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Il giudizio più feroce sulla nuova legge del “processo breve” è dell’avvocato Carlo Taormina, ex deputato di Forza Italia ed ex sottosegretario del Governo Berlusconi. L’impressione è che le sue parole siano dettate da qualche risentimento ma tant’è:  parla di ddl vergognoso, criminale, crimonogeno e ridicolo, di attentato alla Costituzione e invita addirittura i cittadini onesti a ribellarsi.

Dal comunicato stampa ASCA:

GIUSTIZIA: TAORMINA, DDL VERGOGNOSO. CITTADINI ONESTI SI RIBELLINO

(ASCA) – Roma, 12 nov – ”Vergognoso, criminale, criminogerno e ridicolo”: sono le definizioni che l’avvocato Carlo Taormina, docente di procedura penale, riserva al ddl sul processo breve. Tale è il suo giudizio negativo, una bocciatura senza mezzi termini, al punto di dire che è ”auspicabile  una ribellione dei cittadini onesti”.

”Il disegno di legge sul processo breve dice Taorimina in una nota in cinque punti, 1) è vergognoso perché per vietare il giudizio su di un imputato se ne vietano centomila, con danno morale e patrimoniale delle vittime dei reati.

2) E’ criminale perché implica l’utilizzazione dello strumento legislativo per fini personali ed integra un attentato alla Costituzione sotto il profilo della vanificazione della giurisdizione che rappresenta elemento portante della vigenza di un ordinamento giuridico che, per esistere, ha bisogno della attuazione, appunto, giurisdizionale.

3) E’ criminogeno perché, essendo materialmente impossibile celebrare un processo di primo grado in due anni, il disegno di legge è una licenza a delinquere, soprattutto per i delitti che attentano alla sicurezza di ogni giorno dei cittadini.

4) E’ ridicolo perché chiaramente ritorsivo rispetto alla caduta del Lodo Alfano, è fatto presentare al Senato perché in Consiglio dei Ministri siede l’unico interessato a sopprimere la giurisdizione, dopo averlo però concordato con la maggioranza, attraverso una blindatura che rende una buffonata il ruolo del Senato e della Camera, sul modello di una autentica dittatura.

5) E’ frutto di imbecillità giuridica, non solo perché si tratta di una normativa contrastante con il principio di ragionevolezza per la naturale incompatibilità del tempo di due anni per un processo di primo grado, non solo perché la giurisdizione non può essere soppressa senza sopprimere la Costituzione, ma perché i poteri doveri fondamentali dello Stato non possono decadere: può estinguersi l’azione, ad esempio per prescrizione perché si incide sull’esercizio di un diritto, ma non può estinguersi il potere di giudicare, ragione per la quale tutti i casi di regolamentazione del potere del giudice, anche quando costituiti da termini – per esempio per il deposito di una sentenza o per la sua emanazione – non sono mai perentori, ma ordinatori, cioè non produttivi di decadenza, tant’è che nel processo civile l’estinzione del processo non impedisce che l’azione sia riproposta, cosa impossibile in penale.

L’imbecillità giuridica sottesa da disegno di legge giunge fino al punto di non aver compreso che la norma è facilmente aggirabile considerando, appunto, ordinatorio o non perentorio il termine dei due anni, proprio perché afferente all’esercizio del potere – dovere giurisdizionale.

Se in Tribunale entra in Camera di Consiglio oggi e la deliberazione si protrae per dieci giorni ed al quinto scadono i due anni, cosa fa il Tribunale? Non decide? Decide, eccome! E questo dimostra l’imbecillità della proposta.

Il diretto interessato al disegno di legge, stia attento perché l’imbecillità dei consigli, per l’ennesima volta, si tradurrà in altra legge ad personam inutile. Invito la Magistratura, per la quale nutro odio profondo, a vanificare l’iniziativa considerando ordinatorio il termine dei due anni. Invito i cittadini onesti a rivoltare i tavoli di questa politica che, proprio ad opera centro-destra, sta distruggendo lo Stato e i diritti garantiti dalla Costituzione, per uscire dai guai di qualche potente”.

