Un web discutibile

settembre 30, 2009

wiki

Google una ne fa e cento ne pensa. L’ultima trovata diabolica è il sidewiki, uno strumento che fa parte della nuova toolbar di Google. Col sidewiki qualsiasi pagina web diventa commentabile da chiunque. Una colonnina appare sulla sinistra del web, coi commenti dei visitatori. Una specie di twitter appiccicato al web anziché alle persone.

Questa funzione è possibile per tutti coloro che hanno un profilo su Google, il che, se da una parte apre scenari inquietanti sull’utilizzo dei nostri dati, dall’altra offre uno strumento interessante e forse rivoluzionario.

Pensiamo ad esempio alla possibilità, da parte dei lettori, di commentare il sito e le notizie di Repubblica o del Corriere, o di qualsiasi altro giornale o sito web. Non è una straordinaria possibilità, per i giornalisti, di poter tastare il polso ai lettori “in diretta”?

L’aspetto meno piacevole della faccenda è che il gestore del sito non ha alcun controllo sui contenuti del sidewiki, poiché questo è gestito da un server di Google. Ma forse il pericolo maggiore di questo nuovo strumento è che attirerà gli spammer come le mosche sul miele.

ribelli

In questi tempi di crisi dell’editoria, fa piacere segnalare la nascita di due nuovi giornali. Uno è il mensile “Il Ribelle” di Massimo Fini, che proprio nuovissimo non è avendo compiuto il primo anno di vita, l’altro è il quotidiano “Il Fatto” di Antonio Padellaro, che sarà in edicola il 23 settembre prossimo.

Io mi sono abbonato a Il Ribelle: 50 euro per entrambe le edizioni su carta e sul web. Ho letto queste considerazioni da parte della redazione oggi con molta soddisfazione:

Stiamo pensando, e siamo già al punto pratico, di proporre una versione quotidiana de “La Voce del Ribelle”. Una versione su internet, per essere precisi, che affiancherà quella mensile che già conoscete.

Sarebbe un modo per essere in contatto quotidiano oltre che mensile come adesso. Lasceremmo al mensile gli approfondimenti mentre pubblicheremmo sul quotidiano on line tutte le note, gli editoriali e gli interventi relativi alla stretta attualità. Beninteso, nella versione quotidiana non trovereste un elenco di notizie simile a quello degli altri siti di cosiddetta informazione, quanto una selezione di notizie che a nostro avviso sono veramente importanti – e spesso taciute – che proprio gli altri media (chissà perché?) non affrontano.

Ma non solo. Cercheremmo di spiegare i perché della notizia. Di leggere tra le righe. Di capire gli effetti che le cose che accadono hanno realmente su di noi. Altri vi danno le notizie (e non quelle veramente rilevanti) noi vi spiegheremmo i perché, ovviamente con la chiave di lettura che già conoscete. Notizie, editoriali e altre pillole multimediali per avere uno schietto e chiaro contatto quotidiano.

Gli abbonati del Ribelle sono circa 3000, sembrano pochi in effetti, ma possono essere l’inizio di una piccola valanga :). Quelli de “Il Fatto”, che hanno incredibilmente raccolto oltre 24 mila obbonamenti comprati a “scatola chiusa”, tanto per dire quanta fame c’è di buona informazione, hanno dichiarato che con circa 12.000 copie vendute possono considerarsi in attivo.

Particolare importantissimo: nessuno dei due nuovi giornali succhierà contributi pubblici.

Testa di carta

settembre 9, 2009

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Oggi sono rimasto sorpreso dal Corriere di De Bortoli: dopo essere rimasto zitto o quasi sullo scandalo “Mignottopoli”, portato avanti con caparbietà dal rivale La Repubblica di Ezio Mauro, ecco finalmente uno scoop, ovvero i verbali degli interrogatori di Tarantini, il ruffiano che procurava le escort a Berlusconi.

Con nuove rivelazioni piccanti, nomi e cognomi, dettagli sulle “30 ragazze” per le festicicciole del premier. Incredibilmente però sul sito del Corriere non c’è nulla di tutto questo, solo uno smilzo trafiletto col rilancio della notizia e il rimando alla copia cartacea! Ma come? – mi son detto- hai questa roba e invece di spararla in home page la tieni “nascosta” sul giornale di carta?

