sindaci trentini si straniscano per il wifi ma non per i cellulari: pipparoli non sono (io, come spiegato, sono Gran Pipparolo; li riconosco da lontano e loro non lo sono). Ignoranza? Opportunismo politico? Aderenza alla internet-fobia di chi ha paura della libertà di espressione? Non saprei… ma ti assicuro che non servono studi su larga scala… o meglio, sono sempre utili, ma ne sappiamo già abbastanza per dire a quei sindaci che – in ogni caso, di qualunque opinione sei – sono degli incompetenti truffaldini.


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