Fino a… 1 litro di latte

novembre 1, 2007

Cosa pensereste se aprendo il cartone da 1 litro di latte comprato al supermercato, invece di 1 litro trovaste 750 ml, un’altra volta 600 e un’altra ancora 300 o 200 ml?  E se il latte anziché “intero” fosse “scremato”, secondo percentuali decise di volta in volta dal produttore?

E’ quel che accade coi gestori telefonici: vi vendono una  connessione Adsl da 4 mb ma poi la velocità reale la decidono loro, e con la scusa della formula “fino a“, essa può scendere a 1 mb, a 512k e anche meno, secondo le necessità del gestore. Voi protestate ma zitto e mosca. “Fino a” non garantisce un bel nulla, possono vendervi una connessione da 20 mb e farla andare a 2 mb, a 1 mb o 512k. L’utente deve stare muto e prendere quel che passa il convento.

Non basta: negli ultmi tempi i gestori si sono messi a filtrare di soppiatto il traffico p2p. Ecco che il latte da “intero” diventa “scremato”. La scrematura del traffico p2p, quando non dichiarata, è una evidente violazione contrattuale ma l’utente, anche stavolta, non ha alcun diritto. Ma perché?

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8 Responses to “Fino a… 1 litro di latte”


  1. Parlo da addetto ai lavori di una delle compagnie telefoniche italiane che gestiscono l’ADSL. Il fino a non è una trovata commerciale, perché ci sono zone in cui la velocità della connessione raggiunge il picco massimo ed altre no. Il motivo sta in vari fattori, come la qualità del doppino e del cavo, come la distanza dall’armadio e dalla centralina di commutazione, come la velocità o lentezza del PC. Quindi non è una fregatura commerciale, ma una corretta interpretazione del realismo tecnico.


  2. Per quanto riguarda il P2P ti faccio una domanda: a che pro un’azienda che fornisce ADSL, in un regime di grande concorrenza come accade nel nostro paese, dovrebbe denunciare gli utenti che scaricano? Vuoi una risposta? Non accade e non accadrà. Puoi star tranquillo. Dico ciò non perché lo penso ma perché lo so.


  3. Mah, sarà, ma a me pare che il ragionamento di aghost non faccia una piega. Per verificarlo, basta entrare in qualsiasi newsgroup o forum che parla di ISP. Si scoprirà così che in tutt’Italia, il problema si sente. Quindi fattori come la qualità del doppino, la distanza dall’armadio etc, sono solo scuse. Il mio provider, vabbè, faccio anche la pubblicità perché se lo merita, MCLINK, garantisce il cosiddetto QOS (Quality OF Service). Può farlo perché possiede anche una rete propria. Io sono suo cliente da anni e non ho mai avuto problemi. Eppure anche lui è cliente di Telecom Italia, visto che TI è l’unica azienda che ha in mano la ‘ferriera’. Il problema, Walter, lo si ha quando un gestore possiede un canale da, diciamo 10 Mbps, e, invece di suddividerlo per 10 utenti, lo suddivide per 1000. Per guadagnarci. Un provider serio allora, dovrebbe dirti: tu in che zona ti trovi? XY? Ok, tu vai a 20 Mega. Tu invece in che zona sei? ZZ? No, tu non andrai mai a più di 100 Kbps. Si chiama trasparenza. Si chiama QOS. Si chiama non fare i paraculi, via. ;-)

  4. aghost Says:

    giannò sarà anche come dici ma a me non pare una cosa molto seria. Per quale ragione l’utente non può aver nessun diritto, neppure una garanzia minima del servizio, ma è alla completa mercé del gestore di turno?

    E’ troppo comodo dire “fino a 20 mb”. Come dice giustamente Maurizio, visto che l’infrastruttura è tutta telecom, alla faccia del libero mercato, l’authority dovrebbe imporre un minimo di trasparenza a favore del cliente. Se nella zona X è impossibile andare a 20, non puoi spacciare la connessione “fino a 20”.

    Stesso discorso per il p2p. La concorrenza praticamente non esiste, e l’ho capito definitivamente nella dicussione di ieri col tecnico: se io cambio provider perchè l’attuale connessione tin fa schifo, da un anno ha problemi, il mio problema non sarà risolto da un altro provide cosidetto “alternativo”, perché questi si serve della stessa infrastruttura telecom.

