Vietato fischiare
settembre 10, 2008
L’intolleranza del potere alle contestazioni, alle voci “contro,” è cosa nota, così come la deriva fascistoide che sta prendendo piede sotto il governo Berlusconi, con le denunce a casaccio dei blogger (colpirne uno per educarne cento) e i sequestri preventivi. Non che prima fosse tanto meglio, ma insomma…
Una volta, l’allora presidente della Repubblica, il sagrestano nazionale Oscar Luigi Scalfaro, si levò in piedi durante una manifestazione per zittire dei fischiatori che contestavano la ministra Jervolino mentre stava parlando. Li apostrofò dal palco come “crani pieni d’aria”. Il giorno dopo uno dei contestatori telefonò a Primapagina di Radiotre: “Ma adesso non si può più neanche fischiare?”
In Italia ad esempio, e non si capisce perché, non si può contestare il Capo dello Stato (per non parlare del Papa). Quando qualcuno diventa presidente della Repubblica diventa una specie di santo, un intoccabile, non lo si può criticare né, peggio, contestare durante le cerimonie pubbliche, neppure con degli innocenti cartelli. Arriva subito la Polizia che li rimuove immediatamente, neanche fossimo nel Cile di Pinochet.
Oggi la ministra Gelmini è stata fischiata durante una conferenza: è intevenuta la polizia e ha identificato i contestatori, perlopiù insegnanti precari, che sono stati fatti allontanare. Ma in che paese siamo?