Paura del cittadino
aprile 24, 2009
Non so se le norme permettono la ripresa video durante i consigli comunali, provinciali o regionali che siano. A me sembra assurdo che durante una seduta del consiglio che è pubblica, un cittadino non possa riprendere con la telecamera i cosiddetti “rappresentanti del popolo”. Spesso è invocato il rispetto della privacy dei consiglieri, o altre assurdità prese a pretesto per vietare le riprese. Ma di cosa si vergognano? Com’è noto Beppe Grillo ha lanciato la campagna “Fiato sul collo”, con la quale si invitano i cittadini ad armarsi di telecamera e andare nei consigli della propria città per documentare il lavoro dei politici. Che c’è di male? Che c’è di strano?
Eppure si nota spesso una curiosa ritrosia dei politici a farsi riprendere nell’esercizio delle loro funzioni. Diciamo pure che non di rado si tratta di un’aperta ostilità. Il che è piuttosto strano perché normalmente il politico ama farsi vedere: anzi egli ha bisogno “dell’immagine” come un pesce ha bisogno dell’acqua per vivere.
La prova è lo sgomitamento quotidiano dei politici per andare in tv, a tutte le lore e in qualsiasi tipo di programma, anche se non c’entra nulla con la politica. Si sono visti noti politici farsi tirare le torte in faccia pur di apparire in televisione (Mastella e Di Pietro al Bagaglino, se non ricordo male).
Curiosamente, il politico locale è molto più guardingo. Qualcuno ha detto che la democrazia non è possibile su larga scala, è solo una presa in giro. La democrazia ha un senso solo nelle piccole o piccolissime comunità, composte grosso modo da cento persone al massimo. Perché solo così vi è un rapporto diretto tra il rappresentante e il rappresentato, un effettivo controllo di chi è delegato a decidere. Ma quando il politico sta a Roma, o peggio ancora a Bruxelles, chi l’ha mai visto o conosciuto? Si accresce la distanza fisica e nello stesso tempo si diluisce il senso della democrazia basato sulla rappresentanza, per cui l’unico rapporto tra l’elettore e l’eletto è spesso solo quello televisivo.
Il politico locale preferisce mostrarsi quando vuole lui. Perché se qualcuno lo vede in tv nella routine quotidiana, magari in comportamenti poco o per niente coerenti con quanto affermato pubblicamente nelle campagne elettorali, cioè al di fuori delle condizioni più favorevoli, potrebbe rischiare di farsi tirare il collo appena esce per strada.
PS: nel video l’indecorso divieto ai cittadini di riprendere durante il consiglio comunale di Vittorio Veneto
aprile 26, 2009 at 1:10 PM
Quelli che si infastidiscono sono:
1) maneggioni che non vogliono rendere pubbliche le loro manovre;
2) troppo ignoranti per essere il meglio, e quindi rappresentanti di terzi.
O l’una, o l’altra, o tutte e due. Ma non c’e’ altro motivo per lamentarsi delle telecamere.
La (1) si spiega facilmente: se ragioni in termini di profitto personale (che siano soldi propri o di terzi, o semplicemente potere), vai automaticamente a produrre soluzioni antisociali … e se lo fai in video quel dettaglio che li’ per li’ puo’ anche essere trascurabile, nel tempo – dopo cioe’ che si verificano gli effetti della manovra ripresa a video – assume un valore. E perdi la faccia.
La (2) si spiega altrettanto facilmente: se sei li’ dentro e’ perche’ TI SEI autonomamente candidato a rappresentare terzi … nessuno ti ha imposto di essere una figura pubblica. In virtu’ di questo qualunque norma pro-privacy (ivi incluse quelle, storicamente e culturalmente, piu’ “fasciste” … come i reati d’opinione) non puo’ che “diminuire” il tuo diritto alla privacy rispetto ad un qualunque altro cittadino. Perche’ la realta’ non e’ la legge, la legge si limita a produrre uno schema postumo a cio’ che e’ la realta’ … e lo schema non puo’ per forza di cose essere perfettamente aderente alla complessita’ dell’esistente. Quindi non puo’ essere confezionata per sterilizzare l’immagine di un rappresentante pubblico: se io sono particolarmente formale, se per esempio mi da’ fastidio chi si scaccola con le dita … voglio sapere se il mio rappresentante si scaccola con le dita, cosi’ non lo voto. Tu sei libero di scaccolarti con le dita, e puoi pretendere di non essere ripreso mentre lo fai; il rappresentante pubblico, e soprattutto durante il consiglio comunale, NO.
In definitiva il rifiuto stesso di essere ripresi dovrebbe costituire di per se motivo sufficiente a buttarli fuori tout cour dalla mangiatoia pubblica. Perche’ nel migliore dei casi sono degli incapaci, nel peggiore dei parassiti antisociali.