La moda delle “10 domande a” non è stata inventata da Repubblica per Silvio Berlusconi. Quando la Lega era nemica acerrima di Berlusconi, e Bossi chiamava l’attuale premier “il mafioso di Arcore”, la Padania pubblicò non 10 ma ben 11 domande sugli imbarazzanti trascorsi del premier.

Domande che, allora come oggi, sono rimaste senza risposta. Gli italiani hanno notoriamente memoria corta, ma una ripassata su cosa diceva la Lega di Berlusconi non farebbe male. Nel video, il solito battagliero Piero Ricca cerca di ottenere, invano, qualche spiegazione in proposito dall’onorevole Borghezio.

O mia bela Madunina

dicembre 13, 2009

Il premier Silvio Berlusconi, al termine del suo comizio oggi a Milano, è stato colpito al volto da un oggetto contundente, sembra una riproduzione del Duomo in ferro, lanciatogli da un uomo di 42 anni, Massimo Tartaglia.

Risultato dell’aggressione: un copioso sanguinamento dal labbro spaccato, una frattura del setto nasale e, pare, due denti fratturati.

Purtroppo per Berlusconi, l’aggressore non è un militante politico, non risulta iscritto a nessun partito, tantomeno comunista o di sinistra, è sconosciuto alla Digos e non ha precedenti penali. Risulta invece in cura da circa 10 anni per problemi mentali al Policlinico di Milano. Ma a questo punto, dopo il fatto di oggi, credo che Tartaglia  si possa dichiarare clinicamente guarito :D

Nano inter pares

ottobre 7, 2009

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Non posso fare a meno di gioire per la decisione della Corte Costituzionale, che ha dichiarato ILLEGITTIMO il lodo Aldano.

Ora vedremo che si inventeranno. E soprattutto cosa si inventerà Vespa stasera pur di non parlare del lodo: un’altra trasmissione su Padre Pio? Madre Teresa di Calcutta? Gli ufo? I cerchi nei campi di grano? :D

Primus super pares

ottobre 6, 2009

silvio

La legge è uguale per tutti ma non necessariamente la sua applicazione“. Questa incredibile e grottesca affermazione è dell’avvocato di Berlusconi, Niccolò Ghedini, che sta difendendo il lodo Alfano nella discussione alla Consulta.
L’Espresso ha realizzato una apprezzabile diretta della seduta.

Gaetano Pecorella, uno dei 4 avvocati del Premier, non è stato meno grottesco del collega Ghedini: “Con le modifiche apportate alla legge elettorale, [Berlusconi ndr] non può essere considerato uguale agli altri parlamentari. Non è un primus inter pares ma un primus super pares“.

Chi pensava ingenuamente, povero imbecille, che la legge dovesse essere uguale per tutti, è sistemato.

Sembra incredibile eppure c’è qualcuno che ha fondato un comitato per il Premio Nobel a Silvio Berlusconi. Ma per cosa, si chiederà qualche incauto? Per la pace, dicono i suoi sostenitori, per il suo “indiscusso impegno umanitario in campo nazionale ed internazionale”.

In molti hanno creduto ad uno scherzo, neppure troppo originale vista la caratura del personaggio. Un Nobel a Berlusconi non indigna, fa ridere. E invece pare sia tutto vero. Oltre al sito ufficiale è nato anche un gruppo su Facebook.

In rete già circolano gli “inni” in stile Ceaucescu: il corale “Silvio forever“,  poi uno in versione lirica “La pace può” cantato da un simil-Bocelli, mentre un altro è uno pseudo gospel intitolato “Silvio c’è“.

Ascoltate e agghiacciate!

¿Por qué no te callas?

settembre 10, 2009

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Ho visto poco fa la grottesca conferenza stampa di Berlusconi con un imbarazzatissimo Zapatero. Lazzi, battute, insulti e sfottò alla stampa, anche straniera, barzellette che non facevano ridere, spacconate ridicole, anzi penose, come quella “Sono il miglior presidente del consiglio degli ultimi 150 anni”.

