Poste 3.0
settembre 11, 2009
Ieri intorno a mezzanotte ho aperto il sito delle Poste per fare alcune operazioni con la nuova postepay e sono rimasto di sasso: è apparso l’avviso:
servizio non disponibile:
il servizio è disponibile dalle ore 6.30 alle 23.30
Mi sono tornate subito in mente le Pagine Gialle, che agli albori di internet Telecom Italia faceva funzionare, biecamente, solo dalle 8.30 alle 22, ovvero in coincidenza della tariffa urbana nella fascia oraria più costosa. Una cosa medievale che per fortuna hanno tolto. Non mi spiego invece la postepay che funziona a orario. Qualcuno è in grado di fare delle ipotesi?
Le Poste Italiane non finiscono mai di stupirmi: dal raddoppio delle tariffe con la scusa della posta prioritaria, senza che nessuno dicesse nulla (lo Stato ad esempio, che dà il servizio in concessione e in monopolio), alla rivoluzione “organizzativa” degli uffici dove all’ingresso ora ci sono due macchine gialle incomprensibili che distribuiscono i biglietti per la coda, e che creano esse stessa una coda perché tutti si fermano per cercare di capirne la logica. A complicare tutto, sui display degli operatori non appaiono i normali numeri, ma lettere e numeri (A158, B168 eccetera).
Per non parlare delle Poste che si sono messe a offrire servizi finanziari, oppure a vendere libri o elettrodomestici. Ma perché? Forse se si concentrassero sul servizio per cui sono nate, smaltire la corrispondenza, sarebbe meglio o no?

Tempi moderni
settembre 10, 2009
Ho preso una multa col radar, la famosa “trappola” del Radar di Egna (è nato un comitato di protesta che ci ha fatto addirittura un sito). Andavo alla folle velocità di 88 km/h su una tangenziale rettilinea e deserta dove c’era un limite improvviso di 70 km/h. Tenuto conto della tolleranza del radar del 5%, fanno ben 13 km/h oltre il limite consentito. Multa di 168 euro e via 5 punti dalla patente.
Alle Poste, dove sono andato a prendere la raccomandata, dopo una coda di 20 minuti l’impiegato ha rintracciato faticosamente la raccomandata dopo 10 minuti di ricerche. Per la verità prima in precedenza ho perso due ore per andare alle poste centrali, perché sul talloncino non c’era scritto che avrei potuto ritirarla nell’ufficio periferico.
Mi hanno dato una graziosa busta verdolina, contenente 4 fogli scritti fitti fitti fronte e retro, in italiano e tedesco. E un modulo col quale devo comunicare alla Polizia di Egna, con raccomandata, chi guidava la macchina, accludendo una fotocopia della patente, fronte/retro. Sul modulo da riempire devo apporre una scritta di mio pugno “il sosttoscritto nato a… residente a” eccetera eccetera, con firma in originale. Se non provvedo a comunicare i dati entro 60 giorni è prevista una pena pecuniaria di di 263 euro.
La notifica, se non pago entro i termini, costituisce titolo esecutivo per la riscossione coatta del debito (pignoramento). Ho ritirato la busta, firmando vari moduli, mentre l’impiegato dava vigorose timbrate, facendo rimbombare il banco e l’ufficio, su una serie di talloncini.
Ma non è della multa che voglio parlare. Stamattina alle poste ho fatto un’altra carta postepay. Sulla prima mi hanno ciulato 50 euro e così voglio “neutralizzarla”. Mi danno 4 fogli informativi scritti fitti fitti e un modulo da riempire per la prima carica. Hanno già tutti i miei dati ma bisogna di nuovo compilare il modulo: “io sottoscritto.. nato a… residente a… ” con documento di identità tipo….numero… rilsaciato a… da… in data…”, con numero fiscale….. Consegno la carta d’identità, che l’impiegata provvede a fotocopiare, e il talloncino verde del codice fiscale, che avevo con me per puro caso (sennò la tipa mi rimandava a casa).
Mi danno dei moduli da firmare 4 volte (firmi qui, qui, qui e qui), poi la dichiarazione per la privacy, altre due firme. Infine mi consegnano 2 buste, una con la carta postepay, l’altra col “codice segreto”. Pago anche una bolletta, e ogni volta resto sempre affascinato dall’impiegata che, dopo aver fatto passare il modulo nella macchinetta, prende la metà di un foglio A4 tagliato a mano, e con le forbici lo ritaglia ancora a metà e lo infila nella stampante per stampare la ricevuta. Ho pagato col bancomat, alle poste ne hanno uno speciale tutto loro, coi tastini che spesso si inceppano. Tempo per tutta l’operazione: circa un quarto d’ora.
Un’altra cosa fantastica è il pagamento delle bollette in banca: che però bisogna pagare “cash”, la banca infatti non accetta il bancomat, neppure il suo! Cosi l’altro giorno ho dovuto uscire dalla banca, ritirare i soldi col bancomat della banca stessa, tornare dentro, rifare la fila e pagare finalmente, trionfante, la bolletta. Sono i nostri tempi moderni. Ma si può?
Sono uscito pensando che questo paese è irrimediabilmente perduto. Anche perché se automatizzassero tutte queste operazioni inutili e demenziali, con sprechi di carta assurdi, e soprattutto che fanno perdere un sacco di tempo a un sacco di persone, per esempio il timbratore poderoso che timbrava le buste con l’inchiostro con energici “sbam!”, esattamente come nell’Ottocento, sarebbe probabilmente a spasso.

Italia, avanti piano quasi indietro
marzo 26, 2009
In questi giorni ho fatto un po’ di e-shopping. Ho comprato un dominio e una macchina fotografica.
Ho fatto il bonifico della macchina fotografica con l’home banking il giovedì 19 marzo, ed è arrivato a destinazione il 25. Ben 6 giorni! E’ vero che c’era di mezzo il week end, ma oggi una mail fa il giro del mondo in pochi secondi, 6 giorni per un bonifico sembrano davvero un po’ troppi. La macchina fotografica è partita col corriere il 25 sera ma arriverà, se tutto va bene, il 30 marzo (corriere TNT): quindi 11 giorni complessivi per spostare di 250 km un piccolo oggetto, da Milano alla provincia di Trento, alla strepitosa velocità di 22,7 km al giorno, un distanza che si potrebbe coprire tranquillamente a piedi.
Per il dominio non è andata molto meglio: il NIC, l’ente italiano di registrazione dei domini, nel 2009 ha ancora bisogno del fax cartaceo. Ho pagato on line con carta di credito il provider Aruba e inviato il fax della LAR (lettera di assunzione responsabilità). Il dominio è stato registrato dopo 4 giorni, cioé martedì, ma è rimasto inutilizzabile perché Aruba non si decide ad attivarlo: ci vogliono, dicono, 24/48 ore. Dopo poco meno di 2 giorni ho ricevuto da Aruba una mail di attivazione, con l’avvertenza però che tutti i servizi funzioneranno entro altre 24 ore (ma perché?). Al momento in cui scrivo però non funziona nulla: né il redirect, né la gestione delle mail, né il resto. Insomma sono passati 7 giorni e il dominio è ancora un fantasma.
La registrazione di un dominio e l’acquisto di una macchina fotografica o line sono, se vogliamo, delle minuzie. Ma se il paese va “avanti piano, quasi indietro” come diceva Fantozzi, per queste piccolezze, mi chiedo come possa funzionare per le cose più importanti. O no?
