Rottura di Maroni

dicembre 15, 2009

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Francamente Roberto Maroni sembrava uno dei meno peggio della compagnia al Governo, invece non se ne salva uno che sia uno. Dopo i deliri della Carlucci, che si è sempre distinta nello sfoggio ostinato di ignoranza riguardo a Internet, ecco che anche Maroni invoca leggi demenziali e liberticide contro la rete.

In un intervento alla Camera, Maroni aveva fatto riferimento alla polemica nata per la presenza in rete di siti inneggiati all’aggressore di Berlusconi: “Valuteremo soluzioni idonee da presentare al prossimo consiglio dei ministri per consentire l’oscuramento dei siti che diffondono messaggi di vera e propria istigazione a delinquere“.

Incredibilmente, parole sensate arrivano invece da Casini: “Guai a promuovere provvedimenti illiberali“, ha affermato il laeder dell’Udc: “Le leggi esistenti già consentono di punire le violazioni. Negli Usa Obama riceve intimidazioni continue su Internet, ma a nessuno viene in mente di censurare la Rete“.

Sembra che i gruppi su Facebook pro o contro Tartaglia siano già stati oscurati. Ora non è chiaro cosa abbiano in mente al governo, ma sembra che la logica sia quella di togliere i gabinetti sui treni perché qualche imbecille scrive frasi sconce nei cessi. Ma si può?

Troppo zelo sant’Antonio, ci sarebbe da dire se Antonio Marano, noto soprattutto per aver censurato la Borromeo nel programma della Bignardi, “L’Era Glaciale”, fosse ancora direttore di Raidue. Invece si tratta del suo successore, subentrato alla direzione di Raidue, il guardingo Massimo Liofredi, che già si è distinto subito per l’eccezionale prudenza.

Insomma c’erano questi due romipicoglioni ospiti di Daria Bignardi, Morgan e la Mannoia, che s’erano permessi di ironizzare sul premier e criticare il governo. Che fare? Dopo Topogigio a combattere l’influenza, ecco che si è arruolato Topolino per contrastare il dissenso: quasi un’ora di cartoni Disney hanno congelato la messa in onda dell‘Era Glaciale, facendola scivolare  in un orario più tranquillo vicino alla mezzanotte, evidentemente meno pericoloso, avranno pensato a Raidue, per le casalinghe di Voghera che notoriamente votano Berlusconi e per fortuna vanno a letto presto, dopo essersi rimbambite di quizzoni e Tg4.

Un eccesso di zelo davvero ridicolo, che però mette tristezza. A questo è ridotta la Rai, considerata una volta, a torto o a ragione, la più importante fabbrica culturale del paese.

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Brutta vicenda di censura preventiva a La7. Il direttore Antonello Piroso ha cancellato l’inchiesta di Silvia Resta che doveva andare in onda nel programma “Reality” del 16 novembre.

L’argomento principale era la storia del famoso “papello” di Riina, e parlava dei presunti rapporti che Marcello Dell’Utri avrebbe avuto con dei mafiosi, anche di peso notevole nell’organizzazione. In particolare, si parlava dei suoi rapporti con i fratelli Graviano, coloro che fondarono il primo circolo di Forza Italia a Palermo-Brancaccio e che successivamente furono condannati per la bomba ai Georgofili di Firenze.

Piroso ha negato la trasmissione del servizio perché secondo lui l’inchiesta aveva una «costruzione a tesi» e «testimonianze unidirezionali», inoltre ha accusato la Resta di fare «giornalismo militante». E’ insorta la redazione, che ha protestato ribadendo la bontà dell’inchiesta e contestando anche il modo, cioé la censura scattata a poche ore dalla messa in onda. “Sconcerto” e un “invito a ripensarci” sono stati espressi dall’Ordine dei Giornalisti del Lazio e da Stampa Romana.

La Rai rifiuta il trailer di Videocracy "E' un film che critica il governo"

Sembra incredibile, ma in Italia ora censurano anche i trailer dei film. Mediaset e Rai hanno infatti rifiutato il trailer di Videocracy, il film di Erik Gandini che ricostruisce i trent’anni di crescita dei canali Mediaset e del nostro sistema televisivo.

