Marchettone gigante a Porta a Porta martedì 16 dicembre 2009, con un’intera puntata dedicata al “cinepanettone” di De Sica & company. Sul sito del programma Rai così descrivono l’evento: “Ospiti della puntata i protagonisti dell’ultimo successo natalizio “Natale a Beverly Hills“.

A Porta a Porta hanno già deciso, nonostante il film debba ancora uscire nelle sale, che si tratta di un successo. Il successo preventivo insomma. Forse non sarebbe inutile chiedersi perché mai il cosiddetto servizio pubblico della Rai debba infliggere, agli abbonati obtorto collo, queste pubblicità spudorate pagate coi soldi dei contribuenti, spottoni di ore per la promozione delle solita boiata di Natale.

O mia bela Madunina

dicembre 13, 2009

Il premier Silvio Berlusconi, al termine del suo comizio oggi a Milano, è stato colpito al volto da un oggetto contundente, sembra una riproduzione del Duomo in ferro, lanciatogli da un uomo di 42 anni, Massimo Tartaglia.

Risultato dell’aggressione: un copioso sanguinamento dal labbro spaccato, una frattura del setto nasale e, pare, due denti fratturati.

Purtroppo per Berlusconi, l’aggressore non è un militante politico, non risulta iscritto a nessun partito, tantomeno comunista o di sinistra, è sconosciuto alla Digos e non ha precedenti penali. Risulta invece in cura da circa 10 anni per problemi mentali al Policlinico di Milano. Ma a questo punto, dopo il fatto di oggi, credo che Tartaglia  si possa dichiarare clinicamente guarito :D

Troppo zelo sant’Antonio, ci sarebbe da dire se Antonio Marano, noto soprattutto per aver censurato la Borromeo nel programma della Bignardi, “L’Era Glaciale”, fosse ancora direttore di Raidue. Invece si tratta del suo successore, subentrato alla direzione di Raidue, il guardingo Massimo Liofredi, che già si è distinto subito per l’eccezionale prudenza.

Insomma c’erano questi due romipicoglioni ospiti di Daria Bignardi, Morgan e la Mannoia, che s’erano permessi di ironizzare sul premier e criticare il governo. Che fare? Dopo Topogigio a combattere l’influenza, ecco che si è arruolato Topolino per contrastare il dissenso: quasi un’ora di cartoni Disney hanno congelato la messa in onda dell‘Era Glaciale, facendola scivolare  in un orario più tranquillo vicino alla mezzanotte, evidentemente meno pericoloso, avranno pensato a Raidue, per le casalinghe di Voghera che notoriamente votano Berlusconi e per fortuna vanno a letto presto, dopo essersi rimbambite di quizzoni e Tg4.

Un eccesso di zelo davvero ridicolo, che però mette tristezza. A questo è ridotta la Rai, considerata una volta, a torto o a ragione, la più importante fabbrica culturale del paese.

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E’ almeno un mese che su tutti i giornali e sui tg ci rompono l’anima sull’estradizione di Battisti, qualcosa di cui alla stragrande maggioranza degli italiani non importa un fico. Su “La Repubblica” del 27 novembre 2009 a pag. 37 (trentasette!) scopro un minuscolo trafiletto sulle indagini riguardo ad un colossale truffa sui contatori del gas.

Dodici avvisi di garanzia
a manager di Eni e di Snam Rete Gas, la controllata del colosso petrolifero che si occupa della distribuzione del metano in Italia. I pubblici ministeri Letizia Mannella e Sandro Raimondi hanno chiuso una parte delle indagini condotte insieme con la Guardia di Finanza sulle misurazioni del gas: le società e i loro manager avrebbero sottratto al pagamento delle accise un miliardo e mezzo di metri cubi di gas, pari a 260 milioni di euro, e all’ accertamento qualcosa come 20 miliardi di euro.

