Il crollo di Santoro

dicembre 10, 2011

L’esperimento di Santoro col nuovo programma “Servizio Pubblico” rischia di finire male. Dall’inizio col botto, con oltre il 12% di share, ad un deprimente 4,99% della sesta puntata.

Ci sono diversi fattori concomitanti in questa continua e preoccupante erosione di ascolti. Anzitutto va detto che, al contrario di quel che si crede, Santoro fa lo stesso programma dal 1987. Cambiano la scenografia e il titolo ma il programma è assolutamente lo stesso, da Samarcanda ad Annozero a Servizio Pubblico e via titolando. Quindi format vecchio come il cucco. Andare in onda su una rete di tv locali è, ovviamente, un grosso svantaggio rispetto ad andare in onda sulla Rai. Ma veniamo alla “ciccia”.

La caduta di Berlusconi sicuramente ha contribuito al crollo di interesse: è come togliere ad un pugile il suo avversario. Hai voglia a tirare pugni a vuoto, il match con un fantasma diventa una noia. Anche l’imprevista concorrenza dell’ex allievo Corrado Formigli, col suo “Piazza Pulita”, non ha certo aiutato. Il suo infatti è un ottimo programma che va migliorando  di puntata in puntata, man mano che il conduttore prende confidenza e sicurezza (nella sesta puntata Formigli ha addirittura superato il maestro con un 6,18% di share). Va anche detto che i dati Auditel ed i relativi confronti tra piattaforme differenti non sono del tutto attendibili, soprattutto in questo caso dove sarebbe necessario un accurato rilevamento anche degli utenti che guardano il programma di Santoro su Internet in streaming.  Ma l’affidabilità dei dati di ascolto Auditel è una vecchia storia che meriterebbe un post a parte.

L’errore peggiore di Santoro però è stato il pessimo uso dei social network. Una grande occasione per comunicare e interloquire con i telespettatori, però sprecata malamente. Facebook é stato utilizzato con puro spirito utilitaristico: succhiare sondaggi gratis, idee, spunti, proposte. Ma la comunicazione è stata monca, sempre a senso unico, senza un vero scambio. Nessuno della redazione ha mai risposto a una domanda, men che meno Santoro in persona si è voluto “sporcare le mani”. Eppure sarebbe bastato così poco.

L’esempio più clamoroso è stato in occasione della puntata dell’8 dicembre. Su Facebook la presenza annunciata di Gasparri e Rutelli in trasmissione aveva scatenato nei giorni precedenti alla messa in onda una vera e propria rivolta, con centinaia e forse migliaia di messaggi di protesta. Ma da Santoro e dalla redazione nessuna risposta.  I messaggi, quasi tutti molti accalorati, se non furenti, dicevano più o meno tutti la stessa cosa: certa gente non la vogliamo piú vedere! Ma Santoro ha tirato dritto e ha voluto fare di testa sua, col risultato che la puntata con Gasparri e Rutelli ha avuto il peggior ascolto in assoluto, con un crollo di share di quasi la metà della puntata precedente: dall’8,01% al 4,99%. Purtroppo non si tratta di un passo falso isolato: Servizio Pubblico ha perso ascolti  fin dalla seconda puntata, con un declino progressivo e inarrestabile. Ora ha circa un terzo degli ascolti rispetto alla puntata d’esordio.  Il programma insomma, per tutta una serie di ragioni, non funziona più.

Vedremo se Santoro saprà inventarsi qualcosa. Ad esempio ascoltare chi lo segue, magari qualcuno di quei migliaia di fan che gli ha pure sganciato i dieci euro purché potesse fare un programma tv diverso dai soliti e ormai insopportabili teatrini che hanno stancato davvero tutti.

Troppo zelo sant’Antonio, ci sarebbe da dire se Antonio Marano, noto soprattutto per aver censurato la Borromeo nel programma della Bignardi, “L’Era Glaciale”, fosse ancora direttore di Raidue. Invece si tratta del suo successore, subentrato alla direzione di Raidue, il guardingo Massimo Liofredi, che già si è distinto subito per l’eccezionale prudenza.

Insomma c’erano questi due romipicoglioni ospiti di Daria Bignardi, Morgan e la Mannoia, che s’erano permessi di ironizzare sul premier e criticare il governo. Che fare? Dopo Topogigio a combattere l’influenza, ecco che si è arruolato Topolino per contrastare il dissenso: quasi un’ora di cartoni Disney hanno congelato la messa in onda dell‘Era Glaciale, facendola scivolare  in un orario più tranquillo vicino alla mezzanotte, evidentemente meno pericoloso, avranno pensato a Raidue, per le casalinghe di Voghera che notoriamente votano Berlusconi e per fortuna vanno a letto presto, dopo essersi rimbambite di quizzoni e Tg4.

