La riforma delle ricariche

gennaio 26, 2007

“Meglio che una gamba sotto al treno”, dirà qualcuno a proposito dell’abolizione di costi di ricarica per decreto legge.

D’accordo, tuttavia questa vicenda è tristemente esemplare di come vanno le cose in Italia. Il governo ha deciso di rompere gli indugi ed intervenire in una faccenda in cui avrebbe dovuto intervenire la cosiddetta Authority. Che invece ha dato splendida dimostrazione di inerzia, ignorando per anni il problema.

Ma anche il governo non ci fa una bella figura, direi. Perché c’è voluta l’iniziativa di un privato cittadino, Andrea D’Ambra, che con una petizione ha raccolto 800.000 firme. La petizione è stata mandata alla UE, la quale ha richiamato l’Authority italiana che ha dovuto svegliarsi dal letargo e impegnarsi in una “indagine conoscitiva” su qualcosa che sapevano tutti: i gestori telefonici fanno cartello.

Dopo la ponderosa indagine in cui si ammetteva che sì, i costi di ricarica sono immotivati, ancora si cincischiva per mesi, promettendo infine faticosamente, su pressione di Bersani, una decisione dell’Authority entro febbraio. Preannunciando, si badi bene, non l’eliminazione dei costi di ricarica ma la loro “rimodulazione”.

Bene ha fatto quindi il Governo ad intervenire sia pure scavalcando, di fatto, l’Authority che, a questo punto, ci si chiede a che cosa serva.

Il quadro generale comunque è tutt’altro che esaltante: cavalcando populisticamente questo provvedimento sulle ricariche, il Governo vorrebbe dare ad intendere di aver avviato chissà quali riforme liberalizzatici.

Ma la riforma sulle ricariche non liberalizza un bel nulla, elimina solo una gabella tra le migliaia che gli italiani pagano ai soliti noti.

Monopoli, cartelli e corporazioni, che sono la vera palla al piede del paese, non sono minimamente scalfiti.

7 Responses to “La riforma delle ricariche”

  1. davide Says:

    Sul fatto che l’autority italiana sia praticamente nulla c’è poco da dire, basta guardarsi intorno per capire che in molti settori c’è poca concorrenza. Ma una delle cause forse è anche il fatto che in italia, appena è possibile, la gente mette muri e costruisce fortini su tutto. Un esempio? Nella stessa settimana, nel mio paese, il costo del caffè è passato da 85 a 90 centesimi in tutti i bar.. sarà un caso?!
    Sul fatto del merito della petizione per l’abolizione dei costi di ricarica invece mi sento di non essere d’accordo, magari si poteva far passare la notizia anche sui grandi media, ma è lo stesso promotore dal suo blog a constatare che il governo “risponde alla petizione giunta dai consumatori alla Commissione UE”.
    Il comunicato stampo del ministero lo cita chiaro alla terza pagina: http://www.aboliamoli.eu/liberalizzazioni.pdf

  2. aghost Says:

    be’ la cronologia che cita d’ambra non lascia dubbio: Lui è partito con la petizione praticamente da solo (dalle ass. comumatori nessun aiuto, se non tardivo per raccogliere meriti che in questo caso non hanno), lui ha mandato la petizione alla UE, la UE ha richiamato l’Authority Italiana (che s’e’ mossa solo dopo il richiamo), quindi il governo ci ha “messo sopra il cappello”, come si dice.

    Quindi potremmo dire che, D’Ambra a parte, l’eliminazione dei costi di ricarica si deve sostanzialmente alla UE, senza il cui intervento probabilmente non si sarebbe mossa foglia.

    Vorrei ricordare che non è un caso isolato: l’Itlaia fa le riforme perché costretta ad adeguarsi alle norme UE. Le Authority per dire, furono create, male e senza poteri, sotto la spinta della UE. E cosi anche l’italia ha avuto le sue brave authority, con 100 anni di ritardo (cento!) rispetto allo Sherman Act americano contro i trust.