La tesi del film è nota: in una videocrazia la chiave del potere è l’immagine. In Italia soltanto un uomo ha dominato le immagini per più di tre decenni. Prima magnate della TV, poi Presidente, Silvio Berlusconi ha creato un binomio perfetto caratterizzato da politica e intrattenimento televisivo, influenzando come nessun altro il contenuto della tv commerciale in Italia.

Se il rifiuto da parte di Mediaset di trasmettere il trailer si può capire, iniquieta quello della Rai del cosiddetto servizio pubblico. La motiviazione appare bizzarra: con una lettera in stile legal-burocratese, la tv di Stato spiega che, anche se non siamo in periodo di campagna elettorale, il pluralismo alla Rai è sacro e se nello spot di un film si ravvisa un critica ad una parte politica ci vuole un immediato contraddittorio (?) e dunque deve essere seguito dal messaggio di un film di segno opposto (!).

Lo spot, secondo la Rai, veicola un inequivocabile messaggio politico di critica al governo perché proietta alcune scritte con i dati che riguardano il paese (es. L’Italia è al 73° posto nel mondo per la libertà di stampa) alternate ad immagini di Berlusconi. Niente trailer quindi sulla Rai. A questo siamo ridotti. Il film Videocracy sarà distribuito nei cinema il 4 settembre, sempreché, visto che Berlusconi controlla anche la distribuzione nella sale, non censurino pure quelli.

Giro di vite su tutto

Maggio 19, 2009

L’articolo 60 del decreto sicurezza approvato alla Camera (e in attesa di approvazione definitiva al Senato) dice che se qualcuno, sulla rete internet, insomma da un sito qualunque, istiga alla delinquenza o alla disobbedienza alle leggi, il Ministero dell’Interno gli può tagliare il collegamento. Non solo: a dover intervenire all’istante (entro 24 ore) è il provider, pena una multa da 50 mila a 250 mila euro (!).

Insomma se rompi le palle, via il collegamento a internet. Questo articolo allucinante è stato infilato nel decreto che doveva servire, in teoria, a regolamentare l’ingresso di immigrati nel nostro paese. Ci è stato messo dentro di tutto, dal pugno di ferro contro i graffitari, con la reclusione fino a 1 anno e 3000 euro di multa, alla procedibilità automatica di ufficio per il reato di oltraggio a pubblico ufficiale, per il quale se si protesta in modo un po’ troppo energico col vigile che fa la multa, si rischiano fino a 3 anni di prigione.

Cosa c’entrino i graffitari, o i bloggers che magari istigano al non pagamento del canone Rai, con la sicurezza, lo sanno solo al Governo.

via Barbiere della Sera

Su Youtube lo sfogo di Beatrice Borromeo (giornalista ex santoriana ad Annozero), censurata assieme a Vauro nel programma “Era glaciale” di Daria Bignardi. In un’intervista a Daniele Martinelli, la Borromeo racconta i dietro le quinte del programma.

Al termine della registrazione Antonio Marano, direttore di Rai2, letteralmente fuori di sé, l’avrebbe aggredita coprendola di insulti “Cretina (omissis), come cazzo ti permetti di parlare di pressioni della Rai…”. Dopo l’incredibile sfuriata, con l’accusa di aver fatto un “sequel di Annozero”, la promessa che i due non sarebbero andati in onda.
Infatti dell’intervista a Borromeo e Vauro a “L’Era Galciale” non si è visto un solo minuto. Bignardi si sarebbe detta d’accordo con il taglio (!).

“Marano si è permesso questa cosa con me, ma con Santoro non l’avrebbe mai fatto” dice la Borromeo “perché Santoro una cosa simile non se la fa fare, gli fa un mazzo così il giorno dopo o il giorno stesso”.

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Il video “Giuliani – L’uomo che ci salvò la vita” realizzato dal giornalista Claudio Messora, che ha superato le 50.000 visualizzazioni in pochissimi giorni, è stato inspiegabilmente disattivato da Youtube per non meglio precisate violazioni delle norme della community.

