Testa di carta

settembre 9, 2009

http://andreasferrella.files.wordpress.com/2009/03/debortoli.jpg

Oggi sono rimasto sorpreso dal Corriere di De Bortoli: dopo essere rimasto zitto o quasi sullo scandalo “Mignottopoli”, portato avanti con caparbietà dal rivale La Repubblica di Ezio Mauro, ecco finalmente uno scoop, ovvero i verbali degli interrogatori di Tarantini, il ruffiano che procurava le escort a Berlusconi.

Con nuove rivelazioni piccanti, nomi e cognomi, dettagli sulle “30 ragazze” per le festicicciole del premier. Incredibilmente però sul sito del Corriere non c’è nulla di tutto questo, solo uno smilzo trafiletto col rilancio della notizia e il rimando alla copia cartacea! Ma come? – mi son detto- hai questa roba e invece di spararla in home page la tieni “nascosta” sul giornale di carta?

A me pare assurdo: il Corriere rivela, ancora una volta, la sua tragica mentalità ancora tutta “cartacea”… Nel pomeriggio, alle 15.33, il Corriere ha corretto la rotta e rimpolpato come si deve il pezzo on line. Ci voleva tanto? Certo così avrà forse guadagnato qualche copia di carta in edicola, ma ha perso terreno on line, dove ormai si combatte la prima linea.

Pagare le notizie? Ah ah

Maggio 27, 2009

https://i0.wp.com/static.blogo.it/finanzablog/lavinia.jpg

Anna Masera su La Stampa si chiede, o meglio chiede ai suoi lettori, se sarebbero disposti a pagare le notizie. L’interrogativo, peraltro ormai annoso, è stato rilanciato dal convegno annuale organizzato dall’Osservatorio Permanente Giovani Editori.

I responsabili dell’informazione italiani si sono dimostrati d’accordo. “L‘era delle news gratis è vicina al tramonto”, “L’informazione non a pagamento è insostenibile” hanno affermato Giancarlo Cerutti, presidente del Sole 24 Ore, e John Elkann che guida l’Editrice La Stampa. Dello stesso parere anche Ferruccio De Bortoli, direttore del Corriere della Sera. «Credo che pagare le news online sia la strada da percorrere», ha esordito Elkann. D’accordo Cerutti, ma il presidente del Sole 24 Ore è cauto. Difficile, spiega, che «si possa passare da tutto gratis a tutto a pagamento. Insomma, il passaggio dovrà essere graduale». Una possibile ricetta arriva da De Bortoli. Il direttore del quotidiano di via Solferino ipotizza una «sfida dei micropagamenti» che potrebbe «riuscire a dare all’utente un servizio personalizzato».

Se De Bortoli fosse un blogger, qualcuno gli darebbe retta? E quanti lettori avrebbe? Qualcuno darebbe retta a uno come John Elkann, che ha avuto l’unico merito, perlomeno finora, di nascere nella famiglia giusta? Ma siccome De Bertoli dirige il Corrierone, ed Elkann guida l’editrice La Stampa, c’è un sacco di gente che pende inutilmente dalle loro labbra. E così i giovani editori si dimostrano uguali a quelli vecchi, anzi peggiori. Perché non hanno ancora capito che ragionano su un mondo ormai in estinzione, dove i “media mainstream” come i loro non hanno futuro, campano solo perché sovvenzionati dai finanziamenti pubblici e perché organici in qualche modo allo status quo. Chi mai pagherebbe on line i loro giornali zeppi di “notizie” di cui non frega niente a nessuno? Non hanno capito che quella che loro considerano “informazione”, è in realtà una sbobba che nessuno è disposto più a ingurgitare, per di più a pagamento.

Ormai la gente si informa altrove, le fonti di informazione, ma soprattutto di commento alle notizie, si sono moltiplicate all’infinito, i vecchi giornali o si rifondano da zero o non hanno futuro. Come ha scritto Clay Shirky La società non ha bisogno dei giornali, ha bisogno di giornalismo“. Parole sante. Per quel che mi riguarda, non spenderei un centesimo per la Stampa o il Corriere a pagamento. Pago invece, e con piacere, per un giornale come quello di Massimo Fini, “Il Ribelle“, perché penso mi aiuti a capire qualcosa della realtà che mi circonda: questo mi serve, un giornale utile per me e non per chi confeziona veline governative.

La prova che in Italia non si è ancora capito ancora nulla dell’andazzo generale è che, mentre in tutto il mondo chiudono i giornali di carta e aprono quelli on line, da noi chiudono quelli on line, come Panorama (che paraltro faceva decisamente schifo).