Un eccesso di zelo davvero ridicolo, che però mette tristezza. A questo è ridotta la Rai, considerata una volta, a torto o a ragione, la più importante fabbrica culturale del paese.

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Brutta vicenda di censura preventiva a La7. Il direttore Antonello Piroso ha cancellato l’inchiesta di Silvia Resta che doveva andare in onda nel programma “Reality” del 16 novembre.

L’argomento principale era la storia del famoso “papello” di Riina, e parlava dei presunti rapporti che Marcello Dell’Utri avrebbe avuto con dei mafiosi, anche di peso notevole nell’organizzazione. In particolare, si parlava dei suoi rapporti con i fratelli Graviano, coloro che fondarono il primo circolo di Forza Italia a Palermo-Brancaccio e che successivamente furono condannati per la bomba ai Georgofili di Firenze.

Piroso ha negato la trasmissione del servizio perché secondo lui l’inchiesta aveva una «costruzione a tesi» e «testimonianze unidirezionali», inoltre ha accusato la Resta di fare «giornalismo militante». E’ insorta la redazione, che ha protestato ribadendo la bontà dell’inchiesta e contestando anche il modo, cioé la censura scattata a poche ore dalla messa in onda. “Sconcerto” e un “invito a ripensarci” sono stati espressi dall’Ordine dei Giornalisti del Lazio e da Stampa Romana.

Il muro del sonno

novembre 12, 2009

Altra figura di palta internazionale per il nostro glorioso premier Silvio Berlusconi. Presenziando alla cerimonia ufficiale della caduta del Muro alla porta di Brandeburgo a Berlino, mentre parlava Medevev si è fatto riprendere in diretta mondiale mentre schiacciava un sonnellino. Non potrebbe dormire in Italia e stare sveglio (con moderazione) all’estero?

Spirito di servizio

novembre 8, 2009

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Si dice spesso che molti politici siano animati da un puro  “spirito di servizio”. Sicuramente sarà così per tanti. Suscita tuttavia una fastidosa inquietitudine quando si leggono alcune notiziole sul tenore di vita di Piero Marrazzo, dopo le polemiche scaturite sui generosi compensi ai trans (5000 euro a botta) con cui l’ex presidente della Regione pare si intrattenesse, almeno leggendo le cronache, con una certa frequenza. Come faceva a spendere tanti soldi? Se lo sono chiesto in molti.

“Se lo poteva permettere” spiega il suo avvocato Luca Petrucci (Repubblica 6 novembre 2009): nella qualità di Presidente della Regione, consigliere regionale e di presidente della Fondazione di Policlinico Tor Vergata ammontavano a 20.000 euro netti al mese. Marrazzo si poteva permettere, tra le altre cose, di sborsare quasi 7.000  euro al mese per sostenere ben due mutui su altrettanti appartamenti acquistati negli ultimi anni a Vigna Clara, quartiere bene di Roma nord (uno acceso il 23 novembre 2007 per 570.000 euro rimborsabili in 30 anni al tasso del 5,49% per un importo mensile di 2.306 euro; l’altro 25ennale attivato nel luglio 2006 per 1,3 milioni di euro ad un interesse del 4,2% con rata di 4.686 euro al mese. Nel frattempo ha estinto una terza ipoteca sulla villa di famiglia a Riano, dove l’ex presidente vive con la figlia più piccola e la moglie Roberta Sardoz: 300.000 euro pagati sull’unghia dai coniugi Marrazzo il 18 gennaio 2008.

L’avvocato Petrucci ha fornito più precisamente le cifre dei compensi del suo assistito: 9.362 euro lordi a titolo di indennità di carica, 4.003 euro a titolo di diaria, 7.607 euro come indennità di funzione (cioé presidente della giunta); cui bisogna aggiungere 4.190 euro netti di rimborsi spettanti a ciascun consigliere regionale per le spese dei collaboratori e il rapporto con gli elettori, nonché 36.738 euro netti all’anno come presidente della Fondazione Policlinico Tor Vergata.

Sul Corriere dell’8 novembre si legge che, dopo lo scandalo che lo ha travolto, Marrazzo potrebbe rientrare nei ranghi della Rai. Per fare cosa non è ancora chiaro, sarà oggetto di trattativa: «È una questione molto delicata», ammettono in viale Mazzini. Il giornalista pare infatti abbia “diritto” a un incarico non inferiore a quello di conduttore. Per spirito di servizio, si capisce.