  5. lopippo Says:

    se il gestore filtra o modella il traffico, deve renderlo noto al cliente, altrimenti vende lucciole per lanterne (e mi pare ci sia stata almeno una causa che ha condannato una telco a riguardo)

    la formula “fino a” invece per me è pienamente legittima; ci sono fattori oggettivamente fuori dal controllo del gestore; se dovesse garantire 20Mb non la farebbe pagare 40€ al mese ma 40.000€, e solo una minoranza della popolazione potrebbe accedere al servizio

    invece modellando e filtrando si riesce a far navigare la maggior parte degli utenti sfruttando sempre al massimo le infrastrutture (almeno in teoria); fatto sta che un cliente deve essere avvisato se qualche servizio gli viene precluso

    quello che va criticato alla telecom è che invece di investire in infrastrutture (il motivo per cui lo stato la avvantaggia tanto) paga dividendi, vende gli immobili, e compra società solo per far piacere ai proprietari/azionisti, a scapito dei clienti


  6. mio zio aveva alice 4 mega ma facendo tutti i test di velocità possibili la massima velocità raggiunta era sempre 1,5 – 1,6 – 1,7 mega. Quindi io gli ho detto di fare il downgrade ad alice 2 mega così avrebbe risparmiato. Infatti era inutile pagare 36-39 euro(non ricordo) per una velocità che non avrebbe mai visto.
    Dal punto di vista tecnico quello che dice Walter è corretto ma la scorrettezza è proporre velocità che in quella determinata zona non possono essere raggiunte a causa dello stato della linea.
    Adesso mio zio ha fastweb (distacco totale da telecom) la quale gli ha proposto una 2 mega su doppino di rame più telefonate illimitate su rete fissa a 51 euro al mese.

  7. Liuk Says:

    Rimanendo all’esempio del latte, il “fino a” è un po’ come si pagasse 1 € per un litro di latte. Il lattatio lo porta a tutta la città, ma il cartone perde e mano a mano il latte scema. Quindi se sei l’ultimo ti rimarrà solo qualche goccia. Però hai sempre pagato 1€ come tutti gli altri.
    In quale mercato questa cosa starebbe in piedi? Probabilmente in nessuno, visto che chiunque il giorno dopo cambierebbe lattaio. Ma per quanto riguarda la telefonia, in italia non si è mai completamente liberi.

    Io continuo a pagare la flat a 20 mega anche se non va oltre i 5 mega (e non perché non c’è banda, ma perchè il servizio non è mai stato aggiornato!).
    Allora non sarebbe più giusto applicare 2 (o più) tariffe diverse.
    Piuttosto che aumentare fittiziamente la banda da 5 a 20 lasciando inalterata la tariffa, non sarebbe più onesto (eh lo so, in ambito telefonico è una parola utopistica) lasciarla a 5 abbassando la tariffa e poi a chi vuole passa ai 20 mega?

  8. MFP Says:

    Aghost, quello che dice Walter e’ vero… la rete e’ tutta “best effort”… non c’e’ cioè modo assoluto di garantire determinate prestazioni; anche sull’ultimo miglio (la tecnologia adsl e’ così; si “aggancia” alla velocita’ che puo’ su quel doppino e quella umdità, e infiltrazioni elettromagnetiche, e quantita’ di doppini impiegati in quella tratta sotterranea, e …).
    Però sono d’accordo con te sul senso di fondo dell’articolo: poca trasparenza, troppo poca. In altri paesi hanno tagliato la testa al toro vendendo le connessioni limitate sul traffico mensile piu’ che sulla velocita’ di punta (“fino a”).
    Se tu moltiplichi i tuoi 4mbit/s per i secondi esistenti in un mese, ottieni la quantita’ massima di traffico che puoi trasportare in un mese; quel limite di traffico mensile c’è comunque anche sulle nostre adsl, anche se non viene messo in evidenza nelle schede dei prodotti di connettivita’.
    Se ti vendessero le connessioni limitate nel traffico mensile (ripeto, limite che gia’ c’è), ma con la velocita’ “fino al massimo consentito dalla tecnologia” (che so’… adsl 8mbit, adsl2+ 20mbit, vdsl 50mbit), e banda minima garantita 256Kbit/s (cioe’ in ogni istante hai minimo 256kbit/s) sarebbe piu’ trasparente e uno potrebbe scegliere la connessione che piu’ si confa alle proprie esigenze: io che chiacchiero tanto preferirei una linea con poca banda minima garantita ma un limite mensile elevato; mio fratello videogiocatore invece apprezzerebbe una connessione con prestazioni minime garantite e sufficienti a videogiocare sempre al 100%; e via dicendo…

    Non lo fanno proprio perche’ se mettessero questi oneri sul contratto (che poi e’ Telecom che deve metterli sui suoi), poi dovrebbero garantire risultati…


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