Prepariamoci al peggio
marzo 8, 2009
Lo sapevate? Un terzo del Pil dell’Inghilterra è creato dentro 1 km quadrato: la city londinese. Può stare in piedi un sistema del genere? Queste ed altre interessanti considerazioni ci vengono da Eugenio Benetazzo, operatore di borsa indipendente, laureato in Economia Aziendale, che vive e lavora tra l’Italia e Malta.
E’ considerato uno specie di Belle Grillo dell’economia, il suo live show itinerante “BLEKGEK” (Preparati al peggio) ha toccato ormai numerose piazze italiane, acclamato come un inedito evento di informazione ed indagine economica finanziaria indipendente.

La crisi? Colpa della globalizzazione
dicembre 12, 2008
Eugenio Benetazzo, giovane trader e consulente indipendente, è stato tra i pochi a prevedere la crisi finanziaria mondiale. Anzi dice di più: “Ci raccontano che si tratta di una crisi finanziaria ma in realtà è il risultato della globalizzazione“. La crisi attuale è solo una delle prime avvisaglie.
Quando nell’estate 2005 la maggior parte degli analisti prevedeva nuovi incredibili vette per i mercati azionari, lui pubblicò a sue spese un volumetto dal titolo “Duri e puri. Aspettando un nuovo 1929”.
“La mia analisi finanziaria era partita da considerazioni macro-economiche elementari” dice Benetazzo. “Ovvero su come l’occidente rischiasse con l’ingresso della Cina nel Wto la perdita del benessere dei suoi consumatori con l’esplodere progressivo di tutte le contraddizioni di un capitalismo finanziario sempre più rapace. La bolla immobiliare e la crisi dei subprime sono solo un sintomo dello squarcio che è stato aperto. Milioni di consumatori si trovano a non avere più sufficiente potere d’acquisto e la contrazione economica rischia ora di diventare depressione”.
Nessuna salvezza? Per Benetazzo occorrerebbe salvare più che le banche i loro clienti, supportando con interventi economici le famiglie italiane bisognose. E poi tornare all’autarchia, alzando in tutto l’Occidente le barriere protezionistiche. “Non ci sono vie d’uscita e si rischia di fare la fine dell’Argentina”. E intanto consiglia di essere più prudenti di uno scoiattolo: privilegiare solo le banche ancorate sul territorio che non abbiano cavalcato l’onda della finanza creativa. Resistono poche certezze in tempi di crisi: oro, terreni. Insomma c’è poco da stare allegri. Altro che cambiare l’auto, come dice Berlusconi.
fonti:
signoramoneta.blogspot.com
www.eugeniobenetazzo.com
it.youtube.com/eugeniobenetazzo
La catena di S. Antonio delle banche
ottobre 17, 2008
La crisi mondiale delle banche innescata dalla speculazione dei subprime americani, sia pure ben lungi dall’essere superata, ha se non altro un merito: tutti avranno finalmente capito che il sistema bancario si regge su un meccanismo del tutto simile alle famigerate Catene di S. Antonio.
Con la differenza che queste sono vietate dalla legge, mentre la Catena di S. Antonio delle banche è legalizzata. Si basa sul fatto che, statisticamente parlando, solo una piccola percentuale dei depositi viene ritirata dai clienti. Questo permette alle banche di prestare denaro che in realtà non hanno, creandolo dal nulla con la riserva frazionaria. Possono cioè prestare 100 euro avendone in cassa solo 2!. Se però si diffonde la paura e la gente corre in banca a ritirare i propri soldi, “spezzando la catena”, ecco che le banche crollano in serie come giganti dai piedi d’argilla.
La vera rivoluzione sarebbe (ma si farà mai?) che lo Stato si riprendesse la proprietà della moneta: che non è delle banche, che sono soggetti privati a scopo di lucro, come Bankitalia, che “prestano” soldi allo Stato semplicemente stampando carta moneta, ma del popolo.
Il sistema bancario in definitiva, col controllo e la creazione della moneta, è il responsabile del mostruoso debito pubblico che strozza il paese e i cittadini.
Pare sia stato un esponente dei Rotschild, la famosa dinastia di banchieri, a dire una volta: “Se la gente sapesse come viene creato il denaro farebbe la rivoluzione prima di domattina”. E il premio nobel per l’economia (1988) Maurice Allais, ha affermato: “L’attuale creazione di denaro dal nulla operata dal sistema bancario è identica alla creazione di moneta da parte di falsari. La sola differenza è che sono diversi coloro che ne traggono profitto“.