Sempre meglio del cetriolo

novembre 6, 2009

Ecco il nuovo video turistico dell’Italia di Enit, l’ente per il turismo nazionale. Sempre meglio del famoso “cetriolo” dello sfortunato portale-mostro italia.it, anche se, alla fine del filmato, spunta con sgomento un nuovo sito: www.italiamuchmore.com. Ma perché? Non bastava quello ufficiale per cui sono già state buttate montagne di soldi?

La cosa più incredibile è che il bottone “approfondisci” rimanda al sito dell’Enit – Agenzia Nazionale del Turismo: non c’è neppure un link al sito ufficiale di italia.it! Ma la Brambilla lo sa?

Insomma ciascuno procede per conto suo, ignorando ciò che fa l’altro, ma continuando a succhiare contributi e finanziamenti.

wud

Questa è l’ultima volta che compro roba De Longhi. Già mi ero pentito dopo l’acquisto di un condizionatore “Pinguino”, ora ci sono ricascato con un umidificatore, modello UH 800 E.

Già la sigla fa girare le scatole: ma è così difficile mettere delle sigle più semplici e magari intelleggibili? Tra l’altro sul sito ufficiale De Longhi il mio modello non c’è. Eppure l’ho comprato l’altro giorno, non dieci anni fa. C’è il modello UH 660 E, UH 650 M, VH 200, VH 100, ma l’UH 800 E no. E non chiedetemi il significato delle sigle.

L’oggetto ha un’estetica gradevole ma, come al solito, è sull’usabilità che casca l’asino. La tanica è capiente, 6,5 litri, ma è scomodissima da riempire: è una specie di “uovo” che bisogna staccare dalla base, per riempirlo bisogna rovesciarlo e svitare un tappo sul fondo. L’uovo è piuttosto grande, quindi non ci sta nel solito lavandino, perciò  bisogna attrezzarsi con una caraffa o un annaffiatoio, badando bene a non rovesciare l’uovo perché, essendo sferico, non sta in piedi da solo.

Riempito d’acqua l’uovo, si rimette il tappo e lo si ri-capovolge (occhio che se avete avvitato male il tappo rischiate di allagare la stanza). Lo si risistema quindi sulla base infilando i suoi quattro piedini nei rispettivi fori. Mi immagino una persona anziana maneggiare un uovo scivoloso da 6 chili e mezzo, col rischio concreto di farlo cadere e romperlo.

Domanda: era così difficile fare un’apertura direttamente sull’apparecchio per un banale rabbocco? La stessa solfa della tanica rovesciabile c’era anche sul condizionatore Pinguino, con l’aggravante che la tanica in quel caso pesava 15 o 20 kg, roba da ernia al disco! Mi immagino ancora la vecchina trascinare la tanica sul pavimento e poi fare sollevamento pesi.

Passiamo ai comandi dell’umidificatore: c’è un serie di bottoni e un display che indica (o dovrebbe indicare, come vedremo in seguito) la percentuale di umidità della stanza, oltre a poter impostare l’umidità desiderata. I comandi  sono sul lato inferiore dell’apparecchio: siccome gli umidificatori di solito si mettono sul pavimento, bisogna buttarsi per terra per leggere i bottoni a 2 cm dal pavimento. Altra domanda: era così insensato mettere i comandi sul lato superiore, così almeno ci si inginocchiava e basta?

Non è finita: appena acceso l’apparecchio, “l’umidostato“, come lo chiamano loro,  segnava 55%. Dopo una nottata di funzionamento era sceso a 45%! Ma come, non doveva umidifcare la stanza? Delle due l’una: o l’umidostato non funziona, o l’apparecchio deumidifica invece di umidificare. Se l’umidostato non funziona come dovrebbe, sottostimando la percentuale di umidità effettiva, se ne deduce  che l’apparecchio NON si spegnerà quando ha raggiunto l’umidità impostata, oppure si spegnerà per gli affari suoi, senza alcuna relazione con la vera umidità dell’ambiente. Insomma è impossibile sapere quant’è realmente l’umidità dell’aria nella stanza e, di conseguenza, anche regolarla.

Il disastro di usabilità si conclude col libretto di istruzioni in 13 lingue, scritto dal solito delinquente, incluse le indispensabili pagine in greco, svedese e ugro-finnico. L’approssimazione e la sciatteria con cui sono scritte le istruzioni completano il quadro: i vari pezzi sono contrassegnati da lettere invece che da numeri, più semplici da ricordare. Così al posto del più banale, e intuitivo, “+” e “-” per regolare l’umidità, abbiamo due bottoni indicati con  “p” e “q” (!). Ma perché?