  3. Grizzly Says:

    Ma dico ma ancora ci credete? Ma ancora ne siete convinti? Ma vi rendete conto?
    Qualsiasi operatore di telefonia mobile potrebbe fare in questo momento ricorso alla corte europea di giustizia ed ottenere un valido risultato. L’unica situazione sanzionabile e’ quella inerente il fatto che il costo di ricarica e’ pressoche’ identico fra tutti gli operatori, in violazione delle norme sul libero mercato, pero’ appunto ai sensi di legge gli operatori di telefonia mobile operano ufficialmente in un regime (ai sensi di legge, quantomeno) di libera concorrenza e libero mercato, e di fatto un operatore mobile e’ libero di praticare i prezzi che meglio crede per il proprio servizio. E se un operatore di telefonia mobile decide che intende farsi pagare un sovrapprezzo per il servizio di ricarica, lo stato puo’ lamentare il fatto che se lo stesso prezzo e’ praticato dagli altri operatori c’e’ un accordo di cartello, ma che venga a dire: “no, adesso tu operatore togli il costo di ricarica perche’ te lo dico io stato” e’ una fesseria immane. La legge e’ quella sul libero mercato europeo, e la legge sancisce che l’operatore ha il diritto di praticare i prezzi che meglio crede per i propri servizi. Se io decido di far pagare una telefonata 1 euro al minuto e di fare tagli di ricarica da 100 euro in su, tu cliente puoi scegliermi o meno come operatore, ma tu stato non puoi venire a dire a me che devo dimezzare i prezzi perche’ e’ un ordine. Io ho pagato per la licenza dei servizi di telefonia mobile e i miei introiti aziendali sono un mio problema, non dello stato. Quello che lo stato puo’ andare a sanzionare e’ che, per l’appunto, in un regime di libero mercato tutti gli operatori richiedono un costo aggiuntivo per le ricariche (e diamolo per buono che qualcuno potrebbe anche toglierlo) e – soprattutto – che il costo di ricarica e’ uguale per tutti gli operatori.
    Domani per venire incontro a questa situazione magari TIM fa un costo di ricarica di due euro, vodafone di tre, h3g il costo della ricarica lo fornisce gia’ adesso come servizi del portale 3… e non si puo’ fare di piu’, perche’ e’ saltato l’accordo di cartello. Lo stato vuole che io operatore escluda i costi di ricarica? Spiacente, non se ne fa nulla: il mio contratto di licenza di servizio pubblico di telefonia mi fa operare in condizione di libero mercato e mi autorizza a decidere in autonomia i prezzi dei miei servizi. Non vi sta bene? Corte europea. Dite che invece volete cambiare la condizione di esercizio della licenza di telefonia mobile? Bene: sapete che c’e’ di nuovo? Domani mattina *CHIUDIAMO* e tutti i dipendenti se ne vanno a casa. Tutti: operatori consulenti tecnici indotto etc. etc.
    E lo stato si cala le braghe, come al solito.
    Dubito caldamente che lo stato riuscira’ a far saltare i costi di ricarica, anche con decreti e controdecreti che sono palesemente in violazione delle normative sulla concorrenza ed il mercato. Ci possono andare degli inviti, ma non credo che ci sara’ qualcosa in piu’…

    … e io continuo ad aspettare che venga abolita o abbassata la tassa di concessione governativa che pago sul mio abbonamento gsm family, di 5.16 euro fissi ogni mese. Le aziende almeno se la scaricano dalle tasse, ma io cosa ci faccio con 62 euro mancanti dal portafogli ogni anno?

  4. aghost Says:

    concordo sostanzialmente con grizzly. Il governo che scavalca un’authority è un’anomalia che indica di quanto sia incasinato questo disgraziato paese :(

  5. josef`_k Says:

    Certo, una sentenza della Corte Ue avrebbe avuto maggiori effetti e maggiore rilievo.

  6. Grizzly Says:

    Su Zeusnews del 3 febbraio, mentre il mio primo commento e’ stato di giorno 29…

    … chiamatemi mago Grizzly: predico il futuro, risolvo malocchi, leggo le carte e mi faccio pagare in orsetti di peluche (((-:


  7. […] riforma delle ricariche era una non-riforma, una cosa ridicola che non ha inciso minimamente -e come avrebbe potuto?- sulla […]


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