Bloggers, da che parte state?

ottobre 24, 2006

Edelman, la più grande agenzia indipendente di pubbliche relazioni del mondo con 46 uffici sparsi sul pianeta e 2200 dipendenti, ha organizzato un evento in Italia sul rapporto tra blog-aziende e blog-politica. Ha coinvolto alcuni bloggers italiani ritenuti “influenti” perché potessero esprimersi al riguardo. Cosa che hanno potuto fare solo in parte, tanto ché alla fine, dopo varie polemiche sulla gestione dell’evento, alcuni si sono sentiti presi in giro, “usati” per fare da grancassa pubblicitaria.

Non entro nel merito della querelle, ma mi interessa un tema più generale: si ripropone l’eterna divisione del “noi e loro”, com’era una volta per la televisione: “noi” gente comune da una parte, “loro” dall’altra parte, al di là dello schermo. Achille Campanile si chiedeva cos’avranno mai da ridere in continuazione quelli che stanno in televisione. Ma è chiaro: apparire è il simbolo del successo, chi appare in tv (e ci resta, aggiungo io) è arrivato, e tende a guardarci dall’alto in basso.

Anche i bloggers, da signori nessuno aspirano quasi tutti, più o meno segretamente, ad essere “riconosciuti”. Non per strada ovviamente, ma dal “sistema”. Vogliono avere un ruolo sociale, un’identità. Molti sognano di diventare giornalisti e scontano la cayenna del blog nella speranza di fare, prima o poi, il grande salto.

I blogger che si fanno lusingare dalle grandi aziende, invitati a convegni col biglietto del treno A/R pagato ( chissà che un giorno non ci scappi il week in hotel e il gettone di presenza), corrono un grosso rischio. Quello di “passare dall’altra parte”, cioè di chi conta. Niente di male beninteso, ma in quel momento non sono più “una voce dal basso” ma diventano qualcos’altro.

E’ molto difficile essere indifferenti alle lusinghe del potere. Non solo il potere corrompe ma anche la semplice vicinanza. Non parlo di gente mercenaria che si vende, ma semplicemente di farsi influenzare anche in buona fede.

Massimo Fini sostiene che il giornalista deve (dovrebbe) stare alla larga dai potenti, sempre, proprio per mantenere quella distanza, anche fisica, che gli consente una visione più chiara delle cose, dei fatti e delle persone. Forse è una posizione un po’ estremistica, perché alle volte anche l’osservazione da vicino aiuta a capire meglio, ma trovare un equilibrio è molto difficile e nel dubbio forse è meglio evitare.

Nel momento in cui si accetta, dice Fini, un invito a pranzo, una gita in barca o un week end nel villone in Sardegna è la fine. Non si potrà mai più scrivere come si scriveva prima. Credo abbia ragione. Anche i blogger, influenti o meno, dovrebbero starci attenti. O no? :)

4 Responses to “Bloggers, da che parte state?”

  1. NetSOS Says:

    Complimenti per il pezzo, molto bello.

    Sono sostanzialmente d’accordo con te, ma voglio anche farti notare come le pseudo-classifiche che elencano i blog, diciamo così, più quotati, sono viziate da difetti congeniti. Tali classifiche non hanno la necessaria maturità per definire con certezza cosa è o non è “influente” (per usare le tue parole); la conseguenza è che, se hai buone capacità e sei spregiudicato, puoi facilmente scalarle e ritrovarti di colpo proiettato in quella elite dove il nome blogger non riporta più al concetto di “una voce dal basso”, ma a tutt’altro.

    Molti dei top-blogger sono “dopati” e mantengono la loro posizione solo grazie a trucchi informatici più o meno evidenti (a parte Beppe Grillo che è un caso a parte e del blogger ha ben poco); tale posizione porta inviti a destra e sinistra, porta già oggi ai gettoni di presenza, porta a scrivere a volte libri immondizia sul come diventare un top-blogger, ecc. ecc. ecc.
    Non è difficile scalare le classifiche, se vuoi posso tetterti in contatto con chi, qualche mese fa, lo ha fatto al solo scopo di darne dimostrazione pratica.

  2. aghost Says:

    hai ragione, definire chi è influente è difficile: di certo, influenza e autorevolezza non si possono misurare coi link o le pagine viste. Altrimenti, come ha osservato qualcuno, considerando le copie vendute il catalogo Ikea potrebbe risultare più “autorevole” di tanta stampa piu blasonata.

    Quanto ai trucchi che citi, è un argomento interessante e sarebbe bello se facessi qualche esempio pratico :)

    Grazie per il contatto :)

  3. Luca Moretto Says:

    penso che sia fondamentale la trasparenza di ogni blogger, perchè è anche stato il vero successo della blogosfera, cioè abbattere proprio le solite barriere di falsità.
    Comunque penso che noi italiani dobbiamo capire veramente le vere potenzialità della rete perchè è sicuramente un mezzo quasi (e spero molto presto) equivalente alla televisione.

  4. aghost Says:

    luca, penso ci vorrà molto tempo. In un paese arretrato come il nostro, dove pochi hanno un pc e lo sanno usare, conta solo la televisione. Gli internettiani evoluti sono solo una piccola nicchia, e lo resteranno ancora per un bel pezzo, temo :)


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