Informazione all’italiana
settembre 18, 2009
La principale agenzia di stampa, l’Ansa, è di proprietà di quasi tutti i principali quotidiani, mentre l’Adnkronos è della Giuseppe Marra Communications. L’Agi è dell’Eni, compagnia energetica di Stato. A proposito di Stato: dalle casse pubbliche piovono ogni anno generose sovvenzioni all’intero sistema delle agenzie, base informativa di tutti i giornali, radiogiornali e telegiornali, e i contributi pubblici all’editoria ammontano complessivamente ad un miliardo di euro annui.
Vediamo come. Per la sola carta stampata, dalle nostre tasche arrivano 600 milioni di euro (fra contributi diretti, credito d’imposta per la carta, agevolazioni postali, credito agevolato per gli investimenti, credito d’imposta per investimenti, fondo mobilità e rimborsi per teletrasmissione). Altri 180 milioni tramite provvidenze per radio e tivù locali e aiuti del Ministero delle Telecomunicazioni. Con le agenzie e con la Rai ci sono convenzioni equivalenti a 120 milioni, senza contare quelle stipulate dai vari ministeri, enti e regioni. Infine, 10 milioni per le dirette parlamentari di Radio Radicale. E’ il magna-magna denunciato da Beppe Grillo col suo secondo V-Day sull’informazione.
Un’abbuffata, è bene sottolinearlo, a cui partecipano non soltanto i fogli di partito, gli organi dei movimenti, le più o meno finte cooperative editoriali, le testate della Chiesa Cattolica, i giornali italiani diffusi all’estero, ma soprattutto gli stessi giganti che si spartiscono la torta pubblicitaria. E che magari predicano le virtù salvifiche del libero mercato e montano campagne moralizzatrici contro la Casta arraffona.
Il Sole 24 Ore si becca quasi 20 milioni di euro. Idem al Gruppo Espresso. Rcs si accaparra 23 milioni di euro. La Stampa 7 milioni. Il Gruppo Riffeser più di 3 milioni. L’Avvenire, voce della Conferenza Episcopale Italiana, oltre 10 milioni. Libero, Il Foglio e Il Riformista, tutti e tre in trincea contro l’assistenzialismo e gli sprechi della politica, insieme portano a casa 11 milioni di euro circa.
Da “Il Ribelle“
Il sacrificio di Francesco
luglio 1, 2009
Francesco Alberoni continuerà a tenere la sua rubrica “Pubblico&Privato” sul Corriere della Sera del lunedì. Ne dà notizia il settimanale “Chi”, che aveva anticipato il tira e molla tra RCS e il famoso sociologo-scrittore (tranquilli, io la notizia l’ho appresa da L’Adige :).
Nell’ambito dei tagli previsti dal piano di ristrutturazione, la sua rubrica era stata cancellata e il suo contratto non rinnovato. Poi il Corriere ci ha ripensato e ha fatto marcia indietro, chiedendo però un “sacrificio economico” al suo editorialista. “In sostanza” ha spiegato Alberoni “guadagnerò di meno ma continuerò a scrivere il lunedì il mio “Pubblico&Privato”.
Siamo tutti molto contenti. Peccato solo che “Chi”, rivista gossipara per eccellenza, non abbia fatto uno sforzo e abbia omesso l’unico elemento interessante della notizia: ovvero qual era il compenso per la preziosa rubrica di monate dello scrittore, e quale sia stato il suo sacrificio economico.
Non per nulla, ma anche stavolta mi sono ricordato, come per l’altra gloriosa rubrica di puttanate targate Lina Sotis, che il gruppo RCS – Corriere della Sera, intasca 25 milioni di euro di finanziamento pubblico (venticinque, nel 2006, secondo il dipartimento Informazione e editoria della Presidenza del Consiglio dei Ministri). Insomma mi sembrava carino sapere come vengono compensati, coi soldi del contribuente, i sacrifici di Alberoni.