Ora rischiano di finire a giudizio, tra gli altri, Carlo Malacarne, direttore generale delle attività operative di Snam Rete Gas e Claudio Baroni, responsabile dell’ ufficio tributario. Per Eni, Stefano Cao, ai tempi direttore della divisione Exploration & Production di Eni. Oltre all’ illecito tributario, gli indagati sono stati iscritti anche per l’ ostacolo dell’ esercizio delle funzioni di vigilanza, perché non osservavano gli obblighi di comunicazione all’ Autorità per l’ energia elettrica ed il gas (AEEG).
[fonte Repubblica]

No so a voi, ma a me questa sembrerebbe una notizia senz’altro da prima pagina, stiamo parlando di una truffa spaventosa ai danni dello Stato e quindi della collettività. E invece la notizia sta a pagina 37 di uno dei più importanti quotidiani nazionali, in un trafiletto quasi invisibile. Poi qualcuno si lamenta della scarsa credibilità del nostro giornalismo.

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Brutta vicenda di censura preventiva a La7. Il direttore Antonello Piroso ha cancellato l’inchiesta di Silvia Resta che doveva andare in onda nel programma “Reality” del 16 novembre.

L’argomento principale era la storia del famoso “papello” di Riina, e parlava dei presunti rapporti che Marcello Dell’Utri avrebbe avuto con dei mafiosi, anche di peso notevole nell’organizzazione. In particolare, si parlava dei suoi rapporti con i fratelli Graviano, coloro che fondarono il primo circolo di Forza Italia a Palermo-Brancaccio e che successivamente furono condannati per la bomba ai Georgofili di Firenze.

Piroso ha negato la trasmissione del servizio perché secondo lui l’inchiesta aveva una «costruzione a tesi» e «testimonianze unidirezionali», inoltre ha accusato la Resta di fare «giornalismo militante». E’ insorta la redazione, che ha protestato ribadendo la bontà dell’inchiesta e contestando anche il modo, cioé la censura scattata a poche ore dalla messa in onda. “Sconcerto” e un “invito a ripensarci” sono stati espressi dall’Ordine dei Giornalisti del Lazio e da Stampa Romana.

Sempre meglio del cetriolo

novembre 6, 2009

Ecco il nuovo video turistico dell’Italia di Enit, l’ente per il turismo nazionale. Sempre meglio del famoso “cetriolo” dello sfortunato portale-mostro italia.it, anche se, alla fine del filmato, spunta con sgomento un nuovo sito: www.italiamuchmore.com. Ma perché? Non bastava quello ufficiale per cui sono già state buttate montagne di soldi?

La cosa più incredibile è che il bottone “approfondisci” rimanda al sito dell’Enit – Agenzia Nazionale del Turismo: non c’è neppure un link al sito ufficiale di italia.it! Ma la Brambilla lo sa?

Insomma ciascuno procede per conto suo, ignorando ciò che fa l’altro, ma continuando a succhiare contributi e finanziamenti.

Dove sono i talebani

novembre 5, 2009

Agghiacciante intervento di Ignazio La Russa nell’aghiacciante programma “L’Italia in diretta”, condotto da Lamberto Sposini. Il ministro si lancia in una delirante filippica contro il matematico Piergiorgio Odifreddi, che si era espresso pochi minuti prima sulla questione dei crocifissi nelle scuole, reo di non avere “alcun titolo scientifico come esperto di religione” (sic!)

Il bello (il bello?) è che la Russa manda poi i nostri soldati a combattere l’integralismo talebano in Afghanistan…

Sballerò

ottobre 28, 2009

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Il programma Ballarò nacque come alternativa a quello di Santoro, temporanenamente epurato, e il giovine Floris sembrò una gradevole novità. Si scoprì insomma che i famosi santoni televisivi non sono insostituibili, e anche un signor nessuno poteva fare la sua dignitosa figura con un programma decoroso e buoni ascolti.

Purtroppo Ballarò col tempo è diventato un Porta a Porta di (centro)sinistra, col solito giro nauseante di figuranti, sempre gli stessi: Letta-Bersani-Franceschini contro Tremonti-Castelli-Gasparri, oppure Tabacci-Casini-Bindi contro La Russa-Maroni-Santanché. Ospiti più o meno fissi i politici-dobermann di Berlusconi: Lupi-Bondi-Cicchitto-Bonaiuti-Gasparri, ringhiosi e aggressivi qualunque sia l’argomento, che di solito cercano di azzannare Di Pietro, Marino, D’Alema, Vendola o la Finocchiaro.

