La follia degli adulti

settembre 23, 2009

Meraviglioso il commento di don Farinella sulla rappresentazione mediatica dei parà caduti a Kabul.

Un bambino, un berretto militare e il simbolo

Genova 21 settembre 2009 –. Dicevano gli antichi che spesso il nome indica il destino di chi lo porta (Nomen Omen). Questa massima mi è venuta in mente mentre vedevo l’immagine di Simone, due anni, figlio di uno dei sei militari ucciso, in braccio a sua mamma. Stavano lì, in attesa del padre/marito morto. Simone, due anni, ignaro di quello che succedeva attorno a lui, era al suo posto, perché un bambino deve stare in braccio alla mamma. Solo una cosa era fuori luogo e, per me, costituisce il segno della perdita della ragione: il berretto da parà in testa a Simone.

Quella immagine è terribile perché proietta la pazzia degli adulti nel mondo e nell’immaginario dei bambini perché li usa per alimentare la commozione e condizionare il mondo infantile degli adulti. Quel berretto da parà in testa a Simone è un’ipoteca sul suo futuro perché lo trasforma in simbolo che continua la «missione» del padre. Crescendo ne resterà schiacciato e non potrà uscirne perché gli adulti irresponsabili lo hanno caricato di un compito che è la sua condanna.

Appena ne avrà la possibilità, Simone vorrà seguire le orme del padre e diventerà parà anche lui, anche perché avrà un canale privilegiato, una corsia preferenziale, in quanto orfano di un «eroe». Non lo farà per scelta, ma per dovere: per non tradire l’aspettativa del padre (lui immagina) e del mondo che da lui si aspetta l’unica scelta possibile per realizzare l’«incompiuta» paterna. Non è più Simone che deve trovare in sé la «sua» ragione di vita, ma è la morte del padre che gli impone chi e come deve essere.

Il vangelo di Giovanni, mettendo a confronto il Battista e Gesù, fa dire al primo: «Lui deve crescere; io, invece, diminuire» (Gv 3,30) che è la massima pedagogica che ogni educatore, maestro, genitore, ecc. dovrebbe avere come obiettivo: i figli non devono crescere secondo la nostra immagine, quasi sempre per realizzare le frustrazioni dei genitori. Essi devono vivere da sé per sé proiettati verso un ideale che compia la loro vita e coroni i loro sogni.

Camillo Sbarbaro, poeta genovese, al figlio che compiva diciotto anni scriveva: «ubbidirti a crescere è la mia vanità», quasi un anacoluto concettuale che esprime in modo magistrale l’ansia dell’adulto di essere «in ascolto» esistenziale del figlio per capirne la direzione di volo e per sostenerne la dinamica della «sua» vita.

A Simone, due anni, figlio di un parà ucciso, col berretto militare in testa, per la volontà macabra di una retorica di morte che trasforma in eroismo anche le scelte più indecenti, tutto questo sarà negato. In compenso il mondo avrà un disadattato in più che vivrà per conto terzi. Povero Simone! Ti auguro di ribellarti e di seppellire quel brutto berretto nella tomba con tuo padre. Tu meriti la vita. Null’altro. Caro Simone, da grande, se potrai, perdona gli adulti che lo hanno fatto apposta e corri verso il tuo «domani» che è diverso dal «ieri» che ti vogliono appioppare.

Paolo Farinella, prete

via www.ilsilenziodeisentimenti.splinder.com

Don Giorgio De Capitani, parroco di Monte di Rovagnate, lombardo, settant’anni ben portati, è un prete che non le manda a dire: “La Lega gli occhi ce li ha sul culo: vede solo ciò che la società espelle di brutto, e vorrebbe farne un cibo succulento per i suoi milioni di zombi“. Berlusconi è “l’osceno del villaggio globale”, “un vecchio porcone”, “uno sparacazzate”, “il più grande demente sulla terra”, “un caso patologico”.

E’ tutto su Youtube, dove il prete, non bastassero le sue roventi omelie in chiesa, ha aperto un proprio canale dove dà libero sfogo alla sua verve polemica, menando randellate a 360 gradi, Chiesa compresa. Don Giorgio ha anche un sito ufficiale, www.dongiorgio.it.

Dopo Don Farinella, Don Angelo Gornati e Padre Giorgio Butterini aumenta la schiera dei preti d’assalto, senza peli sulla lingua, e fa una certa impressione vedere questi religiosi uscire allo scoperto, senza troppi timori revenrenziali, uno addirittura con un canale su Youtube.

Avercene preti così! E’ Don Farinella, prete ribelle senza peli sulla lingua, in uno spettacolare intervento a “La Zanzara” di Giuseppe Cruciani su Radio 24, riguardo alla legge sulla sicurezza e sul governo Berlusconi (puntata del 3 luglio 2009).

Musica per le mie orecchie :)
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