Dove sono i talebani

novembre 5, 2009

Agghiacciante intervento di Ignazio La Russa nell’aghiacciante programma “L’Italia in diretta”, condotto da Lamberto Sposini. Il ministro si lancia in una delirante filippica contro il matematico Piergiorgio Odifreddi, che si era espresso pochi minuti prima sulla questione dei crocifissi nelle scuole, reo di non avere “alcun titolo scientifico come esperto di religione” (sic!)

Il bello (il bello?) è che la Russa manda poi i nostri soldati a combattere l’integralismo talebano in Afghanistan…

RAI HD

agosto 18, 2009

rai

Dopo anni di tragico immobilismo anche la Rai comincia ad offrire qualcosa su internet. Oggi ho visto il nuovo canale RAI HD in diretta streaming dai mondiali di Berlino.

Viene trasmesso in formato 16:9 e ad una qualità e fluidità video “mai vista prima”, almeno secondo la RAI. Abituati alle claustrofobiche finestrelle, fa una certa impressione ora vedere finalmente le immagini ad una qualità decente sul mio mac a 24 pollici.

L’entusiasmo però dura poco: il video si inceppa spesso, l’immagine sfuoca o si impiastriccia frequentemente. Risulta abbastanza nitida solo nei dettagli o nei primi piani fermi, nei movimenti diventa invece scattosa, sui campi medi o peggio lunghi si impasta tutto.

Sempre meglio che una gamba sotto al treno, direbbe qualcuno, ma temo che l’HD sia un’altra cosa :)

Celebrity Bisturi

agosto 11, 2009

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Per sbaglio sono capitato ieri su “Celebrity Bisturi“, il nuovo orrore televisivo in onda su Italia 1 (e dove se no), condotto da Elisabetta Gregoraci (e da chi se no).

Una cosa raccapricciante, sono rimasto inebetito alcuni minuti a guardare, c’era Brigitte Nielsen che si faceva vivisezionare da un chirurgo plastico varie parti del corpo. La Nielsen purtroppo, gran bella donna un tempo, si era mostrificata da sola parecchi anni fa, facendosi trapiantare due enormi poppe di plastica che non stavano né in cielo né in terra.

Stavolta l’ex modella aveva deciso, oltre che ad esporsi al ludibrio televisivo, ad una “revisione” più radicale: tette, cosce, pancia, fianchi e dio sa che altro, ovvero interventi di liposuzione, lifting facciale, rifacimento della dentatura e della mastoplastica (cioè sollevamento del seno).

Quando stavano per mostrare la Nielsen sul tavolo operatorio, pronta per una nuova macellazione, non ho avuto abbastanza stomaco e ho cambiato canale.

Clamoroso fuori onda di Gioacchino Bonsignore, giornalista del TG5 usualmente impegnato tra sughi e padelle (rubrica “Il gusto”), distaccato per l’occasione al Viminale per le elezioni europee.

In attesa del collegamento Bonsignore si accorge che, curiosamente, tra i dati mancano quelli delle precedenti elezioni politiche del 2008. Gli viene quindi l’uzzolo di conoscere questo dato per fare un raffronto, “per curiosità personale”. Forse in regia qualcuno si allarma, ma lui  tranquillizza: “Noo, non pensarai mica che lo diciamo”. Grande!

Disservizio pubblico

aprile 28, 2009

Io non capisco nulla di giornalismo, ma nella giornata di ieri a parer mio LA NOTIZIA era, senza ombra di dubbio alcuno, l’influenza suina, che nel Messico ha già provocato 150 morti e ora rischia di espandersi in tutto il mondo. Aspettavo dunque la consueta puntata di Porta a Porta con una certa impazienza. Già mi vedevo Vespa sguazzare nel dramma con l’aria funebre, intervistare gli esperti (magari ci infilava anche la Parietti, ma pazienza) con la voce accorata. Insomma agognavo sapere.

Era una notizia “meravigliosa” infatti anche per i possibili ascolti: una pandemia, una nuova peste del millennio che terrorizza tutti, fantastico. Man mano che aspettavo l’orario d’inizio, m’è venuto però il tarlo del dubbio: vuoi vedere che Vespa si mette a parlare d’altro? Neanche a farlo apposta, all’ora fatidica scopro che la puntata è dedicata alla festa della liberazione del 25 aprile, ospite in studio Dario Franceschini. Ho girato immediatamente su Raitre.

Io non capisco nulla di giornalismo, eppure avrei giurato che ieri quella era la notizia. Per Vespa evidentemente no. Se proprio non si volevano inseguire gli ascolti, se non si volevano creare inutili allarmismi, forse valeva la pena fare almeno una trasmissione d’informazione per spiegare alla gente che stava succedendo, una trasmissione di servizio pubblico insomma.

Ma per la Rai che censura prontamente un vignettista, informare seriamente e tempestivamente dev’essere proprio una “mission impossible”.