Un Berlusconi sinistramente su di giri, logorroico e ridanciano, che pareva strafatto di cocaina mentre Zapatero doveva ascoltare, letteralmente basito, il nostro premier che in una conferenza internazionale rispondeva ad un giornalista “In vita mia non ho mai pagato una donna per una prestazione sessuale”.

Berlusconi sembrava insomma Hugo Chavez in una delle sue fluviali filippiche, quello poi redarguito da Juan Carlos con la famosa frase ¿Por qué no te callas? (perché non te ne stai zitto?). Frase che forse, in quest’occasione, avrebbe voluto dire Zapatero. Povera Italia e poveri italiani, in che mani siamo.

Don Giorgio De Capitani, parroco di Monte di Rovagnate, lombardo, settant’anni ben portati, è un prete che non le manda a dire: “La Lega gli occhi ce li ha sul culo: vede solo ciò che la società espelle di brutto, e vorrebbe farne un cibo succulento per i suoi milioni di zombi“. Berlusconi è “l’osceno del villaggio globale”, “un vecchio porcone”, “uno sparacazzate”, “il più grande demente sulla terra”, “un caso patologico”.

E’ tutto su Youtube, dove il prete, non bastassero le sue roventi omelie in chiesa, ha aperto un proprio canale dove dà libero sfogo alla sua verve polemica, menando randellate a 360 gradi, Chiesa compresa. Don Giorgio ha anche un sito ufficiale, www.dongiorgio.it.

Dopo Don Farinella, Don Angelo Gornati e Padre Giorgio Butterini aumenta la schiera dei preti d’assalto, senza peli sulla lingua, e fa una certa impressione vedere questi religiosi uscire allo scoperto, senza troppi timori revenrenziali, uno addirittura con un canale su Youtube.

Giornalisti teste di c…

luglio 16, 2009

Io mi sono vergognato. Sentire un ministro che dà della “testa di cazzo” a un giornalista straniero,  Steve Scherer di Bloomberg, solo perché non ha fatto la solita domanda genuflessa, fa veramente pena. Ma in che paese siamo?

Facinorosi

luglio 1, 2009

Il TG5 ha definito “facinorosi” i contestatori che inveivano contro il Premier ieri in visita a Viareggio, il giorno dopo il terribile disastro ferroviario. “E’ la solita sinistra che si dovrebbe vergognare” ha detto Berlusconi, visibilmente infastidito.

Tutto può essere ma, francamente, sembrava difficile che i contestatori visti nei vari video fossero gruppuscoli organizzati dalla sinistra: si distinguevano giovani ma anche anziani, impiegati, studenti, perfino quiete massaie che urlavano con quanto fiato avevano in gola “buffone” e “vergogna”.

Piuttosto rifletterei sul fatto che è una ben strana democrazia quelli in cui i cosiddetti “rappresentanti del popolo” hanno paura a girare per strada da soli, e quando vanno tra la gente lo devono fare con la scorta, le guardie del corpo e i cordoni di polizia.

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Su Repubblica un’intervista a Saviano sul suo romanzo “Gomorra”.

Saviano, come è nato il caso Gomorra?
“La prima tiratura era di 5.000 copie (ora sono oltre 2 milioni nda), comprese le 500 per la stampa. Poi il passaggio televisivo da Daria Bignardi mi ha portato in classifica al decimo posto.

Mi pare l’ennesima prova: la televisione è ancora al centro dell’universo. Forse in Italia più che altrove. Senza la televisione, l’attuale premier Berlusconi non sarebbe nessuno. Una lunghissima serie di “importanti” personaggi pubblici, non sarebbe mai esistita senza la tv. Il giornalista Travaglio per dire, senza la famosa ospitata da Luttazzi sarebbe oggi un perfetto sconosciuto. La tv ha sfornato e sforna in continuazione personaggi a raffica: dai salotti di Costanzo a quelli di Vespa, dai reality in serie, si esiste solo se si va in tv. Per questo i politici sono sempre in televisione, e non hanno nessuna intenzione di mollare l’osso.

Del resto lo stesso Obama, che passa per colui che è diventato presidente per aver fatto la campagna elettorale su internet, in realtà ha poi usato la montagna di quattrini raccolti in rete per fare spot televisivi. Il tempo in cui la televisione non sarà più il centro del mondo, appare ancora lontano.