Italia.it, finisce tutto a tarallucci e vino?

marzo 28, 2007

Com’è noto, il 31 marzo si svolge a Milano alla Bicocca RItaliaCamp, l’iniziativa dei blogger per rifare il disastroso portale nazionale del turismo. Dopo l’ondata di sdegno e il diluvio di proteste, il gruppo IBM/ITS/TISCOVER ha deciso che forse era il caso di scendere dal piedestallo e concedere qualche apertura a ritalia.it, annunciando l’intenzione di partecipare ai lavori. Questa partecipazione è stata salutata da molti come un grande successo.

Fin qui tutto bene, ma attenzione: il dialogo è sempre buona cosa ma il rischio concreto in questo caso è che tutto finisca a tarallucci e vino.

Il sospetto che IBM/ITS/TISCOVER abbia deciso una linea morbida solo per mettere a tacere le polemiche è forte: le proteste, arrivate un po’ dappertutto, anche da enti istituzionali che hanno minacciato denunce e addirittura richieste di danni, avrebbero potuto mettere a rischio il grosso della “torta”, per cui si imponeva una tattica più conciliante rispetto al muro iniziale di arrogante silenzio.

Ora però sarebbe veramente assurdo che ritalia.it facesse, gratis et amore dei, il lavoro che avrebbe dovuto fare IBM/ITS/TISCOVER, consentendo al consorzio di intascare elegantemente i soldi dell’appalto ancora rimasti.

Ho letto sul blog scandaloitaliano da parte di Riccardo, uno dei responsabili di ritalia.it, delle considerazioni che nel caso specifico mi sembrano piuttosto bizzarre:

“Come più volte ribadito in occasione delle chat e delle comunicazioni coi media sia di ritalia che delle esperienze che l’hanno preceduto, questo tipo barcamp applicati non è un ufficio reclami, ma un laboratorio di soluzioni. Ciò significa che per “statuto” non c’è spazio per la polemica all’operato o allo stato di italia.it, ma tutti sono invitati a contribuire a pensare alla miglior soluzione possibile. Da questo punto di vista IBM/ITS/TISCOVER ha sicuramente molto da mettere sul piatto ed è pertanto ben accetta a prendere parte al brainstorming e alla giornata di lavori”.

Non credo si possa considerare il disastro di italia.it solo da un punto di vista meramente tecnico. Potrei capire se si trattasse, per dire, di un progetto universitario. Ma qui siamo di fronte ad un appalto milionario mai visto in Italia, vinto da tre grandi aziende private, tutte con fatturati notevolissimi.

Come si fa a ignorare che c’è in ballo un finanziamento monstre di 45 milioni di euro? Come si fa a ignorare che, nonostante l’entità del finanziamento e due anni di lavoro, si è presentato al mondo un portale semplicemente indecente?

Non si tratta di risolvere dei problemi tecnici, qui c’è molto di peggio: si tratta anzitutto di affrontare il nodo di come vengono spese, anzi sprecate, montagne di quattrini pubblici. In questa vicenda francamente penosa, il portale è dopotutto una questione secondaria.

Leggo però da parte dei responsabili di ritalia.it delle dichiarazioni che vanno in tutt’altra direzione:

“Noi non stiamo lavorando per impedire a IBM di avere successo. Anzi il successo di IBM per definizione sarebbe, innegabilmente, trionfalmente, anche un successo nostro, del gruppo Ritalia”.

Insomma qualcuno in ritalia.it insegue già il trionfo, il “successo”. Questo è francamente preoccupante. Non voglio trinciare giudizi anzitempo, ma questa impostazione non mi pare accettabile: anche se IBM/ITS/TISCOVER, i colpevoli di questo disastro, si lasciassero docilmente guidare da ritalia.it per rifare il portale non sarebbe un “successo trionfale”, ma una sconfitta.

Perché sarebbe la solita soluzione all’italiana dei tarallucci e vino: chi spreca soldi pubblici, gli incapaci, non solo non pagano, ma anzi vengono addirittura aiutati gratis a intascare gli altri milioni sul piatto!

Insomma temo che l’unico vero interesse di IBM/ITS/TISCOVER sia non di migliorare il portale ma solo di smorzare le polemiche e di non perdere il finanziamento.

Del resto, se a IBM/ITS/TISCOVER importava davvero qualcosa del portale italia.it, l’avrebbe messo on line in quelle condizioni?

18 Responses to “Italia.it, finisce tutto a tarallucci e vino?”

  1. luigibio Says:

    non saprei come fare, ma credo che la competenza in merito agli sprechi nella PA sia della corte dei conti, oltre che delle procure per quanto riguarda invece la parte non lecita con rilevanza penale.

  2. aghost Says:

    vedremo se prodi risponderà alla lettera-petizione di scandaloitaliano e se gli atti del mega appalto saranno resi pubblici. Le “stranezze” sono molte e inquietanti, cosi come le cifre in ballo. Ma non solo di italia.it, anche per esempio di internetculturale da 37 milioni di euro.

    Però, giustamente come dici, noi più di tanto non possiamo fare: non è che possiamo indagare o interrogare la gente come farebbe un magistrato


  3. sono sostanzialmente d’accordo con quello che dici. Il problema, come ho già detto qui non è tecnico, è politico.
    un saluto!
    s.e.

  4. aghost Says:

    esattamente stefano, il problema, e che problema, è politico. Ma qui invece si guarda solo all’aspetto tecnico!

  5. stargazer Says:

    Che non sia una questione tecnica, ma puramente di spartizione di denaro pubblico mi pare evidente.

    Per questo mi sorprendo di fronte a persone che fanno gratis il lavoro al posto di IBM la quale però incassa i milioni. Siamo di fronte ai soliti furbetti che hanno colto al balzo l’occasione di entrare nelle grazie di IBM catalizzando il lavoro di tanti volontari in buonafede?