Sulla  pagina delle caratteristiche tecniche c’è una serie di asterischi: significa che la funzione c’è o non c’è? Un “sì” e un “no” era troppo banale?  Nella riga della potenza assorbita, infine, un dato piuttosto importante circa i consumi,  c’è la scritta “vedi targha caratteristiche” (testuale), senza alcun cenno però di dove sia questa “targha”. Forse è sul fondello dell’apparecchio, ma se è già in funzione bisognerebbe spegnerlo, aspettare che si raffreddi e svuotarlo per poter guardare se c’è l’etichetta. Non si poteva mettere il dato direttamente su libretto di istruzioni?

Dulcis in fundo, esiste un centro telefonico di assistenza  pagamento, la DLS service, di cui però non sono indicati né i giorni né gli orari di funzionamento. Insomma secondo De Longhi dovrei telefonare e spendere altri soldi per segnalare che il loro apparecchio è difettoso.

Mike, lo spot dall’oltretomba

settembre 21, 2009

Incredibile ma vero: Sky manda in onda gli spot Infostrada di Mike Bongiorno defunto. Sulle prime si resta a bocca aperta per tanta mancanza di pudore, per questo cinismo indecente, poi si legge la scritta in sovrimpressione “su desiderio della famiglia Bongiorno”. Pure la famiglia ci si mette!

In uno spot hanno tirato in mezzo pure il figlio, che fa della macabre gag con Fiorello. Una cosa agghiacciante, non riusciamo a liberarci di Mike neppure da morto.

Gratitudine e lealtà

agosto 1, 2009

schumi

“Per ragioni di gratitudine e lealtà nei confronti del team non posso ignorare questa sfortunata situazione” ha detto Michael Schumacher annunciando il ritorno alle corse con la Ferrari dopo l’incidente di Felipe Massa.

Un piccolo dettaglio, rivelato dal quotidiano iberico “AS” (ma non da quelli italiani): sembra che il pilota tedesco guadagnerà 3,2 milioni di euro a gran premio. Certo nessuno pretendeva che corresse gratis, ma forse era meglio evitare termini come lealtà e gratitudine, perché è evidente che Schumacher, se non corre per i soldi, corre solo per sé stesso e per la sua ambizione.

Io non ho problemi di gratitudine né di lealtà, e mi offro alla Ferrari per soldi: accetterei di correre per 600 euro a gran premio. L’impatto mediatico sarebbe probabilmente anche superiore, perché “la rossa” guidata da un signor nessuno non capita tutti i giorni. Certo non vado forte come Schumacher, ma costo anche infinitamente meno :D


La ministra Brambilla l’aveva promesso: “sarà un portale emozionale“. E infatti: il logo ha ora uno sfondino azzurro mutanda. Le reazioni in rete sono state tiepide, non c’è stata la macellazione on line che forse molti si aspettavano, com’era accaduto per il portale prima versione, quello col budget mostruoso da 50 milioni di euro.

Pare che questo sia stato messo in piedi in soli due mesi, e forse questa notizia ha intorpidito gli animi più bellicosi. E poi in fondo, chi se ne frega di italia.it, avranno pensato i più, tanto fanno quel che gli pare…

Con questo nuovo portale” ha detto fieramente la Brambi nella conferenza stampa di presentazione “vogliamo dare nuovo incremento all’economia turistica del nostro Paese. Punteremo sulle motivazioni, sulle emozioni, il nostro sarà un portale emozionale“.

Curiosmente il sito è nato con la collaborazione di Aci (e perché non anche l’Anas?), la versione definitiva del portale però arriverà in autunno. E qui stento a capire: dopo i 50 milioni di euro stanziati per la precedente versione, un anno di pasticci ed ora altri 10 per ripartire, stiamo ancora alla versione beta? “Siamo la prima nazione ad avere realizzato una tale iniziativa” ha precisato la ministra dalla fulva criniera. E ti credo.

