Mi candido? Massì…
giugno 24, 2009
A me Dario Franceschini tuttosommato non dispiaceva. Fino ad oggi, quando sul suo bog ha annunciato che si candida.
Ennò ciccio, allora sei come tutti gli altri: avevi spergiurato che non ti si saresti candidato e invece eccoti qua bello bello e metterti in corsa per la poltrona, come un De Mita o un Mastella qualsiasi. La cosa curiosa è che nessuno oggi gli rinfaccia questa giravolta, mentre a Cofferati (“se mi candido datemi pure del ciarlatano”) non l’hanno fatta passare tanto liscia.
Le motivazioni sono, come al solito, patetiche, anzi imbarazzanti: “Mi candido per portare il Pd nel futuro, per cambiare, per non tornare indietro. Io non posso, non posso! (due volte ndr) consegnare il partito a quelli che c’erano prima di me, molto prima di me”.
Insomma anche lui si ritiene indispensabile per i destini della nazione.
giugno 24, 2009 at 9:13 PM
Evidentemente anche lui trova comodo lo scranno su cui è arrivato a sedersi.
Però, scusa la riflessione, una cosa non capisco: tu dici che a te, tutto sommato non dispiaceva, e sta bene. Ma dunque – al netto della manifesta incoerenza e dello sfacciato free climbing on the glasses – non apprezzeresti di vederlo proseguire la sua leadership?
O forse intendi dire che non ti dispiaceva come leader di transizione, in attesa dell’avvento di qualcuno di più carismatico?
Io dico francamente che non mi ha mai entusiasmato, e dopo averlo visto in più occasioni (una anche dal vivo) assumere determinati atteggiamenti solamente in funzione della presenza di telecamere che consegnassero al mondo l’immagine che lui voleva che la gente ricevesse, ho trovato solo conferme alle mie impressioni.
Detto questo, credo che l’ultima sua frase da te citata (non posso consegnare il partito a quelli che c’erano prima di me), più che coscienziosità denota possessività e, come dicevo prima, attaccamento al trono di leader.
giugno 24, 2009 at 9:45 PM
Frnaceschini non mi è dispiaciuto nella fase di transizione (entusiasmato francamente mi pare un po’ troppo), finalmente si è visto qualcuno, a differenza di veltroni, che diceva “qualcosa di sinistra”.
Ma aveva anche detto, a chiare lettere, che non si sarebbe candidato, e questo me l’avevo resto anche più simpatico. Vedere che ora si rimangia tranquillamente quello che aveva fieramente dichiarato, mi fa cascare le braccia…
giugno 25, 2009 at 6:04 PM
direi che aha cercato di opporsi e non ne è uscito tritato (forse per quello .. a differenza di Veltroni)
però, dire che ha detto qualcosa di sinistra ….
non credo
giugno 25, 2009 at 6:22 PM
E se invece avesse visto la possibilità di aggiornare veramente la classe politica grazie al fatto di aver occupato una posizione privilegiata?
In fatto di democrazia anche all’interno del PD vincerà chi prenderà più voti.
In ogni caso, se rimane lui sarà già un colpaccio, un rinnovamento. Rispetto a chiunque mi pare nuovo… per lo meno non mi pare sia fra i “pezzi grossi” da molte legislature.
Sinceramente non me ne frega molto. Finché non vedo cambiamenti è come se non cambiasse nulla. Però mi pare che Franceschini abbia capito il gioco di IdV e Lega che si integrano nel territorio e voglia replicarlo. Rispetto all’avere voti grazie al clientelismo del tipo ti invento un lavoro e uno stipendio mi pare un netto passo avanti e sicuramente ne hanno i mezzi. Staremo a vedere… ;-)
giugno 26, 2009 at 10:15 PM
“Rispetto all’avere voti grazie al clientelismo del tipo ti invento un lavoro e uno stipendio mi pare un netto passo avanti…”
tutto bello …ma chi va da bassolino a spiegarglielo: d’alema?
giugno 27, 2009 at 12:41 PM
Piccola rettifica: sono uno spettatore molto staccato dalle reali dinamiche politiche per cui so di perdermi una buona fetta di realtà.
Posso permettermi a questo punto una malizia: che anche Franceschini sia legato a doppio filo a tutti i politici e volti noti della politica.
Ora mi chiedo: come si cambia l’odierno modo di andare le cose se non un passo alla volta?
Anni fa scrissi sul sito del Beppe Grillo nazionale che il modello dell’Atene preromana dove chi saliva ai vertici lo avrebbe potuto fare solo due volte in vita sua avrebbe potuto essere una soluzione.
Certo Atene ebbe vita breve e le dinamiche di uno stato moderno molto più esteso e popoloso non sono paragonabili a quelle di allora; rimane il fatto che come strada per rinnovare l’attuale entourage stare a lamentarsi non serve e le leggi sono quelle esistenti.
Per cui bisogna lavorare, lavorare, lavorare. Con spirito concorde, evitando caos, seguendo la direzione degli obiettivi: come i professionisti insegnano.
giugno 28, 2009 at 3:36 PM
Povero imbecille non riesce a capire che sta solo sistituendo …….purtroppo è un democristiano e la sua intelligenza è limitata……