Vasi comunicanti

luglio 30, 2008

La crisi economica morde tutti, basta guardarsi intorno: tutto aumenta e la gente non ce la fa più. Ma la crisi curiosamente non morde dappertutto, come forse dovrebbe. I grandi gruppi italiani ad esempio hanno macinato profitti record. i dati sono estrapolati da un articolo di Repubblica di Giuseppe Turani (30 luglio 2008), a loro volta ricavati dal nuovo rapporto di Mediobanca.

L’insieme dei 50 gruppi economici italiani ha chiuso i propri conti con 48,2 miliardi di profitti. Nel 2003, cinque anni prima, erano stati pari a 18,2 miliardi, con un aumento dunque del 161,5% in cinque anni. Se analizziamo i dati disaggregati possiamo distinguere i profitti delle aziende pubbliche e private.

Le imprese pubbliche nel quinquennio considerato (2003-2007) hanno aumenato i loro profitti del 72,5%. Le imprese private invece del 242,8% (duecentoquarantadue per cento!).

Le imprese pubbliche sono concentrate soprattutto nel settore energetico e nelle utilities, mentre quelle private sono soprattutto banche e assicurazioni. I profitti delle banche sono aumentati addirittura oltre il 200%. Solo 5 società, Eni, Intesa-San Paolo, Unicredit, Enel e Generali, hanno ricavato il 64% dei 50 maggiori gruppi.

Ora, per il principio dei vasi comunicanti, sarebbe interessante capire da dove queste montagne di soldi sono state spostate. Io un’idea ce l’avrei, e voi?

23 Responses to “Vasi comunicanti”

  1. K.Hiei Says:

    Ricordo i primi TG quando parlavano della crisi dei mutui Americana,quasi un anno fa mi sembra,se non sbaglio c’era una sfilata di pseudo-esperti e politici tutti a tranquillizzare gli italiani con frasi del tipo”Ma noooo,il mercato Italiano è forte ed è separato,questa crisi NON riguarda l’italia,non c’è pericolo per i propri risparmi”.

    Adesso capisco,quelle persone avevano ragione,il problema è che dovevano specificare di chi diavolo stavano parlando,se non c’èra pericolo per loro o per noi.

    Comunque come ha detto Beppe Grillo,alla fine sarà l’economia a fare giustizia,quando il petrolio non se lo comprerà più nessuno,quando la gente rimarrà completamente senza soldi,allora si che le cose cambieranno,il petrolio è stata l’energia del secolo scorso ma è anche la più pericolosa merce al mondo,perché oltre ad inquinare causa guerre e distrugge l’economia mondiale,i paesi che non si adatteranno alla svelta usando energie alternative(E non il nucleare di terza generazione come vuole fare l’Italia,o meglio,quattro industriali geneticamente bastardi),finiranno al secondo e forse terzo mondo,la crisi Argentina è alle porte già per noi…

  2. marinfaliero Says:

    Io abito al primo piano esattamente sopra una banca.
    Davo la colpa alla gravità

    Aggiungo, per completezza nello sviluppo dei sospetti, anche un estratto del bilancio approvato dal Gruppo Findomestic:

    Fai clic per accedere a Bilancio_Consolidato_Findomestic_Gruppo_2007.pdf

    “Nel dettaglio i comparti più dinamici del mercato Assofin sono stati il Prestito Diretto e la Cessione del Quinto dello
    stipendio, con incrementi rispettivamente del 21,4% e dell’11,6%. Incrementi comunque in contrazione rispetto alle
    performance del 2006, in cui il Prestito Diretto cresceva del 25,6% e la Cessione del Quinto del 30,8%.”

  3. aghost Says:

    estorsione del tfr, cessione del quinto… ecco dove pigliano i soldi… ai pori cristi che tirano al carretta….


  4. Per farsi un´idea di ci sta guadagnando basta guardare chi apre e chi chiude. Chiudono i negozi, aprono banche e supermercati

  5. aghost Says:

    si ma le banche aprono nuove sedi coi soldi NOSTRI, mica coi loro

  6. picchiatello Says:

    Il problema principale e’ che quei dividendi ( anche e sopratutto pubblici) non vengono riversate a catena in basso e restano ai piani superiori, non investiti o accantonati all’estero; in sostanza enel fa utili benissimo comiciamo ad aumentare la tecnologia delgi impianti alcuni fermi dagli anni ’60.
    Altro problema non menzionato nel post e’ la scarsa propensione ad effettuare controlli alle sopracitate ed anche se fossero messi in atto e’ piu’ facile di quanto si pensi vincere una causa anche penale contro lo Stato, per quanto poi la situazione di certe banche o di certi supermercati non si aottima alla stato attuale.

