Giornalismo embedded 2.0

luglio 11, 2009

Due cose mi hanno sorpreso del G8: la sparizione di qualsiasi rumorosa protesta, e la sparizione dei giornalisti. Nella prima conferenza stampa, Berlusconi ha lasciato di stucco i giornalisti stranieri con uno sbrigativo “Bene non si sono domande” lasciando in fretta e furia la sala e con un palmo di naso la stampa mondiale.

Ma come non ci sono domande? Nell’ultima conferenza invece c’è stato un profluvio di domande alla melassa, tantoché ad un intervistatore sdraiato, tal Franco Gizzi che si è qualificato come ufficio stampa dell’Enel (?), Berlusconi ha detto “Posso farle io due domande? E’ sicuro di essere un giornalista, ed è sicuro di sentirsi bene?”.

Della incredibile conferenza stampa di giornalisti “embedded” riferisce Dagospia:

Doveva essere la conferenza stampa più dura della sua carriera politica, il big match con la stampa internazionale, Silvio contro il quarto potere mondiale. E invece le Monde, il Guardian, il Sunday Times sono rimasti in silenzio. Meno male che c’era la gloriosa stampa italiana, sentinella dei lettori contro il potere, a tenere alta la bandiera dela categoria.

«Presidente, lei e Obama siete i leader di maggiore successo mondiale: se lo aspettava?», esordisce l’inviato del Quotidiano Nazionale. Segue Antonio Preziosi (Gr Rai).: «Lei ha creato un momento storico…». Cavolo che grinta, con questo coraggio leonino la poltrona da direttore del Giornale Radio è assicurata. L’inviata di Rainews 24 Simonetta Guidotti: «La sua scommessa è stata vinta, io c’ero quando lei ebbe questo momento di lucida follia…». Mario Prignano di Libero: «Sta pensando di riformare l’Onu?». Ambrosini dell’Ansa: «I risultati di questo vertice che lei definisce eccellenti…». Franco Gizzi, ufficio stampa dell’Enel: «Volevo ringraziarla per la favolosa intuizione che ci ha fatto sognare di dedicare le sue preziose ferie all’Aquila…».

E ora, come diceva Corrado Guzzanti, si ricordi degli amici. Di noi i cani da guardia della stampa sanno trasformarsi in affettuosi barboncini da compagnia.

Di sicuro Berlusconi è stato abile, i “giornalisti embedded” nelle conferenze stampa del G8 mi pare una novità assoluta.

Sorridete prego

luglio 10, 2009

Io sono un po’ tardo e non ho ancora capito cosa c’entrino George Clooney e Billy Murray col terremoto, chi li abbia chiamati e perché (pare li abbia chiamati Veltroni per inaugurare un cinema, con gli sfollati ancora in tenda da tre mesi!).

Ma a parte questo, non so voi ma a me questa foto ha lasciato davvero di stucco per i suoi potenti significati simbolici, ovviamente involontari: si vedono Veltroni e Clooney posare sorridenti davanti alle macerie del Palazzo del Governo. Posso capire Clooney, ma Veltroni? Stupefacente che gli aquilani non li abbiano presi a sassate.

Caterina Caselli è scandalizzata: “Non c’è pietà per nulla e per nessuno”. Il brano “Domani  21/04.2009”, scritto da Mauro Pagani e inciso dagli oltre cinquanta “Artisti uniti per l’Abruzzo“, il cui ricavato doveva servire a ricostruire il  Conservatorio “Alfredo Casella” ed il Teatro Stabile d’Abruzzo  dell’Aquila, circola già in internet, ovviamente gratis.

Promotori del progetto Jovanotti,  Giuliano Sangiorgi dei Negramaro, il compositore Mauro Pagani e la già citata produttrice discografica della Sugarmusic, Caterina  Caselli. All’ammucchiata pro-Abruzzo hanno partecipato: Ligabue (che apre  anche il videoclip), Enrico Ruggieri, Gianni Morandi, Franco  Battiato, Massimo Ranieri, Francesco Renga, Gianna Nannini, Elisa,  Elio e le Storie Tese, Zucchero, Fabri Fibra Carmen Consoli, J Ax,  Gianluca Grignani, Giorgia, Nek, Laura Pausini, Samuele Bersani,  Tiziano Ferro, Morgan, Marracash, Negrita, Piero Pelù, Antonello  Venditti, Mario Venuti, Ron, Albano, Giusy Ferreri, Samuele  Bersani, Malika Ayane, Eugenio Finardi, Cesare Cremonini, Claudio  Baglioni, Sud Sound System e altri ancora.

Personalmente non mi hanno mai convinto queste inziative “superpelose”, dove con la scusa della solidarietà troppa gente si fa pubblicità gratis. Si critica tanto Berlusconi per aver “messo il cappello” sui terremotati, ma i cantanti che fanno di diverso? Se proprio volevano dare una mano, manifestare la loro solidarietà, potevano fare un bonifico. E stop. Come ha fatto Vasco Rossi, che si è sì autopromozionato durante la festa del 1° maggio, ma ha anche cacciato 100.000 euro in favore delle vittime del lavoro. Di tasca sua.