A me pare assurdo: il Corriere rivela, ancora una volta, la sua tragica mentalità ancora tutta “cartacea”… Nel pomeriggio, alle 15.33, il Corriere ha corretto la rotta e rimpolpato come si deve il pezzo on line. Ci voleva tanto? Certo così avrà forse guadagnato qualche copia di carta in edicola, ma ha perso terreno on line, dove ormai si combatte la prima linea.

Walter Cronkite

luglio 18, 2009

Se ne è andato a 92 anni Walter Cronkite, l’uomo che per anni fu considerato dall’opinione pubblica americana «il giornalista più affidabile degli Stati Uniti». Cronkite per vent’anni informò milioni di statunitensi che si sintonizzavano sul telegiornale più seguito, «Cbs Evening News».

Raccontò gli eventi della storia, la guerra in Vietnam, l’assassinio di Martin Luther King, le tensioni razziali, le manifestazioni pacifiste nei campus universitari, il caso Watergate che portò alla rinuncia del presidente Richard Nixon. «Non mi capacito dell’impatto che ho né del mio successo» disse un giorno. Famosa la frase di chiusura del suo notiziario: «And That’s the way it is» (E questo è il modo in cui stanno le cose). Una frase che mirava, ha sempre spiegato, a sintetizzare l’ideale più sacro per un giornalista: «raccontare sempre le cose come le vede, senza curarsi delle possibili conseguenze e senza temere di suscitare controversie».

Celebre è rimasto l’editoriale televisivo nel 1968, mentre era in corso in Vietnam l’offensiva del Tet, quando Cronkite dichiarò che la Guerra in Vietnam non poteva più essere vinta. Leggenda vuole che il presidente Lyndon Johnson abbia commentato con amarezza: «È finita. Se ho perduto Cronkite, ho perduto l’americano medio».

Non so perché ma ho provato a immaginare una figura analoga in Italia, per credibilità ed autorevolezza, a Cronkite. Sembrerà impossibile, ma non mi è venuto in mente nessuno.

Giornalismo embedded 2.0

luglio 11, 2009

Due cose mi hanno sorpreso del G8: la sparizione di qualsiasi rumorosa protesta, e la sparizione dei giornalisti. Nella prima conferenza stampa, Berlusconi ha lasciato di stucco i giornalisti stranieri con uno sbrigativo “Bene non si sono domande” lasciando in fretta e furia la sala e con un palmo di naso la stampa mondiale.

Ma come non ci sono domande? Nell’ultima conferenza invece c’è stato un profluvio di domande alla melassa, tantoché ad un intervistatore sdraiato, tal Franco Gizzi che si è qualificato come ufficio stampa dell’Enel (?), Berlusconi ha detto “Posso farle io due domande? E’ sicuro di essere un giornalista, ed è sicuro di sentirsi bene?”.

Della incredibile conferenza stampa di giornalisti “embedded” riferisce Dagospia:

Doveva essere la conferenza stampa più dura della sua carriera politica, il big match con la stampa internazionale, Silvio contro il quarto potere mondiale. E invece le Monde, il Guardian, il Sunday Times sono rimasti in silenzio. Meno male che c’era la gloriosa stampa italiana, sentinella dei lettori contro il potere, a tenere alta la bandiera dela categoria.

«Presidente, lei e Obama siete i leader di maggiore successo mondiale: se lo aspettava?», esordisce l’inviato del Quotidiano Nazionale. Segue Antonio Preziosi (Gr Rai).: «Lei ha creato un momento storico…». Cavolo che grinta, con questo coraggio leonino la poltrona da direttore del Giornale Radio è assicurata. L’inviata di Rainews 24 Simonetta Guidotti: «La sua scommessa è stata vinta, io c’ero quando lei ebbe questo momento di lucida follia…». Mario Prignano di Libero: «Sta pensando di riformare l’Onu?». Ambrosini dell’Ansa: «I risultati di questo vertice che lei definisce eccellenti…». Franco Gizzi, ufficio stampa dell’Enel: «Volevo ringraziarla per la favolosa intuizione che ci ha fatto sognare di dedicare le sue preziose ferie all’Aquila…».

E ora, come diceva Corrado Guzzanti, si ricordi degli amici. Di noi i cani da guardia della stampa sanno trasformarsi in affettuosi barboncini da compagnia.

Di sicuro Berlusconi è stato abile, i “giornalisti embedded” nelle conferenze stampa del G8 mi pare una novità assoluta.