  7. ff Says:

    A me pare chiaro che ci stanno in…
    Ogni tanto mi diverto a leggere i bilanci dei gruppi industriali, la vera economia, quella che dà il surplus, parlando alla Marx. Certo il comunismo è fallito, ma l’analisi economica di Marx, nonostante quello che dica Berlusconi, è esatta. Ebbene, il costo degli stipendi si attesta quasi sempre sull’8, 9%, mentre le spese più alte sono quasi sempre quelle dell’energia e delle materie prime e il cosiddetto “godimento di beni di terzi”, cioè affitti e segnaposti per fondi neri. Nemmeno le tasse sono tra le spese più grandi!
    Ora, gli stipendi comprendono anche i dirigenti e la corte, cioè quelli che a vario titolo occupano varie sinecure. Spannometricamente potremmo dire che per esempio di una bottiglia di detersivo o di un’automobile, quello che va agli operai è il 5% sul valore di produzione, cioè su quanto si paga quel bene appena esce dai cancelli della fabbrica. Ancora di meno per quanto riguarda il costo di mercato. È una frazione piccolissima.
    Ecco il male dove sta. La ricchezza deve essere redistribuita, soprattutto verso i lavoratori. Ci stanno fregando su una cosa che fino a pochi decenni fa si sapeva benissimo, ma che ora sembra un concetto svanito, ovvero la differenza tra il prezzo e il valore.
    Prima ho citato Mr. B. Ma che ne sa lui di economia, visto che non è un industriale, ma più che altro un impresario, neanche imprenditore. Eppoi sono tutti imprenditori? Anche chi ha un banchetto di frutta e verdura? L’economia non riparte con i placebo, con la spesa pubblica o con la mistica dell’imprenditore (come la soluzione di ogni male) ma con il surplus industriale e con la redistribuzione del reddito verso i lavoratori, senza dimenticare la ricerca, indispensabile nella competizione internazionale.
    Spero che sia stato chiaro e scusate lo sfogo.

  8. aghost Says:

    non so se avete fatto caso ma gli utili record vengono sempre fatti dalle utilities, ovvero aziende che fanno servizio pubblico in monopolio o in cartelli ben organizzati… ti credo che enel fa soldi a palate! Qual è l’alternativa?

    E le banche poi, che creano denaro dal nulla? Spremono i correntisti e creano denaro col loro denaro.. una pacchia!

  9. lealidellafarfalla Says:

    Un sistema con questa asimmetria non può far altro che crollare, se non viene modificato in tempo. Non è un problema politico o ideologico è un semplice risultato logico matematico. Quando tutti i soldi saranno da un a parte l’unica attività praticabile sarà la masturbazione. “I soldi sono come il concime: vanno sparsi in giro.” E’ una citazione, ma non mi ricordo di chi.

  10. superbisco Says:

    Ragazzi, secondo le teorie di Moore e di altri esperti matematici/finanzieri il 2012-13 dovrebbe essere l’anno della disfatta dell’attuale modello economico: sopravviverà, così come nel ’29, solamente chi avrà liquidità.

    Se nella crisi avrai soldi disponibili potrai comprare a buon mercato e non solo sopravvivere, ma diventare addirittura più ricco.

  11. marinfaliero Says:

    I potentati economici sono sempre esistiti, ma i servizi essenziali erano garantiti dallo Stato, che regolava molti costi delle famiglie intervenendo in svariati settori dell’economia.
    Edilizia popolare, energia, assicurazioni, beni di consumo primario etc. etc..
    Ora la liberalizzazione selvaggia fa quelle vittime che ci si aspettava.
    Lo dico ancora QUANDO SOSTITUISCI IL CITTADINO CON L’AZIONISTA LO PRENDI SEMPRE NEL CULO.

  12. marinfaliero Says:

    Se penso che qualche amico, al termine delle discussioni, mi da del ‘fascistone’, mi viene da pensare che la destra attuale fa tanto cagare quanto la sinistra

  13. aghost Says:

    bisognerà che qualcuno affronti il problema del signoraggio bancario, la società non può dipendere totalmente dal latrocinio di massa legalizzato delle banche…

  14. picchiatello Says:

    Che poi l’assurdo degli ultimi anni delle banche e’ che non investono i soldi in attività della collettività , industria o commercio no ! acquistano altre banche per acquistare altre banche ancora…..e per avere la liquidità di far questo aumentano i tassi sui mutui e i costi dei conti correnti.
    Poi due o tre settimane di borsa negativa e milioni di euro persi in titoli…..


  15. “Quando tutti i soldi saranno da un a parte l’unica attività praticabile sarà la masturbazione”

    Questo è vero nei paesi democratici. Nelle dittature feudali no. Le servitù feudali possono durare decenni. Fino a quando la gente non **prende coscienza** dell’essere schiava e ridotta alla fame. A quel punto scatta la rivolta popolare. E si buttano giù i signorotti (leggi caste e faccendieri).

    Ma siamo lontani anni luce da questa presa di coscienza.