Conteneva la testimonianza di una donna scampata al terremoto tra il cinque e il sei aprile scorso in Abruzzo, grazie al provvidenziale aiuto di Giampaolo Giuliani. L’intervistata, Stefania Pace, racconta di come molte vite siano state salvate dal tam tam originato dalle previsioni di Giuliani. Il video, dice Messora, non conteneva nessuna colonna sonora, e quindi non poteva violare alcun diritto d’autore, non era offensivo, non incitava al razzismo, non urtava la sensibilità di nessun credente. Le immagini erano girate da Messora stesso. Raccontava anche di come un operatore della protezione civile invitasse la gente a rientrare nelle proprie abitazioni dopo la scossa di mezzanotte, e di come l’informazione ufficiale nei giorni precedenti al sisma avesse invitato i cittadini a non dare retta agli “imbecilli” che affermavano di poter prevedere i terremoti.

Il video rimosso da Youtube è stato ovviamente subito ripubblicato su altre piattaforme. Per mia parte lo segnalo e invito tutti a vederlo.

Da byoblu.com

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Il film “Shooting Silvio” del giovane regista abruzzese Berardo Carboni, che racconta di un giovane scrittore ossessionato da Berlusconi a tal punto da dedidere di rapirlo e ucciderlo, è stato tolto dalla programmazione di Sky.

Il lungometraggio era stato mandato in onda in prima visione televisiva dall’emittente satellitare di Murdoch la sera di Pasquetta in prime time, suscitando la reazione indignata del Pdl che ha definito il film come «un inno alla violenza». Nel palinsesto dell’emittente satellitare erano previste altre repliche, una lunedì pomeriggio alle 17 e l’altra il 25 aprile. La contestata pellicola tuttavia non è andata in onda, al suo posto è stato trasmesso un film americano. La motivazione ufficiale sarebbero i bassi ascolti.

Non se la sente di parlare di censura, ma per il regista della pellicola la cancellazione dal palinsesto è «un fatto grave»”. Carboni si dice «allibito» per quanto accaduto: «Non è una censura perché è una scelta libera di Sky ma è il segno di un potere immanente. Sono allibito e preoccupato se questo potere tocca anche Sky che è stata l’unica tv che negli ultimi anni ha dato visibilità a registi giovani e indipendenti. Quanto accaduto dimostra che esiste un controllo ampio e diffuso dell’informazione e della televisione».

Ciò che tuttavia lo lascia più “allibito”, spiega il regista, è il fatto che «il film sia stato bloccato non per quello di cui tratta ma perché non era opportuno mandarlo in onda in questi momenti delicati dopo il terremoto in Abruzzo. Ma io mi chiedo: in un paese in cui vanno in onda solo reality e spazzatura come ’La Fattoria’ che non aiutano certo a pensare ma educano una generazione di tronisti, è di cattivo gusto solo un film come il mio che invece invita alla riflessione?».

notizia ripresa dal Corriere

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Di tutte le ridicolaggini di cui si poteva coprire la Rai, la peggiore è quella di censurare il vignettista di Anno Zero, Vauro Senesi.

Il direttore generale della tv pubblica, Mauro Masi, ha chiesto a Santoro che «sin dalla prossima puntata» di Annozero «siano attivati i necessari e doverosi riequilibri informativi specificatamente in ordine ai servizi andati in onda dall’Abruzzo» ma non al dibattito in studio di giovedì scorso.

Masi lo ha chiesto in una lettera inviata allo stesso Santoro e ai direttori del Tg3, Antonio Di Bella e di Raidue, Antonio Marano. Nella lettera è stata anche valutata «gravemente lesiva dei sentimenti di pietà dei defunti e in contrasto con i doveri e la missione del servizio pubblico la vignetta di Vauro Senesi “Aumento delle cubature. Dei cimiteri”». Di qui la decisione di sospendere il vignettista.

C’è ancora qualche dubbio che la Rai debba possa essere considerata un “servizio pubblico” e non un carrozzone indecente in mano ai partiti?