Crescere sempre
Maggio 1, 2009
La Fiat che salva la Chrysler sembra una barzelletta, il cieco che guida lo storpio, ma la realtà evidentemente supera di gran lunga qualsiasi fantasia. L’idea che l’americano tipo col macchinone da 6 metri o col pick-up supercilindrato si imbuchi nella nuova 500, o nella Panda, mi pare davvero un’idea bizzarra.
Piuttosto preoccupante, anzi direi illuminante, mi sembra però la frase di Sergio Marchionne commentando l’accordo. “E’ assolutamente indispensabile produrre 5-6 milioni di auto per sopravvivere“.
Produrre, produrre, produrre, senza se e senza ma, è il mantra dell’industria automobilistica. Ma anche i bambini sanno che i palloni non possono essere gonfiati all’infinito, prima o poi scoppiano e il gioco è bell’e che finito.

Verso la catastrofe, ma con ottimismo
settembre 19, 2008
1929: il crollo di Wall Street
Intervista di “La Repubblica” a un noto trader milanese, che vuole restare anonimo e non può essere diversamente:
“Forse non avete capito cosa sta succedendo. Qui il problema non è Wall Street che perde il 4%. Qui siamo a un passo dal collasso totale dei mercati, dalla crisi del sistema finanziario globale”.
[…]
“I titoli Morgan e Goldman, a New York, sono letteralmente crollati, lasciando sul campo oltre il 40% del proprio valore. “Ma quello è solo il sintomo, la febbre – spiega l’operatore – perché la malattia è molto più grave. E la malattia è questa: dopo il crac della Lehman gli investitori istituzionali, e soprattutto gli hedge funds, stanno chiudendo le proprie posizioni presso le grandi banche d’investimento americane, perché non si fidano più della loro solvibilità. Questo sa cosa significa? Significa il collasso dei mercati azionari e obbligazionari mondiali, il “meltdown” totale di tutti gli scambi finanziari del pianeta”.
[…]
“Le banche d’affari sono il “motore” del sistema finanziario globale. I loro clienti, investitori istituzionali ed hedge funds, sono l’olio che fa girare quel motore. Nel momento in cui l’olio viene a mancare, perché i clienti smettono di versarlo, il motore fonde, e la macchina è da buttare”
[…]
“La crisi è di sistema, e rischia di travolgere tutto. Non c’è più fiducia. Le mosse di Paulson non convincono nessuno, la gente non crede al salvataggio di Aig, che infatti continua a perdere a rotta di collo, e i “Treasury bond” americani hanno raggiunto un rendimento dello 0,23%, una cosa che non si vedeva da mezzo secolo. Le stesse banche centrali, la Fed e la Bce, non sanno che pesci prendere, perché hanno capito che questo non è un “trend” classico dei cicli borsistici: rialzi e crolli non sono mai stati un problema, figuriamoci, ci siamo abituati, fanno parte del gioco. Il guaio, stavolta, è che è proprio il gioco in sé che si sta rompendo”.
[…]
“Stamattina la Banca d’Italia ci ha chiesto di fornirgli entro mezz’ora, e dico entro mezz’ora, le posizioni aperte con Lehman da tutti noi operatori nazionali: una roba mai successa. Secondo: nel pomeriggio abbiamo vissuto momenti di forte tensione, perché neanche la Cassa di compensazione aveva più liquidità sufficiente. Cioè: la Cassa non paga, noi non paghiamo, e così tutto l’ingranaggio va in tilt da un momento all’altro”.
Mentre a noi ce la menano da settimane con la farsa Alitalia, il sistema bancario mondiale scricchiola e rischia di crollare. Ma qui tutti professano un cauto ottimismo (e che altro potrebbero fare?) ma il rischio di un nuovo ’29 è dietro l’angolo, con conseguenze inimmaginabili. Io, come tanti, ho quache soldarello sul Conto Arancio del gruppo bancario ING Direct, e francamente sono preoccupato. Molto.
Dicono che i conti correnti sono al sicuro: ma lo dicevano anche in Argentina qualche anno fa, poi il governo ha vietato per legge i prelievi dai conti correnti per salvare le banche, mentre il valore del denaro bloccato diventava carta straccia. Intanto, in questi giorni, negli USA lo Stato ha salvato le banche dal fallimento, cioé qualcosa che era considerato inconcepibile nella patria del liberismo. Eppure è successo, segno che la crisi è terribilmente seria.