Huffington Post Italia, sarà un flop

settembre 27, 2012

Lucia Annunziata

Si può lanciare on line “un nuovo media” con un direttore di 63 anni (Lucia Annunziata), aprendo il primo numero con un’intervista a un 76enne (Silvio Berlusconi)?

Inizia male l’avventura dell’Huffington Post in Italia. Tutto appare già vecchio, anzi stravecchio. Ma non è solo una questione anagrafica. Molti non hanno mai capito cosa c’entrasse l’Annunziata quando si è saputo che era stata scelta per la direzione. Una giornalista certamente navigata (forse anche fin troppo) ma che ha sempre dimostrato di non capire nulla di internet, e lo ha perfino ribadito in una recente intervista parlando della sua nuova avventura: “I blog non sono un prodotto giornalistico. Sono commenti, opinioni su fatti in genere noti: è uno dei motivi per cui i blogger non vengono pagati“ (Prima Comunicazione 09/2012).

Insomma siamo alle solite, come quando quasi vent’anni fa i mega portali telefonici incitavano “mandaci la tua foto, la pubblicheremo gratis!”. Annunziata non ha capito che su internet chiunque pubblica ormai quel che gli pare senza chiedere niente a nessuno. E la gente si è stufata dei soliti giornali e delle solite notizie, e passa molto più volentieri il tempo su Facebook, su Youtube e magari sui blog a leggere quei commenti che, secondo l’ex direttrice della Rai, non valgono nulla.

Oggi più che mai dovrebbe essere chiaro a chiunque che quel che conta sono i contenuti, se sono interessanti oppure no, poco importa che siano un prodotto giornalistico o l’opinione di un blogger. Quelli più in vista arruolati dall’Annunziata, a parte nomi sconosciuti o poco noti e la bizzarria di una suora, sono per lo più pseudo-blogger, e a leggere certi nomi cascano le braccia:  l’ex ministro Tremonti,  l’ex garante e ora sottosegretario Catricalà, c’è perfino l’ineffabile Santanchè e il ministro Polillo, che nel suo primo post incita a lavorare di più, lui che ha una pensione da 20mila euro al mese (però fa “meno ferie di un metalmeccanico”, ipse dixit).

Insomma la solita triste compagnia di giro che infesta i giornali e le tv, gli amici della parrocchietta di cui tutti non ne possiamo più. Nei giorni successivi al lancio, l’HP italiano, nato con la collaborazione ben poco rivoluzionaria e anzi piuttosto preoccupante del Gruppo Espresso, ha aperto con Marchionne e Elkann, poi con la Polverini, quindi ancora con Berlusconi e Bersani, coi primi link in testata dedicati a Monti e al cardinal Bagnasco (!). Se il buon giorno si vede dal mattino, se questa doveva essere la ventata di novità nel panorama giornalistico on line, c’è n’è abbastanza da scappare a gambe levate.

Un vecchio media di regime è esattamente quello di cui nessuno sentiva il bisogno. L’Italia non è l’America: la gente è esasperata dalla crisi, vede i politici come fumo negli occhi e non vede l’ora che tutto il baraccone sia spazzato via, compresi gli orridi teatrini dei politici in tv e sui giornali. L’Annunziata rispetto alla rete è un corpo estraneo, è parte di quel giornalismo poco credibile che ha prosperato per anni assieme ai partiti. Per questo l’Huffington post italiano, a meno di un improbabile e drastico cambio di rotta, sarà un clamoroso flop.

4 Responses to “Huffington Post Italia, sarà un flop”


  1. La line-up dell’Huff Post Italia è effettivamente questionabile ma le opinioni di Lucia Annunziata su Internet non fanno che rendere il tutto più interessante.
    Dal punto di vista della scelta si può speculare sul fatto che la scelta sia ricaduta su una persona che ha esperienza giornalistica, e sentendo come Arianna Huffington parlava di Lucia Annunziata, credo che sia anche stata influenzata da una forte ammirazione per le donne “forti”. Ma queste sono solo speculazioni …
    Certo fa male vedere che dovunque ci si giri, la popolazione giovanile viene sistematicamente esclusa in Italia.

  2. aghost Says:

    C’è da chiedersi quanto sappia dell’Italia Arianna Huffington. Il fatto di aver scelto la 63enne Annunziata suggerrirebbe “molto poco”. Ma possibile che in tutta Italia non si sia potuto trovare di meglio?

  3. Beppeley Says:

    Hai centrato in pieno il bersaglio… alemeno secondo il mio personale punto di vista, nel senso che questo Paese è vecchio, ragiona con schemi vecchi e pensa di riproporre in rete la stessa porcheria che ci hanno propinato per decenni.

    Tra l’altro, parlando di “vecchi” sistemi, hai notato come viene usata (abusata) la parola libertà ? Hai notoato come si chiama il nuovo partito di Tremonti?

    Visto che stiamo parlando di internet, credo che un politico serio, che voglia prendere voti da persone mature (dal punto di vista democratico), oggi dovrebbere mettere al primo posto del suo programma la risoluzione di quell’enorme confilitto di interessi che vede certi imprenditori del settore dell’informazione (tv, editoria, ecc…) prendere il potere e detenere i maggiori canali televisivi (Mediaset + la RAI con i vari CdA vicini al potere).

    Credo che se si voglia veramente parlare di crescita in questo sciagurato Paese, si dovrebbe prima di tutto privatizzare la RAI (al limite lasciare un solo canale televisivo che svolga davvero un servizio pubblico) ed impedire a quegli imprenditori che vendono informazione di fare politica detenendo comunque la più importante “arma” oggi a disposizione (ma forse non per molto, ancora…visto lo sviluppo di internet) per influenzare l’opinione pubblica.

    Eppure non capisco come sia possibile che la maggioranza degli italiani accetti questo situazione terribile in perfetto contrasto con qualsiasi ideale democratico.

    E poi moltissimi italiani si fanno incantare da chi pontifica la “libertà”.
    E’ da anni che non vado a votare proprio perché non può essere definitia, la nostra, una democrazia fintantoché permane un tale devastante conflitto di interessi.

    Via la RAI dai politici. Via le tv a chi aspira a governare l’Italia.
    Hitler sosteneva che più la bugia è grande e più il popolo ci crederà.

    Vero. Verissimo! Così è stato negli ultimi anni in Italia.

  4. aghost Says:

    Anche io negli ultimi anni non sono andato a votare, per non legittimare col mio voto questa farsa di democrazia. Purtroppo però è una posizione perdente, nel senso che il non voto non incide per niente e alla fine fa il gioco del regime. Ai partiti poco importa che voti il 70% o il 10% dell’elettorato. Ora però la situazione che si sta delineando è diversa: per la prima volta dopo decenni una nuova forza politica (nuova sul serio, non con le solite vecchie facce) può sparigliare i giochi. Nessun crede ai miracoli, ma se non altro è difficile pensare che il MS5 possa fare peggio di quanto è stato fatto finora dai vecchi partiti. Cambiare forse si può, o stavolta ci si può almeno provare.


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