Sballerò

ottobre 28, 2009

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Il programma Ballarò nacque come alternativa a quello di Santoro, temporanenamente epurato, e il giovine Floris sembrò una gradevole novità. Si scoprì insomma che i famosi santoni televisivi non sono insostituibili, e anche un signor nessuno poteva fare la sua dignitosa figura con un programma decoroso e buoni ascolti.

Purtroppo Ballarò col tempo è diventato un Porta a Porta di (centro)sinistra, col solito giro nauseante di figuranti, sempre gli stessi: Letta-Bersani-Franceschini contro Tremonti-Castelli-Gasparri, oppure Tabacci-Casini-Bindi contro La Russa-Maroni-Santanché. Ospiti più o meno fissi i politici-dobermann di Berlusconi: Lupi-Bondi-Cicchitto-Bonaiuti-Gasparri, ringhiosi e aggressivi qualunque sia l’argomento, che di solito cercano di azzannare Di Pietro, Marino, D’Alema, Vendola o la Finocchiaro.

Tutti sono mischiabili e intercambiabili, apparentemente secondo l’argomento in discussione ma spesso per criteri che appaiono imperscrutabili, se non quello dell’obbligo di comparsata televisiva dettato dal manuale Cencelli catodico.

Appuntamento quasi fisso, la telefonata in diretta del premier che inveisce e straparla per decine di minuti, contrastato da nessuno. Alla fine del programma rimane quella fastidiosa sensazione di aver perso inutilmente due ore di tempo, senza aver capito nulla avendo sentito parlare inutilmente del nulla. E soprattutto con la domanda molesta sul perché si debba pagare il canone per vedere quest’immondizia propagandistica riciclata di continuo.