Come parli frate

giugno 9, 2009

Padre Giorgio Butterini, noto religioso del convento dei Cappuccini di Trento, ha diffuso una mail nella quale attacca frontalmente il governo Berlusconi perché – scrive testualmente – “si stanno dotando delle armi per bloccare in Italia Facebook, Youtube, il blog di Beppe Grillo e tutta l’informazione libera che viaggia in rete e che nel nostro Paese e’ ormai l’unica fonte informativa non censurata”.

Il frate ha titolato la sua innovativa forma di comunicazione elettronica “Perche’ lo Spirito vi tenga svegli“, e nel testo ricorda – tra l’altro – che “l’attacco finale alla democrazia è iniziato. Berlusconi e i suoi sferrano il colpo definitivo alla ibertà della rete internet per metterla sotto controllo”.

Padre Butterini – come riporta l’agenzia AGI – ha confermato il contenuto della e-mail, laddove scrive che, “secondo il pacchetto sicurezza approvato in Senato se un qualunque cittadino che magari scrive un blog dovesse invitare a disobbedire a una legge che ritiene ingiusta, i provider dovranno bloccarlo”.

Il religioso aggiunge che “il ministro dell’interno, in seguito a comunicazione dell’autorita’ giudiziaria, puo’ disporre con proprio decreto l’interruzione della attivita’ del blogger, ordinando ai fornitori di connettivita’ alla rete internet di utilizzare gli appositi strumenti di filtraggio necessari a tal fine. L’attivita’ di filtraggio imposta dovrebbe avvenire entro il termine di 24 ore. La violazione di tale obbligo comporta una sanzione amministrativa pecuniaria da euro 50.000 a euro 250.000 per i provider e il carcere per i blogger da 1 a 5 anni per l’istigazione a delinquere e per l’apologia di reato, da 6 mesi a 5 anni per l’istigazione alla disobbedienza delle leggi di ordine pubblico o all’odio fra le classi sociali”.

L’interrogativo che padre Butterini pone è quindi questo: “Immaginate come potrebbero essere ripuliti i motori di ricerca da tutti i link scomodi per la casta con questa legge?. Il cappuccino di Trento conclude cosi:'”Obama ha vinto le elezioni grazie ad Internet. Chi non può farlo pensa bene di censurarlo e di far diventare l’Italia come la Cina e la Birmania.

Oggi gli unici media che hanno fatto rimbalzare questa notizia sono stati Beppe Grillo dalle colonne del suo blog e la rivista specializzata Punto Informatico. Fate girare questa notizia il piu’ possibile. E’ ora di svegliare le coscienze addormentate degli italiani. E’ in gioco davvero la democrazia!”.
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Che dire, all’inzio pensavo ad uno scherzo: ma se persino i mansueti frati si ribellano di fronte alla minaccia berlusconiana, e addirittura in difesa di internet, forse non tutto è perduto :)

via Agi (non sono ancora riuscito ad avere la mail originale, se quacuno ce l’ha…)

Italiani travolti dalla banda larga” titola Punto Informatico commentando l’indagine statistica di ISAE. Ma già il sottotitolo smentisce il titolo fantasiosamente reboante: “La maggior parte dei nuclei familiari è ancora senza computer domestico ma 3 utenti Internet su 4 accedono in banda larga“. Insomma bisognerebbe decidersi: gli italiani sono travolti o no?

Queste statistiche su internet o adsl stanno diventando come quelle delle “città più vivibile”, dove Bolzano un anno vince e l’anno dopo è quarantesima. Ormai si afferma tutto e il contrario di tutto, ed ogni giorno esce una statistica che smentisce quella del giorno prima. Senza scomodare Trilussa, mio nonno diceva che le statistiche sono come l’elastico delle mutande:  può essere tirato da tutte le parti, di solito dove dà meno fastidio.

L’Isae (Istituto di studi e analisi economica) è un ente pubblico: se le sue rilevazioni e indagini statistiche sono “serie” come quelle di Istat (e magari si basano sugli stessi dati) stiamo freschi. Perché poi questo doppione, questo Cip&Ciop della statistica in cui uno regge il giuoco dell’altro?

Una scorsa veloce al rapporto ISAE (rigorosamente in formato pdf), non chiarisce, tanto per cambiare, come sono state fatte queste statistiche: si danno cioè i risultati ma non si conosce il metodo. Occorre insomma fidarsi, prendere i dati a scatola chiusa, più o meno come si fa con l’Istat che tiene segreto il mitico “paniere”.

Quando si parla di Adsl o banda larga, per esempio, cosa si intende esattamente? Sono incluse anche le Adsl a consumo? L’indagine non lo dice. Se sì, può essere questo considerato un uso serio della rete? Avere la connessione e non usarla, o usarla poco perché costa troppo, è come non averla.

Affermare poi che gli italiani hanno fatto un “balzo tecnologico” perché possiedono televisori al plasma o LCD è semplicemente ridicolo: la tecnologia sarà anche moderna, ma il risultato pratico è che l’utente vede la televisione esattamente come la vedeva 30 o 40 anni fa. Ma forse anche questa trionfante statistica fa già parte della campagna elettorale.