Francamente, trovo tutto questo abbastanza allucinante: è come se le Ferrovie dello Stato mettessero sui binari un nuovo treno in versione “beta”: che va a 60 all’ora invece di 300, esce dalla stazione per 1 km e poi deve tornare indietro, a bordo si viaggia in piedi perché ci sono pochi sedili ancora col cellophane, nella carrozza ristorante servono solo toast confezionati e nei corridoi i cessi sono chiusi. Che reazioni avrebbero i viaggiatori?

Live Young

luglio 17, 2009

Bella e vagamente terrificante questa pubblicità dell’acqua Evian…

Sorridete prego

luglio 10, 2009

Io sono un po’ tardo e non ho ancora capito cosa c’entrino George Clooney e Billy Murray col terremoto, chi li abbia chiamati e perché (pare li abbia chiamati Veltroni per inaugurare un cinema, con gli sfollati ancora in tenda da tre mesi!).

Ma a parte questo, non so voi ma a me questa foto ha lasciato davvero di stucco per i suoi potenti significati simbolici, ovviamente involontari: si vedono Veltroni e Clooney posare sorridenti davanti alle macerie del Palazzo del Governo. Posso capire Clooney, ma Veltroni? Stupefacente che gli aquilani non li abbiano presi a sassate.

Bear Attack!

Maggio 27, 2009

Pagare le notizie? Ah ah

Maggio 27, 2009

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Anna Masera su La Stampa si chiede, o meglio chiede ai suoi lettori, se sarebbero disposti a pagare le notizie. L’interrogativo, peraltro ormai annoso, è stato rilanciato dal convegno annuale organizzato dall’Osservatorio Permanente Giovani Editori.

I responsabili dell’informazione italiani si sono dimostrati d’accordo. “L‘era delle news gratis è vicina al tramonto”, “L’informazione non a pagamento è insostenibile” hanno affermato Giancarlo Cerutti, presidente del Sole 24 Ore, e John Elkann che guida l’Editrice La Stampa. Dello stesso parere anche Ferruccio De Bortoli, direttore del Corriere della Sera. «Credo che pagare le news online sia la strada da percorrere», ha esordito Elkann. D’accordo Cerutti, ma il presidente del Sole 24 Ore è cauto. Difficile, spiega, che «si possa passare da tutto gratis a tutto a pagamento. Insomma, il passaggio dovrà essere graduale». Una possibile ricetta arriva da De Bortoli. Il direttore del quotidiano di via Solferino ipotizza una «sfida dei micropagamenti» che potrebbe «riuscire a dare all’utente un servizio personalizzato».

Se De Bortoli fosse un blogger, qualcuno gli darebbe retta? E quanti lettori avrebbe? Qualcuno darebbe retta a uno come John Elkann, che ha avuto l’unico merito, perlomeno finora, di nascere nella famiglia giusta? Ma siccome De Bertoli dirige il Corrierone, ed Elkann guida l’editrice La Stampa, c’è un sacco di gente che pende inutilmente dalle loro labbra. E così i giovani editori si dimostrano uguali a quelli vecchi, anzi peggiori. Perché non hanno ancora capito che ragionano su un mondo ormai in estinzione, dove i “media mainstream” come i loro non hanno futuro, campano solo perché sovvenzionati dai finanziamenti pubblici e perché organici in qualche modo allo status quo. Chi mai pagherebbe on line i loro giornali zeppi di “notizie” di cui non frega niente a nessuno? Non hanno capito che quella che loro considerano “informazione”, è in realtà una sbobba che nessuno è disposto più a ingurgitare, per di più a pagamento.

Ormai la gente si informa altrove, le fonti di informazione, ma soprattutto di commento alle notizie, si sono moltiplicate all’infinito, i vecchi giornali o si rifondano da zero o non hanno futuro. Come ha scritto Clay Shirky La società non ha bisogno dei giornali, ha bisogno di giornalismo“. Parole sante. Per quel che mi riguarda, non spenderei un centesimo per la Stampa o il Corriere a pagamento. Pago invece, e con piacere, per un giornale come quello di Massimo Fini, “Il Ribelle“, perché penso mi aiuti a capire qualcosa della realtà che mi circonda: questo mi serve, un giornale utile per me e non per chi confeziona veline governative.

La prova che in Italia non si è ancora capito ancora nulla dell’andazzo generale è che, mentre in tutto il mondo chiudono i giornali di carta e aprono quelli on line, da noi chiudono quelli on line, come Panorama (che paraltro faceva decisamente schifo).