ddlalfano.jpg

Trovo abbastanza patetico, e inutile, lo “sciopero dei blogger” indetto per oggi 14 luglio (ricorrenza della rivoluzione francese, figuriamoci). L’iniziativa è partita dal giornalista-blogger de l’Espresso, Alessandro Gilioli, a cui si è unito un migliaio circa di bloggaroli.

Com’è noto, lo sciopero è indirizzato contro il ddl Alfano che impone o imporrebbe, non è chiaro come al solito, l’obbligo di rettifica entro 48 ore anche ai titolari di blog, pena salate multe.

Intanto osservo che già ora le leggi vigenti consentono a chiunque si consideri diffamato di reagire a tutela della propria onorabilità. Ma ciò che non condivido è lo sciopero, il silenzio, laddove invece bisognerebbe far sentire maggiormente la propria voce. Sarebbe come non bere per protesta a chi ti impone il proibizionismo. E’ assurdo.

Il ddl Alfano è l’ennesima legge scritta con i piedi, ampiamente interpretabile secondo i casi, ma da applicare col pugno di ferro a chi rompe un po’ troppo le scatole. Si crea cioè ad arte quella situazione di incertezza legislativa che è il contrario della certezza del diritto, per cui tutti possiamo essere potenzialmente colti in fallo.

I media tradizionali finora se ne sono fregati altamente dei blogger, verrà il giorno che i blogger se ne fregheranno dei media mainstream. Perché questi non ci saranno più, o perché saranno drasticamente ridimensionati. Saremo finalmente tutti uguali e non ci sarà più chi è considerato importante solo perché pontifica da uno uno schermo televisivo o da un giornale (finanziato dai contribuenti).

Pazza idea

giugno 15, 2009

https://i0.wp.com/2.bp.blogspot.com/_xT-Xvx4c1Yo/SM0djve0q_I/AAAAAAAACEg/doJm9yieQfU/s400/FALSAri1.jpg

Se, e sottolineo se, mi venisse l’uzzolo di voler stampare tutto il blog, così per averlo su carta o per regalare un’annata delle cose ignominiose che scrivo qua dentro alla mia nonna, qualcuno ha idea se si può fare senza impazzire? :)

Lo so che può sembrare una mostruosità, però mi pare strano che nessuno ci abbia ancora pensato :)))

Ho visto in streaming l’incontro tra Franco Bernabè, AD di Telecom Italia, ed i blogger al Blgofest di Riva del Garda. Francamente non mi ha entusiasmato: risposte eterne di Bernabè e quindi poche domande…

Il mega-manager di Telecom è abile, alla mano, predica bene ma, mi pare, razzola male: si fa presto a parlare di “mission”, di alate vedute strategiche, dei proclami tipo “nelle telecomunicazioni siamo i più bravi del mondo”, ma poi nella realtà l’Italia è il paese delle suonerie e delle bollette gonfiate…

La cacciata di Luttazzi da La7 ha suscitato un prevedibile dibattito, soprattutto in rete. Ma il succo della questione è che fin che sei ospite di qualcuno non sarai mai veramente libero. Essere cacciati dalla televisione diventa un “dramma” soprattutto per il cacciato, perché non ci sono  alternative.

Non c’è una vera concorrenza in Italia: se il duopolio Rai-Mediaset ti sega, restano solo le tv locali, come insegna il lungo esilio di Funari su “Odeon Tv”. La presunta alternativa di La7, proprietà di Telecom Italia, è solo un’illusione: al primo sgarro a chi conta, o si presume che conti, cala la saracinesca. La tv è un media sotto libertà vigilata, perché risponde anzitutto a logiche politiche e di potere. L’unico mass media ancora libero, per ora, è internet.

Il blogger Zoro, per esempio, ha iniziato di recente una collaborazione con La7. Quando ho appreso distrattamente la notizia, pensavo andasse in video (perché Zoro può non piacere ma ha sicuramente del talento) invece no, gli hanno dato un blog. Sul quale, commentando la censura a Luttazzi, ha scritto subito contro chi lo ospita, contro il suo editore. Perché in fondo può permetterselo, anche se qualcuno nei commenti gli ha già dato del “blogger di regime” avendo criticato blandamente la satira di Luttazzi. Se dovessero chiudergli il blog, chi se ne importa? Zoro tornerebbe in un secondo sul suo vecchio blog, che saggiamente non ha abbandonato. Nessun dramma, forse solo un’occasione persa. Ma in tv non funziona così: quando sei fuori sei fuori. Solo un talento eccezionale come Grillo è riuscito a reinventarsi ripartendo da zero (nel bene e nel male)  come comico e capopopolo.

La libertà che esiste su internet non esiste in nessun altro posto. Sul tuo blog nessuno ti dice cosa scrivere e, soprattutto, mentre scrivi non pensi a cosa potrebbe pensare il tuo editore. Insomma non c’è quell’autocensura psicologica che scatta inesorabile in situazioni simili. Il blogger è davvero libero di scrivere cose intelligenti e anche di scrivere scemenze: la sua vera libertà è quella di rispondere solo a sé stesso. Ed eventualmente a chi lo legge. E scusate se è poco.

C’è ancora molta sudditanza verso la televisione, verso i suoi grandi numeri: chi arriva in tv è arrivato, chi non ci arriva sta nella cajenna dei blog, o dei teatri. Ma la tv generalista, lo dicono i numeri, continua a perdere terreno e credibilità: con le continue censure, più o meno preventive, ne perderà ancora, sempre di più. A quel punto, si spera, internet avrà assunto finalmente la stessa “dignità” della televisione, il mass media che ha dominato per mezzo secolo ma che ormai è sulla via di un inesorabile declino.

Powered by ScribeFire.

Da quando esiste internet guardo molta meno televisione. Da quando esiste internet non compro più cd ma la musica la ascolto on line. Da quando esistono i blog leggo molto meno i giornali.

Insomma i media tradizionali, almeno per quanto mi riguarda, perdono terreno. E non credo di essere un esempio isolato. L’offerta si amplia, c’è molta più scelta ed è anche più interessante.Cambierà dunque anche il rapporto con la pubblicità.

Mantellini ha predisposto sul suo blog uno spazio per la pubblicità di prodotti che piacciono a lui. E’ il vecchio passaparola che si amplifica enormemente. Nel momento in cui il messaggio non è più da uno a molti, ma da molti a molti, anche la pubblicità tradizionale perderà terreno, dovrà cambiare.

Non basterà più la pubblicità deficiente, perché ci sarà sempre qualche milione di individui pronti a farti immediatamente le pulci :)