  16. stargazer Says:

    Post azzeccato aGhost, come ti succede spesso. Nei commenti aggiungi giustamente che le banche creano denaro dal nulla. Cosa significa adesso il 200% in più di profitti? Che stanno sottraendo denaro e potere d’acquisto ai cittadini per creare una situazione di deflazione. La disinformazione ufficiale parla di inflazione, ma qui in giro non c’è “troppo denaro”, ma “troppo poco”. Ogni cittadino lo sa: non c’è solo aumento dei prezzi, ma pochi soldi in tasca. Ora i soliti organi di disinformazione parlano di queste situazione economiche come di cicli naturali, ma non lo sono: vengono creati appositamente. E torniamo ancora una volta alle banche…

  17. ff Says:

    @stargazer
    Secondo me il “denaro dal nulla” è connesso al signoraggio o più precisamente al sistema economico della banconota. Cioè, una volta creata una certa quantità di denaro, non è necessario immetterla nell’economia reale, creando l’inflazione, ma trattenerla per creare garanzie e accrescere il proprio potere. I soldi rimangono nelle alte sfere, fantastiliardi, che vengono usati in circolo per accrescere la propria posizione. In seguito scendono sulla terra, ma solo per comprare l’anima delle persone. Cioè sono una promessa verso i politici. Diceva Niemzovich, grande campione di scacchi, la minaccia (intesa come promessa, cosa futura) è più forte dell’attuazione.
    Quindi se avessimo il denaro come astrazione del lavoro per produrre determinati beni, non ci sarebbero problemi. Ma mi dite che cosa succederebbe se un solo miliardario impazzisse e sperperasse tutto? Succederebbe che finirebbero i beni. Ergo ci sono molti più soldi di quello che questi rappresentano. Di fatto siamo in un’economia fittizia e il gioco sta nella ciclicità delle crisi e nell’accettazione che l’economia di interi stati crolli. Novo Ordo Seculorum (perché questa frase?)

  18. stargazer Says:

    @ff
    Che la moneta (intesa nel complesso) sia lo strumento principale per dominare su tutti è una verità oggettiva, quindi nemmeno c’è bisogno di darti ragione, perché non si tratta di un’opinione.

    Il gioco delle ciclicità non è “naturale”, ma è artificiale. Quindi l’attuale situazione economica è voluta da chi detiene il vero potere. Cui prodest? Come uscirne?

    Se qualcuno ha la risposta ce la dia.

  19. Luca Rosso Says:

    La risposta credo sia uscire dai giochi. Quando c’è una rissa meglio lasciare che si menino e guardare, quando ne avranno basta si potrà aver la meglio. Purtroppo vale sia visto dall’alto che dal basso della situazione descritta. In pratica bisogna tornate ad essere autosufficienti :-) , buon lavoro!

  20. Alberto Says:

    @stargazer

    Il gioco delle ciclicità non è “naturale”, ma è artificiale. Quindi l’attuale situazione economica è voluta da chi detiene il vero potere. Cui prodest? Come uscirne?

    Non credo, anzi sono convinto del contrario: i cicli economici esistono e sono sempre esistiti. Sono quindi un fatto “naturale”.

    Quello che scoccia è che questi cicli sono gestiti, o meglio manipolati, a scapito della gente comune, che ci rimette sempre. Non è forse vero, per esempio, che quando il cittadino medio comincia ad investire in Borsa, dopo pochi mesi c’è il crollo?

    Come se ne esce? Credo che la risposta l’abbia già data Superbisco: studiare, informarsi, prevedere i tempi delle future crisi.

  21. frap1964 Says:

    C’è un punto fodamentale credo, un vero e proprio cancro per l’industria in genere, quale essa sia. Si chiama stock option. Ha trasformato molte imprese in semplici macchine da soldi per il top management. La parola “investimento” pare scomparsa, volatilizzata. Conta il risultato finanziario trimestrale. Stop. E il management dura quei tre-quattro anni, il tempo di spremere tutto il possibile e poi sparire altrove.
    E’ devastante.
    Io ad esempio lavoro in un’impresa la cui proprietà è di una corporation USA il cui CEO è l’undicesimo uomo più pagato al mondo nel 2006 (nel 2003 era il primo): nel 2006 ha guadagato 46,2 milioni di dollari, ma lo stipendio “fisso” era di soli 2.

  22. ff Says:

    Io credo che ci sia da sperare:
    “Tra le nostre proposte di legge prevediamo l’abolizione della clausola di massimo scoperto bancario, misure per l’introduzione della ”proprietà popolare della moneta”, il divieto per i comuni di piccole dimensioni di sottoscrivere strumenti finanziari derivati, la vendita parziale delle riserve auree dello Stato a beneficio del debito pubblico, nuove norme sulla proprietà della Banca d’Italia e la trasformazione delle banche popolari in società per azioni di diritto speciale.”
    Il problema è che chi tocca i fili muore!

    Tratto da http://www.antoniodipietro.com/2008/08/la_latitanza_di_consob_e_banca.html

  23. aghost Says:

    si frap, oramai è diventato (quasi) tutto pura ingegneria finanziaria…

    Investire per creare posti di lavoro, servizi o beni di consumo è passato in secondo piano. Ora il managment pensa soprattutto a ingrassare sé stesso. In questo Trochetti è stato un maestro…


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