Cliente-bue TIM: quando il “bonus” diventa un debito

Non c’è limite al peggio di quello che si inventano i gestori per spillare quattrini al cliente-bue. L’ultima indecente furberia è la carta prepagata che va a debito. Avete capito bene.

Quando si esaurisce il credito telefonico, giustamente, non si può più telefonare. Ma se usate la stessa sim per navigare connessi col cellulare, ecco cosa si sono inventati per ciularvi i soldi, un autentico borseggio con destrezza: quando finisce  “il bonus” prepagato, ad esempio i 500 mb del piano “Tim webfacile recharge”, non accade nulla. O meglio: vi sembra che non accada nulla. La connessione a internet non si interrompe, né siete avvisati in alcun modo del simpatico fatto che Tim comincia a mangiarsi il credito telefonico residuo alla bella cifretta di 6 euro a mb! Ma non basta, quando tutto il credito è risucchiato -e non ci vuole molto al folle costo di 6 euro a megabyte– niente paura: sempre senza alcun avviso, la sim va a debito, cioé va sottozero.

Dopo l’allegra navigata provate a telefonare e vi accorgete, non senza sorpresa, di essere senza credito: quindi scoprite con orrore di essere “sotto” di decine o centinaia di euro. Che vi saranno tosto risucchiate alla successiva ricarica. Tutto legale, in teoria: siamo sicuri che ci saranno le solite microscopiche postille stampate da qualche parte.

Ma è accettabile che il gestore agisca alla stregua di un borseggiatore di strada, e possa rapinare in questo modo quello che è, in fondo, un suo cliente? Un servizio prepagato che va a debito è un’assurdità che va non solo contro un minimo di senso etico e di correttezza commerciale ma anche contro la logica.

Tim manda decine di sms spazzatura, però si guarda bene dall’avvisare il proprio cliente-bue che, esaurito il bonus, la tariffa applicata è maggiorata del… 15.000%!