Tutti sono mischiabili e intercambiabili, apparentemente secondo l’argomento in discussione ma spesso per criteri che appaiono imperscrutabili, se non quello dell’obbligo di comparsata televisiva dettato dal manuale Cencelli catodico.

Appuntamento quasi fisso, la telefonata in diretta del premier che inveisce e straparla per decine di minuti, contrastato da nessuno. Alla fine del programma rimane quella fastidiosa sensazione di aver perso inutilmente due ore di tempo, senza aver capito nulla avendo sentito parlare inutilmente del nulla. E soprattutto con la domanda molesta sul perché si debba pagare il canone per vedere quest’immondizia propagandistica riciclata di continuo.

Marrazzi amari

ottobre 24, 2009

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La penosa vicenda che ha travolto Piero Marrazzo induce a qualche riflessione. Fermo restando che ciascuno, nella sua vita privata, fa quel che gli pare -anche se magari ci sarebbe da chiedersi se sia moralmente accettabile che un uomo, e a maggior ragione se uomo pubblico e di potere, sfrutti delle prostitute- quello che più colpisce nel suo caso, come in altri, è la doppiezza di certi personaggi impegnati in politica.

Che mostrano una faccia in pubblico, mentre in privato ne hanno un’altra, poco edificante e inconfessabile. Sul sito della Regione Lazio, si legge nella biografia di Marrazzo: “La famiglia è la sua vera grande passione. Ha tre figlie: Giulia , Diletta e la più piccolina, Chiara. Con loro e con Roberta, la donna della sua vita, passa tutto il tempo libero”.

Non proprio tutto, a quanto pare :). La domanda sorge quindi spontanea: ci si può fidare di un politico che si presenta con una faccia che non è la sua? Ingannando cioé i cittadini? Per questa e non per altre ragioni, Marrazzo si dovrebbe dimettere. Negli USA, scandali molto meno peggiori di questo non lasciano alcuno scampo.

Il posto fisso di Vespa

ottobre 23, 2009

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Credo sia difficile trovare qualcuno che apprezzi il giornalismo di Bruno Vespa, contraltare pubblico di Emilio Fede nel privato. Questi due giornalisti sono ormai diventato il simbolo, a torto o a ragione, del giornalismo più deteriore, ruffiano e servile.

Nonostante questo la Rai, da anni, ha affidato al conduttore di Porta a Porta il monopolio dell’informazione di approfondimento su Rai Uno, la rete ammiraglia della Rai. In questo modo Vespa ha acquisito un potere enorme, che gli deriva per l’appunto dal fatto di gestire uno spazio così importante sulla principale rete di Stato come se fosse suo. Non contento di questo, Vespa si fa pagare uno stipendio faraonico: un milione e seicentomila euro l’anno. Insomma anche lui ha capito da tempo, come tanti altri supergiornalisti e forse prima di tutti, che il “posto fisso”, meglio ancora nell’ente pubblico e anche se nascosto sotto la foglia di fico di un contratto da esterno, è una pacchia come poche altre. Ma da quanti decenni Vespa lavora in Rai?

A qualcuno però sfugge che senza l’enorme spazio che gli è generosamente concesso sulla televisione di Stato, Vespa sarebbe ricondotto a più miti consigli e, soprattutto, a più modeste pretese, economiche e non. Senza l’occupazione in pianta stabile dello spazio serale su Raiuno, Vespa perderebbe gran parte del suo “appeal”, che in realtà è funzionale, più che gli utenti del servizio pubblico, ai partiti che spadroneggiano in Rai e che hanno bisogno del megafono permanente di Porta a Porta.

Anche ieri, per dire, abbiamo dovuto vedere Clemente Mastella che si difendeva dalle accuse che hanno travolto la moglie, Sandra Lonardo. Ma in quale altro paese del mondo il marito di un indagato, ed ex ministro, va sulla rete di Stato per difendere la moglie coinvolta in un’inchiesta ancora in corso su raccomandazioni e appalti pilotati?