  6. aghost Says:

    io credo sinceramente alla buona fede di ritalia. Ma credo anche che molti non si rendano conto del rischio che stanno correndo di essere strumentalizzati.

    Quelli che hanno vinto il mega appalto da 45 milioni di euro non sono dei fessi qualsiasi, ma dei marpioni di vecchia data.
    Trinciare giudizi anzitempo tuttavi non mi pare corretto: ma di una cosa potranno essere tutti ben certi: noi staremo col fucile puntato :))))


  7. >noi staremo col fucile puntato

    basterà? – è la domanda da farsi.

  8. aghost Says:

    massimo, non lo so. So solo che non è piu come una volta in cui potevano raccontarci tutte le balle che volevano.

    Anche la vicenda italia.it, in qualche modo, è esemplare sul fatto che i tempi sono cambiati

  9. Cristian Says:

    Io mi schiero contro Ritalia.it.
    Pensare di dare una mano a correggere/rifare italia.it senza pretendere niente (intendo dindini!) mi pare veramente una cosa stupida.

    Qui non si tratta di una grossa community avente lo scopo di creare un qualcosa, ma di una massa di esperti che mettono al servizio di mega-aziende le proprie conoscenze, senza avere nulla in cambio.

    La gent(aglia) in IBM/ITS/TISCOVER ha imparato dallo zio Bill, che vendeva (e guadagnava!!) software in beta version, aspettando che gli acquirenti scovassero i problemi. Risolti questi, anzichè rilasciare le patch, lo stesso Bill le ha integrate in un nuovo sistema operativo che ha rivenduto.
    Ma sulla vicenda storica di Windows 95 e Windows 95 SE penso non illuminarvi tanto… cose che sapete già.

  10. aghost Says:

    cristian, io non mi schiero contro a prescindere, però rilevo alcune questioni che mi lasciano molto perplesso e che ho scritto nel post iniziale.

    La Trimurti finora non ha fatto alcuna seria concessione nel segno della trasparenza, a cominciare dalla decisione di trincerarsi dietro una sigla dello “staff”.

    Io rilevo dei grossi pericoli di strumentalizzazione, può darsi che non riescano e me lo auguro. Spero solo che quelli di ritalia ne siano consapevoli :)


  11. Il pericolo è reale. Facciamo che non accada. State all’erta e continuate a commentare e a contribuire, ma se partecipate il giorno 31 sarebbe molto meglio.


  12. Il blog di RItaliaCamp ha dato spazio al pensiero di IBM-Tiscover, questo non significa che ne condivide i contenuti. Loro hanno prodotto questo post http://www.ritalia.eu/2007/03/28/i-contenuti-uno-status/
    Il mio invito è quello di venire sul blog e replicare, affinche le vostre critiche producano una discussione costruttiva, che rimanga documentata nel tempo.

  13. kijio Says:

    temo che noi blogger possiamo solo testimoniare come i soldi pubblici vengano sprecati.
    Non e’ cosa da poco! Ma possiamo ben poco di fronte ai media che se ne fregano (avete visto qualche tg parlarne in prima serata?). L’opinione pubblica preferisce guardare il grande fratello piuttosto che interessarsi di quello che accade in internet e dintorni.
    Certo, io la coscienza l’ho pulita … e sono consapevole dello schifo di spreco di quei succhiasangue che governano …. La conoscenza non mi rende piu’ ricco, piu’ conosciuto o piu’ amato, ma sicuramente piu’ libero!

  14. aghost Says:

    Il vero “trionfo” della rete non sarebbe, come è stato detto su ritalia.it, rappezzare gratis il portale con l’aiuto dei bloggher ed esperti ma:

    1) contestazione del lavoro svolto da parte del committente, soldi indietro e penale
    2) annullamento della gara
    3) indagine della magistratura su eventuali reati
    4) rifacimento della gara con criteri più trasparenti

    Questo sarebbe il vero trionfo della rete. Ma pretendere che IBM faccia passi indietro, o addirittura ammetta la cialtroneria dimostrata nel lavoro italia.it, mi pare una pia illusione :)

    Questi vogliono solo portare a casa i finanziamenti previsti. Del portale non gliene frega niente altrimenti, come già detto, non l’avrebbero messo on lin quelle condizioni pietose.

    O no? :)

  15. aghost Says:

    «Italia.it è una ciofeca. Sono tre anni che lo diciamo, prima a Stanca e poi a Rutelli, ma niente. Il sito eccolo lì: è un cadavere che non verrà rianimato». Guido Pasi, assessore al Turismo dell’Emilia Romagna, conduce la rivolta delle Regioni contro il portale Italia.it, nato per promuovere su internet l’offerta turistica italiana con l’intento di competere con i più collaudati siti nazionali della Francia e della Spagna, da sempre citati a esempio. «Non funziona – spiega Pasi – è costoso, sbagliato e pieno di cappelle. Rutelli pensava fosse facile da far funzionare e ora se lo tenga, ma noi avevamo un altro progetto e da lì ripartiremo perché tanto Italia.it non ha nessun futuro».

    da La Stefani

  16. kijio Says:

    purtroppo il nostro bellissimo paese ha dentro di se pochi profeti (odiati) pochi santi (fatti divenire martiri) e troppi politici

  17. Roberto Says:

    E’ semplicemente uno scandalo che in altri paesi avrebbe grosse risvolti giudiziari, qui invece sembra ormai normale e’ assodato che il politico di turno sia autorizzato a RUBARE e sprecare denaro pubblico per poi pero andare in televisione ad inveire contro l’evasione fiscale che toglie a loro risorse…..


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