Azzoppata Zopa
luglio 16, 2009
La Banca d’Italia ha bloccato Zopa, il cosiddetto sistema di “prestito p2p”. Il “social lending” (prestito sociale) online, che cerca di associare chi chiede soldi e chi li presta, è stato sviluppato da qualche anno negli Stati Uniti (per non parlare del microcredito nei paesi in via di sviluppo, dove esiste da più tempo).
La rete in questo caso è usata per connettere chi non riesce a ricevere credito dalle banche con chi è disposto a prestar dei soldi. I creditori del social lending riescono ad ottenere tassi di interesse più alti di quelli che ricevono depositando i loro soldi in banca, i debitori riescono ad ottenere credito che non otterrebbero, o otterrebbero a tassi piu alti, dal sistema bancario tradizionale. Tutti felici, tranne le banche ovviamente, che perdono depositi e potenziali clienti. Così devono aver tirato le orecchie al loro dipendente Draghi, visto che Bankitalia è una spa, società a scopo di lucro i cui azionisti sono le banche stesse.
In Italia, Zopa è attiva da un anno (un altro leader del settore è Boober) e ad essa sono iscritti 40 mila clienti. Perché le banche tradizionali non hanno imitato il social lending? L’esistenza di queste iniziative è un’ulteriore prova che il tradizionale sistema bancario è (in Italia e non solo, ma in Italia di più) un cartello oligopolista, incapace di (o disinteressato ad) innovare, ed il cui obiettivo è di ridurre l’offerta alzando i prezzi.
Il blocco di Zopa, per un discutibile cavillo, è avvenuto lo stesso giorno in cui il governatore Draghi ha elogiato l’enciclica papale che, tra le altre misure, auspica una maggiore espressione di organizzazioni che perseguono “forme economiche sociali”.
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luglio 18, 2009 at 1:09 PM
Non ne sapevo nulla. Sono affidabili?
luglio 22, 2009 at 11:03 am
eheh, se chiudessero il circuito (ie: non si rivolgono al pubblico) potrebbero continuare… pero’ la cosa apparirebbe troppo opaca… tutti si farebbero la stessa domanda che si fa Stella.